Stati Uniti negano visto a ministro russo che doveva andare all’ONU. Cosa significa.

L’accusa russa arriva dopo che Washington ha rifiutato di concedere un visto al ministro degli interni russo per partecipare a un vertice delle Nazioni Unite

“Gli Stati Uniti hanno mancato al loro obbligo di nazione che ospita il quartier generale delle Nazioni Unite quando hanno rifiutato di concedere i visti al ministro degli interni russo e ad altri membri della sua delegazione, ha affermato Mosca. Vladimir Kolokoltsev e colleghi avevano intenzione di partecipare a un vertice delle Nazioni Unite dei ministri degli interni.” (RT)

Con questo rifiuto Washington butta nel cesso più che il diritto pubblico come vigeva fino a ieri nella stessa ideologia globalista, ma la civiltà stessa: rifiuta alla Russia la legittimità – non la riconosce come “nemico legittimo”, justus hostis, principio cardinale dello jus publicum aeuropeum che deve trattenere che le guerre diventino di annientamento totale.

Ormai dovremmo esserci assuefatti: è dall’11 Settembre 2001 e dal false flag delle due Torri come pretesto per attaccare l’Irak, che il potere americano bolla anticipatamente come “stati-canaglia” (rogue state: malfattori, delinquenti comuni) quelli più piccoli che ha deciso di devastare con la sua superiorità di forza schiacciante; l’ha fatto con tutti quelli che Israele riteneva necessario eliminare come minaccia più o meno esistenziale; dopo l’Irak, ha così definito la Siria di Assad, e l’Iran – la privazione dello status di justus hostis, della sua legittimità, ha delle comodità per l’aggressore, come la esenzione dalla distinzione fra il diritto a massacrare la gente in divisa ma non la popolazione civile, cosa che gli Usa hanno fatto largamente in Irak; o ancor più meschino e ripugnante in Siria, rubando il greggio appartenente alla Siria a da quando forze statunitensi, che hanno preso il controllo dei principali giacimenti di petrolio e gas ad Hasakah con l’aiuto dei ribelli curdi locali (da loro definiti “forze democratiche”) contrabbandano regolarmente i combustibili fuori dalla Siria.

L’8 agosto, il ministero del petrolio siriano ha dichiarato che gli Stati Uniti e i loro mercenari stanno rubando una media di 66.000 barili di petrolio al giorno in Siria, circa l’80% della produzione petrolifera siriana.

Inutile dire che della comodità si serve ampiamente Israele bombardando ogni pochi giorni Damasco, la capitale di uno stato estero presente all’ONU – e i suoi aeroporti civili senza bisogno di uno stato dichiarato di guerra; del resto sono loro gli inventori del tutto, negando il Talmud al resto dell’umanità la legittimità stesa di esseri umani.

Con il rifiuto del visto al ministro russo, insomma, gli USA ci hanno precipitato ad un livello più basso di barbarie; in fondo applicando ancor più perfettamente a se stessi sé l’epiteto che danno agli altri: Super-stato Canaglia, malfattore e delinquente comune. Ciò che distrugge sono i principi come la nozione che nemico “giusto”, anche se sconfitto, non perde la sua dignità e i suoi diritti, come provano le regole circa il trattamento dei prigionieri, ma anche l’immunità degli ambasciatori, le procedure di resa e in particolare le modalità di conclusione di un trattato di pace con le annesse clausole di amnistia.

Già Carl Schmitt, come noto, previde che “ l’asimmetria del conflitto avrebbe esasperato e diffuso le ostilità: il più forte avrebbe trattato il nemico come un criminale, mentre chi si fosse trovato in condizioni di irrimediabile inferiorità sarebbe stato di fatto costretto ad usare i mezzi della guerra civile, al di fuori di ogni limitazione e di ogni regola, in una situazione di generale anarchia. E l’anarchia della “guerra civile mondiale”, se confrontata con il nichilismo di un potere imperiale centralizzato, impegnato a dominare il mondo con l’uso dei mezzi di distruzione di massa, avrebbe potuto alla fine “apparire all’umanità disperata non solo come il male minore, ma anzi come il solo rimedio efficace”

Con quest’atto di non riconoscere il visto al ministro russo che doveva andare al Palazzo di Vetro, concretizza totalitariamente l’altra previsione di Schmitt:

“La guerra che si profila all’orizzonte non sarà soltanto una guerra globale, asimmetrica, “giusta” e “umanitaria”, ma sarà una guerra capace di una discriminazione abissale del nemico, poiché assumerà la forma di una permanente “azione di polizia”: una polizia internazionale, ovviamente controllata dagli Stati Uniti, che userà armi di distruzione di massa contro i “perturbatori della pace”, senza più alcuna distinzione fra truppe regolari e milizie irregolari, e fra militari e civili. Significa negare al nemico ogni qualità umana, dichiararlo hors-la-loi e hors-l’humanité, in modo da poter usare nei suoi confronti metodi spietati sino all’estrema disumanità [vedi Sion contro i palestinesi]. Quella del futuro “ Non sarà dunque una guerra fra Stati, suscettibile di concludersi con un qualche trattato di pace, ma sarà una permanente “guerra civile mondiale” condotta da una grande potenza per sottoporre a controllo poliziesco-militare l’intero pianeta”.

Né ci si illuda che la cancellazione del justus hostis porti la barbarie limitatamente al diritto internazionale. Da due anni e più stiamo subendo dai “nostri” governi occidentali la sospensione di libertà costituzionalmente garantite, vediamo lo sforzo di rendere obbligatoria con soprusi – la sospensione del lavoro e del salario, e la criminalizzazione mediatica – sieri di cui si è constatata la letalità e gli effetti avversi gravissimi; vediamo rendere criminali con aggettivi che mirano a buttare “ fuori dell’umanità” certe categorie di cittadini bollati come no vax: insomma abbiamo visto il potere (globale) smettere di riconoscere a

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“Non cedete alle ingerenze esterne, dice un’ingerenza esterna” (Giraldo)

arbitrio lo justus civis, il cittadino legittimo. Anzi svapora il concetto stesso di civis, con diritti e facilitazioni e persino esenzioni fiscali che sono concesse agli immigrati, ai rom, mentre sono negate a chi ha la cittadinanza costituzionalmente definita. Vediamo bollare le istanze della cittadinanza come “populismo” e “sovranismo”, e l’espressione della volontà popolare vanificata nei fatti assoggettandola a “vincoli esterni” esercitati da enti e oligarchie transnazionali ingiudicabili, resesi immuni previamente da conseguenze penali e civili per i loro atto, e non votate da nessuno. La democrazia è abolita, non essendoci più “cittadini legittimi” per il potere.

E’ proprio perché chi ha il potere ha abolito la nozione di “legittimo cittadino” che può operare lo sfoltimento crudele – in corso coi vax letali e invalidanti – dei popoli “superflui” in nome del riscaldamento climatico e della lotta all’inquinamento o – ultima scusa – delle “sanzioni alla Russia”. Ma in realtà perché il pianeta “è progettato per 3 miliardi di individui”. Abbiamo visto come Macron ha trattato i gilet gialli: come nemici da eliminare, e storpiare con forze preponderanti.

E’ infine contro non-più-cittadini che ci si prepara, come in Germania, a usare l’esercito, invece che per la difesa esterna, per la sicurezza interna. Da iniustus civis a hostis è un passo.

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