Ripeto: persino Il Monitore del Colle – èd è tutto dire per questo servente dei Poteri Forti e Vincoli Esterni – ha espresso explicita la condanna di Israele per lo sterminio che sta commettendo a Gaza.
Prevost invece zitto. Zitto. Può un Pontefice autentico tacere davanti al genocidio che i talmudici stanno commettendo sotto gli occhi della telecamere del mondo? Invece Prevost sta attentissimo a nemmeno pronunciare la parola “Gaza”.
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E come mai il suo primo atto appena piazzato sul Soglio è stato di scrivere al rabbino Di Segni, assicurandolo del’’impegno «a continuare e a rafforzare il dialogo e la cooperazione della Chiesa con il popolo ebraico nello spirito della dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano secondo», ossia del documento di assoluzione dal deicidio dettato a Giovanni XXIII dal B’nai B’rith? Perché era per lui così urgente?
Ma ora pendiamo nota del suo silenzio sul genocidio talmudico in corso. Sentirete come tuonerà invece quando bisognerà condannare noi che emaniamo velenoso CO2 con le nostre utilitarie e andiamo puniti e multati ed espropriati per “salvare il pianeta”.
Leggetevi le parole di Mattarella, che avrebbe potuto edovuto pronunciare El Prevost:
Guerra a Gaza, Mattarella: “Disumano ridurre alla fame un’intera popolazione”
“Che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano, e grave è l’erosione dei territori attribuiti all’autorità nazionale palestinese”: sono le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando del massacro a Gaza al corpo diplomatico accreditato in Italia in vista della Festa della Repubblica del 2 giugno, Festa della Repubblica.
Il capo dello Stato ha aggiunto che “i palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi”. “Questa prospettiva e la sicurezza di Israele – elementi imprescindibili – appaiono gravemente minacciate dalla semina di sofferenza e di rancore prodotta da quanto sta accadendo”, ha continuato.
Aggiungendo che “l’occupazione illegale di territori di un altro Paese non può essere presentata come misura di sicurezza: si rischia di inoltrarsi sul terreno della volontà di dominio della barbarie nella vita internazionale”.