Carter: “America oligarchia dei corrotti” ( l’Italia è peggio).

Jimmy Carter è stato presidente degli Stati Unito dal 1977 al 1981. Qualche giorno fa il celebre conduttore radio Thom Hartmann gli ha chiesto cosa pensasse di due decisioni della Corte Suprema Usa (Citizens United 2010, e McCutcheon 2014) che consentono ad aspiranti ad ogni carica politica (ma anche giudiziaria: i procuratori d’accusa sono elettivi) di ricevere denaro in quantità illimitata e in segreto da qualunque fonte, anche straniera, che non ha bisogno di dichiararsi. La Corte suprema è oggi dominata da giudici repubblicani. Sono stati loro a legalizzare queste – come chiamarle, se non tangenti?

Questa doppia decisione, ha risposto Carter, “viola l’essenza di quello che ha fatto la grandezza del sistema politico americano. Oggi, siamo solo una oligarchia, dove ottenere la nomination, o essere eletti presidente, è solo questione di corruzione politica senza limiti. E lo stesso vale per i posti di governatore, di senatore, di membri del Congresso. Ora abbiamo la sovversione del nostro sistema politico, mutato in compenso delle bustarelle, in cui i datori delle mazzette vogliono e si aspettano, a talora ottengono, favori per se stessi quando le elezioni sono finite.

Attualmente gli aspiranti, democratici e repubblicani ugualmente, guardano avidamente a questo fiume di denaro, come un gran vantaggio per loro. Quelli che sono già nel Congresso hanno molto di più da vendere”. Il celebre Thom Hartmann gli ha tagliato la risposta…trasmissione finita.

Direte: bella scoperta, Carter. Che il sistema americano sia una plutocrazia non è un segreto. Lo stesso Carter, ai tempi suoi, vinse le elezioni con i milioni delle ricche lobbies. Ma oggi, con quelle sentenze della Corte Suprema, la consegna del potere politico (formalmente elettivo) agli interessi del denaro avviene senza infingimenti né scrupoli: è una legalizzazione della corruzione, dei corrotti e dei corruttori, che è la la ovvia conseguenza delle altre “legalizzazioni” e “liberalizzazioni” che i nostri progressisti salutano: dell’aborto, della droga, presto dell’eutanasia, er non dire dell’abolizione delle punizioni penali (l’abolizione dell’ergastolo). E’ la mutazione delle istituzioni pubbliche(non solo italiane) in potere criminale totale, di cui abbiamo notato la metamorfosi cancerosa in un articolo precedente: Nessuno tocchi Caino, ci serve per ammazzar Abele.

Ovviamente, la stessa Corte Suprema   americama, con queste sentenze, si è auto-corrotta, consegnandosi e legalizzando la corruzione.

Carter ha 90 anni. La differenza con l’Italia è che i nostri novantenni che hanno coperto cariche supreme non hanno la stessa passione di verità. Anzi difendono la “Costituzione più bella del mondo” che essi stessi, quando han voluto (o han voluto i poteri che li compensano) hanno calpestato e distorto: si veda il golpe Napolitano-Monti, e prima quello Ciampi-Amato. Tutti Venerati Maestri O il testé defunto giudice costituzionale Conso, dalla incresciosa longevità (gli abbiamo pagato la principesca pensione fino ai 93 anni). I vecchioni, senatori a vita, giudici supremi, sono topi nel formaggio: hanno ancora le mani in pasta, perciò nessun interesse a denunciare il cancro delle istituzioni – di cui godono.

Fa’ un certo effetto vedere che, invece, persino il New York Times scopre oggi che “circa 130 famiglie con le loro imprese hanno coperto più della metà dei fondi raccolti dai candidati repubblicani”, perché sono soprattutto i repubblicani che attraggono i quattrini dei super-ricchi.

E’ persino paradossale vedere come diversi politici americani, non meno con le amni in pasta, denuncino lucidamente il sistema. Se vuoi far politica, ha detto qualche mese fa il vice-presidente Joe Biden, “devi andare dove sono i soldi. E dove sono i soldi, ci sono quasi sempre delle condizioni attaccate. E’ spaventosamente difficile prendere un monte di denaro da un gruppi che tu sai che ha una certa posizione, decidere che è una posizione sbagliata e votare no”. La cosa comica è che Biden ha deciso di tentare la nomination, in rivalità con Hillary Clinton, e dunque va’ dove sono i soldi.

“I lobbisti e i politici di carriera costituiscono oggi quello che chiamo il Cartello di Washington…ogni giorno complottano contro il popolo americano. Le orecchie e i portafogli dei politici sono aperti al miglior offerente”: non l’ha detto un blogger alternativo, ma il senatore Ted Cruz, repubblicano del Texas.

Dale Schultz, che è stato senatore dello stato del Wisconsin per 32 anni, poco prima di ritirarsi dall’ennesima contro un candidato sostenuto da più ricche lobbies: “Quando un qualunque think tank salta fuori con una legge già fatta e ti dice di non sgarrare (a non votarla, ndr.) sei forse ancora un legislatore? Sei uno che siede lì e vota, una specie di servo feudale dei ricchi sfondati”.

Persino John Kerry, nel suo discorso di addio al Senato del 2013: “L’alleanza del denaro e degli interessi che rappresenta, l’ascolto che ottiene (dai politici) a spese di quelli che non l’hanno, , i programmi che fa’ cambiare o che impone col suo potere sta silenziando continuamente la voce della gran maggioranza degli americani…La verità esige che noi chiamiamo la corrosione che il denaro esercita sulla politica per quello che è: è corruzione, mette il bavaglio agli americani, ed è uno squilibrio che, come ci insegna il mondo, non fa’ che seminare i semi del disordine”. Dopodiché Kerry è andato a fare il ministro degli esteri, ossia ad eseguire il programma della lobby sionista neocon, espandere destabilizzazione e disordine tutt’attorno a Sion.

Però almeno lo ha detto. I nostri non mettono mai il dito sulla piaga della corruzione inerente del sistema.

Vero è che poi, gli stessi politici Usa che hanno denunciato lucidamente il sistema, si stupiscono, scandalizzano e spaventano della crescita inarrestabile (nei sondaggi) di Donald Trump, il maleducato estraneo, il miliardario, il super-Berlusconi formato gigante (dice di avere un patrimonio di 9 miliardi di dollari) che sta disturbando la pre-programmata e noiosa navigazione della pre-campagna presidenziale (Clinton II contro Bush III) sparandole grosse alla populista: gli immigrati messicani sono stupratori, eccetera.

E – terribile a dirsi – più le spara grosse, più calpesta il politicamente corretto, più Trump sale nei sondaggi: e i politici che hanno ingabbiato la voce popolare nel politicamente corretto, fino a soffocarla, non capiscono come fermarlo.

Come imprenditore dell’entertainment, Trump ha i vantaggi di cui gli altri candidati sono privi: è una “celebrity” (ben noto ai rotocalchi di gossip), la gente ne conosce il nome (gode di high name recognition, sospirano gli esperti delle campagne dei concorrenti), e le sue battute vellicano la forte vena antipolitica che domina la gente comune americana, che disprezza e detesta i politici di carriera – per buoni motivi, come hanno spiegato Carter e persino Kerry. Ovviamente, pesca

dentro l’ elettorato repubblicano.

La più grossa e divertente l’ha sparata qualche giorno fa, sugli altri cinque candidati repubblicani che si sono precipitati a partecipare alla Conferenza Koch, dove i due fratelli Koch, milardari ebrei, riuniscono altri miliardari (circa 450) perché questi possano esaminare a loro agio i candidati e vedere se gli daranno o no ii fondi. I candidati si esibiscono come cagnolini di lusso, sbracciandosi ed affannandosi a giurare che, loro, accontenteranno il big business e le altre “agende” purché

fornite di milioni.

“auguro buona fortuna a tutti i candidati repubblicani che hanno fatto il viaggio in California per elemosinare denaro ed altro dai Fratelli Koch...Burattini?”. Così parlò Donald Trump. Risultato: salito ancora nei sondaggi.

 

 

 

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Che dire? Obama ha varato “l’uso di forza aerea per difendere i ribelli in Siria dalle forze del presidente Assad e dai gruppi islamisti”. Insomma, ha dato il via all’aggressione per rovesciare Assad, che – esaudendo i desideri di chi gli dà ordini – voleva già sferrare nel 2013, sotto il falso pretesto che il regime usava bombe chimiche contro il suo stesso popolo, e che gli è stato impedito di fare dalla mossa a sorpresa di Putin, che consigliò ad Assad di consegnare all’Onu le

sue armi chimiche…

Stavolta la scusa, se possibile, è anche più ipocrita: difendere i terroristi buoni, quelle che il Pentagono ha addestrato ed armato, che sono sotto attacco dei terroristi cattivi dell’ISIS (che il Pentagono, la Turchia e i sauditi hanno armato, addestrato e stipendiato). I terroristi buoni, selezionati dagli Usa e presentati coe i patrioti che vogliono solo abbattere la dittatura degli Assaf per instaurare la democrazia in Siria, sono circa una sessantina. Il Pentagono non è riuscito a trovarne di più. Aggrediti dai terroristi cattivi, hanno ovviamente avuto la peggio. I bombardamenti avverranno per mezzo di droni, decollati dalla base turca di Incirlik. L’aggressione viene condotta sotto l’etichetta di “guerra al terrorismo islamico”, ma è stato detto chiaro che serve a distruggere quel poco che resta dell’aviazione di Assad, cosa di cui si

avvantaggerà il terrorismo islamico stipendiato.

Anche questo, come si intuisce, è uno sviluppo conseguente allo stato divenuto criminale.

Doppiezza, bagni di sangue, ipocrisia criminale, tutto ciò che ha formato la “buona coscienza” americana, la civic religion, sembra giunta al capolinea. Il sistema americano sembra contagiato dalla sovversione, destabilizzazione e disordine che ha sparso nel mondo. L’impero del Caos sembra colpito dal caos all’interno.

Nel 2016, alle presidenziali, rischiano di esserci non due, ma tre candidati: orrore, sgomento. Non che da Trump ci si possa aspettare qualcosa. Ma sarà comunque divertente, se per fermarlo non potranno che ucciderlo.