NETANYAHU E’ UN MODERATO. VEDRETE CHI GLI SUCCEDERA’…

Netanyahu?  “Il miglior primo ministro del paese”: così Israel Shamir, il convertito all’ortodossia russa, in un’analisi tra il sarcastico e lo spaventoso. “Bibi” si sa, è perseguito da accuse di corruzione che possono farlo finire in galera (come  uno dei suoi predecessori, Ehud Olmert: ecco  una lezione che l’Italia dovrebbe apprendere da Sion). Ebbene, non pregate che cada, Netanyahu: quelli  che gli succederanno sono peggiori di lui.

Li passa in rassegna: Avigdor Liberman, il ministro Difesa,  che vuole bombardare la diga di Assuan; Naphtali Bennet, ministro dell’Istruzione, che vuole che  Ahed Tamimi, la sedicenne che ha schiaffeggiato un soldato, venga incarcerata a vita. O il “centrista” Yair Lapid? personaggio ex-TV di bell’aspetto, probabilmente il favorito in gara, un Macron di Israele;  che persino  il Jerusalem Post  ha definito, “l’uomo più pericoloso della politica israeliana di oggi, un buffone bell’aspetto, carismatico e troppo sicuro di sé, un ignorante affabile senza alcuna gravitas intellettuale, privo di principi morali”.  Zipi Livni? E’ la Hillary Clinton israeliana. Avi Gabay, il laburista? E’ uno che ha promesso agli arabi: voi sparate un missile, noi venti. In generale, non rimpiangete che la “sinistra non sia al governo”.  Israele forse non comincerà la guerra finché il Labour (o Zionist Union) non  parteciperà ad una coalizione (destra-sinistra)  “Il Labour non ha problemi ad entrare in guerra”.

http://www.unz.com/ishamir/netanyahu-besieged/

“In confronto a tutti questi candidati, Netanyahu è un uomo moderato e prudente”.  Perché Israele oggi è un coacervo di tribù e di sette etnico-religiose che  si odiano (askenazi contro ebrei orientali, “russi” contro “americani”)  che solo una cosa unisce: l’odio contro gli arabi.

Oltretutto, “nel quadro internazionale,   la caduta di Netanyahu avrebbe un impatto importante: sarebbe la vittoria dei mondialisti liberisti perché Netanyahu è, come partner, della stessa tendenza di Trump e Putin. Effettivamente, abbiamo visto Bibi andare in Ungheria ad abbracciare Orban, perché è nemico giurato  di Soros. E  si dà del tu con Putin che con cui va continuamente a  parlare, mentre  l’ebraismo internazionale sta per trasformare la Russia in “Amalek”, il nuovo popolo del Male da sterminare  (guardate solo l’atteggiamento dei governi europei verso Putin e capirete).

Il  punto è che anche Mosca condivide l’analisi di Shamir: Netanyahu è  il meno peggio. Lo dimostra una intervista che Sputnik News ha fatto a Navid Nasr, analista politico di origine serba, basata sulla domanda: quanto è realistico che Israele si lanci in guerra contro l’Iran?

Nasr: “Si deve prestate tutta l’attenzione alla politica interna  in Israele. Ci sono molti più che detestano Netanyahu per tutto quel che ha fatto a cominciare dagli anni ’70,che di gente che lo sostiene.  Ma   coloro che lo sostengono sono per il momento più potenti; quanto a coloro che lo odiano e vogliono la sua caduta, devono fare attenzione alle  conseguenze, secondo il vecchio detto: “Dopo di me il diluvio”. Netanyahu è lungi dall’essere la sola persona detestabile in  Israele….”.  L’allusione a “gente potente” e gente meno potente deve aver a che fare con  capi-cosca delle tribù  che restano  nell’ombra, askenazi o sefarditi, rabbini o no, a cui la nostra scarsissima conoscenza dei  misteri di Sion non permette di dare un volto e un nome.

https://sputniknews.com/analysis/201802271062023877-israel-iran-war-scenario/

Ma si può dar ragione a Philippe Grasset, di Dedefensa, quando constata nella “estrema instabilità interna della  direzione politica del paese” ebraico, “e la possibilità di versare in iniziative avventuriste,  una prossimità, un parallelo”   con “le situazioni interne delle direzioni politiche americaniste”, il Deep State che si oppone e vuole eliminare Trump il sovranista goffo e confuso, meno guerrafondaio di quanto i poteri forti lo vorrebbero. Cosa del resto non strana, dato che in entrambi i paesi governano gli ebrei, e il diritto internazionale adottato è quello talmudico. Ciò indica uno sbocco in “un tipo di catastrofe in cui la confusione avrebbe la sua parte”.