Rivoluzione Culturale 2.0 – Destra dei valori sinistra del lavoro?

Per contrastare l’ostilità degli Stati Uniti, la Cina si muove verso politiche meno a favore del capitale

Nel dicembre 2001 – per volontà del capitalismo globalizzatore voglioso di approfittare dei bassi salari là –  la Cina è diventata membro dell’Organizzazione mondiale del commercio: nessun dazio, liberismo assoluto. Ciò ha aperto nuovi mercati per l’industria cinese e ha attirato molti investimenti stranieri.

Questo sviluppo ha permesso alla Cina di fare enormi investimenti in infrastrutture. Ha anche generato le risorse necessarie per eliminare la povertà.

Questo sviluppo n avvenuto mentre gli Stati Uniti stavano sprecando soldi nelle guerre in Medio Oriente per Sion . Poiché adesso  gli Stati Uniti si stanno ritirando passo dopo passo da quelle guerre per affrontare la Cina, il paese deve prepararsi per il nuovo clima.

 

L’introduzione di caratteristiche sempre più capitalistiche nell’economia cinese negli ultimi 20 anni ha fatto nascere come funghi i miliardari, mega multinazionali potenti che hanno influenzato il potere “comunista” . Le imprese hanno cercato di ignorare o di ottenere influenza sulle strutture e sui regolamenti del governo. La febbre della Borsa ha portati le solite bolle speculative, nel  mercato immobiliare.  La speculazione dei ricchi ha creato gli eccessi culturali il cinismo egoista, edonismo predatorio e gli stili di vita aberranti che noi conosciamo. Il Partito ha cominciato a temere non solo di perdere potere, ma la minaccia al l’unità nazionale.

Questi squilibri  hanno svuotato  la direttiva  e descrizione dell’economia cinese come “socialismo con caratteristiche cinesi”.  Il governo doveva agire per evitare futuri conflitti interni. Lo fa spietatamente senza riguardo ai valori delle azioni o agli interessi degli investitori finanziari.

 

Da allora la campagna per la riforma alla cinese è proseguita con velocità e respiro sorprendenti.  Il blog Moon of Alabama  ha  messo insieme una serie di titoli che danno un’idea della durezza repressiva contro i miliardari quotati in Borsa,  e vastità – e coerenza – dei nuovi regolamenti e leggi progettati   dal partito pur mantenendo la crescita economica della Cina.

Il nuovo slogan di quest’era è ora “prosperità comune” il regime ha stroncato la privatizzazione dell’istruzione e della sanità  in corso, non ha esitato a far perdere miliardi n borsa alla speculazione, ha fatto abbassare le ali alle high tech, ha difeso i lavoratori più sfruttati (i rider),   sta palesemente riducendo i grandi divari di ricchezza – mantenendo al contempo ragionevoli incentivi monetari e l’economia di mercato per consentire un ulteriore sviluppo.

Un opuscolo, scritto da una figura maoista minore, che giustifica queste misure e le inserisce in un contesto politico più ampio è stato ampiamente pubblicato  e ripreso dagli organi del Partito Comunista:

Un commento ampiamente pubblicato sui media statali cinesi ha descritto la repressione normativa del presidente Xi Jinping come una “profonda rivoluzione” che sta investendo il Paese e ha avvertito che chiunque avesse opposto resistenza sarebbe stato punito.

“Questo è un ritorno dal gruppo del capitale alle masse del popolo, e questa è una trasformazione da centrato sul capitale a centrato sulle persone”, si legge , aggiungendo che ha segnato un ritorno al progetto originale del Partito Comunista. “Pertanto, questo è un cambiamento politico,  le persone stanno diventando di nuovo il corpo principale di questo cambiamento, e tutti coloro che bloccano questo cambiamento incentrato sulle persone saranno scartati”.

L’autore passa poi a collocare la “trasformazione profonda” in un contesto geopolitico più ampio :

“La Cina sta attualmente affrontando un contesto internazionale sempre più severo e complesso. Gli Stati Uniti hanno applicato minacce militari, blocchi economici e tecnologici, attacchi finanziari e assedio politico e diplomatico contro la Cina”, ha scritto Li.

“Gli Stati Uniti hanno anche lanciato la guerra biologica, la guerra cibernetica e l’opinione pubblica occidentale contro la Cina”.

“Se dobbiamo ancora fare affidamento sui grandi capitalisti come forza principale dell’antimperialismo e dell’anti-egemonismo, o ancora cooperare alla strategia del ‘tittytainment’ degli Stati Uniti, i nostri giovani perderanno le loro vibrazioni forti e virili (ohibò ) e   crolleremo come l’Unione Sovietica prima di essere attaccati”, ha detto, sostenendo che gli Stati Uniti hanno lanciato una rivoluzione colorata contro la Cina attraverso diversi canali.

La “profonda trasformazione” in corso in Cina mirava a rispondere agli attacchi brutali e feroci degli Stati Uniti, nonché all’attuale complicata situazione internazionale, ha affermato.

Il regime sta persino creando una anti-Hollywood, premendo sui premendo sui produttori perché la piantino con l’ideologia gender, i divetti efebici, l’esibizione della ricchezza  materiale :”lavoratori ordinari e le persone dovrebbero diventare i protagonisti degli schermi. Le persone trarrebbero beneficio dall’obiettivo della “prosperità comune” dopo la riforma dei settori dell’istruzione, della medicina e della proprietà. E si tratti il tema del patriottismo.

 

Suona come Rivoluzione Culturale 2.0,ma al contrario:  allora si videro  furie di studenti maoisti contro biblioteche o campi di rieducazione per professori revisionisti. Qui un programma di “destra  dei valori  e sinistra del lavoro”, ossia di populismo.

Il capitalista predatore George Soros afferma nel Financial Times che queste mosse condanneranno l’economia cinese.  Ma Le aziende che guardano solo ai valori degli azionisti non sono solide e non consentono una società sana. Basta guardare  i campi per senzatetto nelle città degli Stati Uniti.

Commenta il blog:

“A parte ideologico, le nuove mosse normative sono populiste…e popolari    Piaceranno alle masse. Garantiscono la rielezione del presidente Xi Jinping al congresso nazionale del partito del prossimo anno. Rafforzeranno l’unità della Cina nella sua competizione con gli Stati Uniti”.

Certo, in Cina non c’è libertà, vige il sistema dicredito sociale. Perché, da noi la libertà c’è.