Mosca: Come il summit Putin e Trump potrebbe “riconfigurare l’ordine mondiale”

Finalmente  un’analisi e una visione….

La fine del vecchio ordine

Sputnik

…. Concetti come stabilità strategica, controllo degli armamenti, globalizzazione e confronto ideologico vengono abbandonati. La NATO sta perdendo significato e l’Unione Europea è sull’orlo del collasso, scivolando verso quella che lo storico britannico Arnold Toynbee una volta definì una “governance suicida”.

A sostituire la politica atlantista c’è una multipolarità di civiltà con un ambiente globale altamente competitivo, valori diversificati e modelli di sviluppo eterogenei. In Medio Oriente, il rapido cambiamento è illustrato dalla radicalizzazione della società israeliana, dove gran parte della popolazione – in gran parte di origine non europea – considera la costruzione del Terzo Tempio e l’istituzione di un ordine halachico, simile alla sharia islamica.

Un simile cambiamento, incoraggiato dai “sionisti cristiani” statunitensi, sarebbe sembrato improbabile fino a poco tempo fa. Il presidente russo Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump – Sputnik International, 1920, 10.08.2025 Analisi Putin e Trump potrebbero “riconfigurare l’ordine mondiale” in Alaska

Posizione strategica della Russia

Il vantaggio della Russia sia nelle armi strategiche che in quelle convenzionali, e ora sul campo di battaglia in Ucraina, sta rimodellando il ruolo della forza nella politica mondiale. Mosca sta riscrivendo le regole e imponendole all’Occidente.

Invece di un’altra crisi missilistica europea, l’attenzione si sposta sulla monetizzazione delle risorse e sullo sviluppo di nuovi strumenti finanziari, come le stablecoin garantite dal dollaro e legalizzate negli Stati Uniti, che stanno emergendo come fondamentali. Tutto ricorda il XVIII secolo sotto Caterina la Grande, quando la Russia raggiunse l’apice della potenza, espanse i suoi confini e agì in Europa da una posizione di forza.

In quel periodo si affermò anche la politica di “neutralità armata” della Russia durante la Guerra d’Indipendenza americana, in netto contrasto con le strategie di contenimento impiegate contro la Russia dopo il suo ingresso a Parigi nel 1814. Lezioni da due secoli di politica

La storia, a partire dalle guerre napoleoniche, è stata plasmata dai tentativi occidentali di frenare la Russia, dalla guerra di Crimea all’Intesa.

Decisioni come la concessione dell’autonomia alla Finlandia, l’annessione della Galizia e l’attuazione della politica di nazionalità di Lenin furono errori strategici. La prima “rivoluzione colorata” in Russia – la Rivoluzione di febbraio del 1917 – fu orchestrata da esponenti filo-britannici della Duma, con conseguenze durature. Ora, più di due secoli dopo, le illusioni sull’Occidente sono svanite.

La Russia può perseguire una politica estera integrata e proattiva alla pari di altre superpotenze, in particolare Stati Uniti e Cina. Ucraina: una questione secondaria al vertice In questo contesto, la risoluzione del conflitto ucraino – già persa dall’Occidente – diventa secondaria nelle relazioni tra Stati Uniti e Russia. Un cessate il fuoco richiederà probabilmente all’Ucraina di firmare un trattato di pace che riconosca nuovi confini.

Gli elementi chiave potrebbero includere: Federazione o decentramento, che garantisce alle regioni il diritto di mantenere legami storici con la Russia Cooperazione economica con la Russia come unica via di sopravvivenza praticabile per l’Ucraina, una realtà riconosciuta persino dall’ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti Zbigniew Brzezinski

Nessun finanziamento UE per la ricostruzione, data la crisi economica di Bruxelles e la dipendenza dalla Cina

Il declino dell’influenza dell’Europa

l’UE non avrà una vera voce in capitolo in Alaska. Washington e Mosca, agendo di fatto in tandem, hanno eroso la posizione dell’Europa a un punto tale da non potersi più riprendere nel prossimo futuro.

I colloqui si concentreranno invece sulle garanzie materiali di pace e sulla sicurezza della Russia, inquadrate come un accordo posticipato post-Guerra Fredda in cui “nessuno ha vinto, nessuno ha perso”.

Comprendere il sistema politico statunitense

Per la Russia, negoziare con gli Stati Uniti richiede di comprendere la sua frammentata struttura di potere, divisa tra Congresso, Casa Bianca e gruppi di interesse concorrenti. Questa decentralizzazione, unita alla politicizzazione di migliaia di incarichi burocratici, rende difficile la stipula di accordi globali. Gli Stati Uniti, in quanto eredi dell’Impero britannico, vantano una storia di spietatezza nella difesa dei propri interessi, un aspetto da considerare quando si affrontano questioni che vanno dalla Cina alla cooperazione artica.

L’Artico come punto di convergenza

Se Trump consolidasse l’influenza sulla Groenlandia e sul Canada, l’Artico potrebbe trasformarsi da linea di demarcazione a sfida condivisa per Russia e Stati Uniti, dai cambiamenti climatici allo sviluppo strategico. La regione potrebbe diventare il punto di partenza per una nuova era nelle relazioni, superando le tendenze negative del secolo scorso.