UE: a che punto l’austerità ci ha fatto (de)crescere

Trent’anni di austerità imposti alla UE da Berlino e dai “frugali” del Nord suoi subalterni culturali hanno fatto arretrare i paesi dell’Unione – Germania compresa – su tutti i settori tecnologici strategici. Risparmiare come ha voluto la Mekel, non fare deficit, tagliare le spese ha penalizzato la Ricerca e Sviluppo in Europa, e persino a un rimpicciolimento delle menti, a una mancanza di ambizione delle mentalità e culturale che l’imprenditore Arnaud Bertrand denuncia in questo pezzo: “sono francese, e da anni non mi capita di vedere un film francese”!

Alla base del disastro c’è la teoria economica fallace e dogmatica che però – si pretende “scientifica”. E’ ora di dirlo chiaro: sul piano della scienza dell’economia pubblica, l’asserzione:

L’austerità fa crescere

corrisponde rigorosamente nella sciena dell’astronomia alla assezione:

la Terra è piatta

Qui il successone tedesco:

Il modello di business tedesco era basato su:

  1. Energia a basso costo dalla Russia
  2. Subappaltatori economici nell’Europa dell’Est
  3. Esportazioni in costante crescita verso la Cina.

Ormai tutti e tre se ne sono andati, ma i politici e i sindacati tedeschi sono ancora mentalmente bloccati in un mondo che non esiste più

E adesso, leggete Bertrand:

Gli europei non si rendono conto di quanto siano profondamente nei guai a livello geopolitico. Una misura impressionante di questo è il “Critical Technology Tracker” compilato dall’Australian Strategic Policy Institute (ASPI): -aspi.s3.ap-southeast-2.amazonaws.com/2023-09/All%20

… Il tracker ASPI esamina le 64 tecnologie critiche del futuro e cerca di capire come i paesi si classificano l’uno rispetto all’altro per ciascuna tecnologia, in base alla quantità di ricerca ad alto impatto che producono.

DUNQUE: per quante di queste 64 tecnologie i paesi dell’UE sono al primo posto? Risposta: zero, nemmeno uno. La Cina è leader in 53 tecnologie (!) e gli Stati Uniti nelle altre 11.

Passiamo quindi al 2° posto, ci deve essere almeno una tecnologia per la quale l’UE arriva seconda, giusto? No, ancora una volta la risposta è zero. Bisogna arrivare al 3° posto per trovare finalmente i paesi dell’UE nella classifica per 14 tecnologie… E tutto sommato i paesi dell’UE sono tra i primi 5 paesi per solo 37 tecnologie, il che significa che per quasi la metà delle tecnologie critiche del futuro sostanzialmente non sono nemmeno in gara, figuriamoci in testa… Puoi vedere le conseguenze concrete di ciò nelle aziende tecnologiche europee.

Il più grande creato nell’era post-internet (diciamo dopo gli anni ’90) è Spotify e vale 59 miliardi di dollari. Che è un nano rispetto alle aziende tecnologiche statunitensi (Apple, ad esempio, vale 2,8 trilioni di dollari, Google vale 2,1 trilioni di dollari) o a quelle cinesi. Inoltre possiamo chiederci se sia davvero una società europea dato che è quotata alla Borsa di New York e ha più dipendenti negli Stati Uniti che in qualsiasi altra parte del mondo ( statista.com/statistics/813 )… La tecnologia è assolutamente fondamentale quando si tratta di geopolitica. È proprio così che l’Occidente ha avuto il sopravvento, con la rivoluzione industriale iniziata nel Regno Unito.

La loro superiorità tecnologica è dovuta innanzitutto al fatto che, abbinati a una cultura di conquista e di proselitismo, sono riusciti a sottomettere il resto del mondo.

La Cina ha capito fin troppo bene questa lezione. Durante la dinastia Qing divenne compiacente e arrogante. Ciò è meglio illustrato dalla famosa lettera dell’imperatore Qianlong al re Giorgio III in cui Qianlong scrisse “il nostro Celeste Impero possiede tutte le cose in prolifica abbondanza e non manca di alcun prodotto entro i propri confini” (vale la pena leggere l’intera lettera: china.usc.edu/emperor-qianlo ).

Una manciata di decenni dopo iniziò il “secolo dell’umiliazione” della Cina… Ecco perché oggi investono così tanta energia per essere al top della tecnologia. Il fatto che oggi l’Europa sia molto indietro nella corsa tecnologica, dopo Cina e Stati Uniti, è di cattivo auspicio per il futuro.

L’UE può davvero essere la versione odierna della dinastia Qing cinese. Oltre alla superiorità tecnologica, gli altri 4 aspetti chiave del potere quando si tratta di geopolitica sono: militare, economico, politico e culturale. Diamo un rapido sguardo a ciascuno di questi per l’UE.

Il potere militare è semplice: l’UE è in generale “protetta” (virgolette apposta) dalla NATO, che è un’organizzazione guidata dagli Stati Uniti. Pertanto, ad oggi, non hanno un potere militare indipendente di cui parlare. La Francia per molto tempo, fino al presidente Sarkozy nel 2007, è stata fuori dalla NATO, e come tale l’Europa poteva vantarsi di avere un esercito sovrano, ma questo è finito.

Ora siamo praticamente sotto la tutela militare completa.

Per quanto riguarda l’economia, l’UE è passata dall’essere la prima potenza economica del mondo 30 anni fa nel 1994, con una quota pari a quasi il 21% del PIL mondiale PPA (contro il 20% degli Stati Uniti e il 5% della Cina) al 14% di oggi, una cifra inferiore rispetto agli Stati Uniti al 15,5% e significativamente inferiore alla Cina al 19% ( imf.org/external/datam ).

In altre parole è passata da prima potenza economica del mondo a terza sempre più distante. E dato che la performance economica è legata allo sviluppo tecnologico, le prospettive di miglioramento sono nella migliore delle ipotesi scarse… Politicamente parlando, l’Europa ha ancora una propria voce? Dato che l’attuale dibattito nell’UE riguarda l’”autonomia strategica”, intendendo in gran parte la necessità che l’Europa abbia effettivamente una propria voce, la risposta è chiaramente no. Possiamo vederlo con Gaza, o con le questioni geopolitiche più importanti del momento: esiste una posizione europea chiara e distinta su questioni cruciali? No.

All’inizio del secolo l’Europa osava ancora avere la propria voce, come quando Chirac si oppose alla guerra in Iraq, ma oggi tutto questo è finito. Infine, l’ambito culturale. Quando è stata l’ultima volta che hai guardato un film contemporaneo francese, tedesco o italiano? O ascoltato una canzone contemporanea di uno di questi paesi? O leggere un articolo dai media di questi paesi? Ho il sospetto che per la stragrande maggioranza del mondo la risposta a queste domande sia “è passato un po’ di tempo”.

Diamine, sono francese e non guardo un film francese da qualcosa come 4 o 5 anni (e guardo forse 1 film a settimana), il che la dice lunga… L’Europa sta diventando in gran parte culturalmente irrilevante. Quindi sì, la foto non è affatto bella… Questo post è già troppo lungo quindi non entrerò nei motivi di questo evidente calo.

Dirò solo che molti europei si sentono giustamente immensamente traditi dall’UE, che ci è sempre stata presentata come un modo per restare in corsa contro i giganti che sono gli Stati Uniti e la Cina… ma ha prodotto l’esatto contrario. E temo che per cambiare la situazione sarà necessaria una leadership straordinaria, che sembra essere proprio ciò che manca all’UE in questo momento Amiamo dare lezioni al resto del mondo, ma temo che se siamo obiettivi diventeremo un caso disperato a livello globale, dato che abbiamo gestito male la mano straordinariamente buona con cui abbiamo iniziato solo pochi decenni fa.

Si dice spesso che gli Stati Uniti siano sull’orlo del collasso e, sebbene anche la loro situazione sia tutt’altro che eccezionale, abbiamo oggettivamente incasinato e cose anche molto peggio di loro, il che è una vera impresa…

E per l’Italia? ce lo ha chiesto l’Europa

Seriamente, cosa fumavano i politici quando hanno messo Italia e Germania in un’unica valuta? L’Euro ha decimato l’industria italiana e causato una disoccupazione giovanile di massa. A parte questo è un grande successo.

L'austerità fa crescere": saggio di economia o racconto di fantasia? - Rete MMT