Messina, capo di Banca Intesa: il debito italiano sia più sostenibile e non dipenda solo dalla BCE

“Dopo la BCE, Intesa è il maggior creditore dello Stato.  E’ importante ascoltare Messina”

Il banchiere: servono piani che riducano la dipendenza da Francoforte e facciano leva sui 10 trilioni di risparmi. La stagflazione? Ancora non c’è

Mentre la volatilità dello spread si va riducendo, il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina lancia un invito al paese: il debito pubblico italiano sia sostenibile e riduca la dipendenza dalla Bce. Dal palco dell’evento Young Factor (Osservatorio Permanente Giovani-Editori) il banchiere ha fatto un’analisi pacata e propositiva: “noi in Italia non abbiamo il problema della sostenibilità del debito pubblico. Questo deve essere un messaggio chiaro. L’Italia è forte e ha la forza di fare le cose in autonomia. Deve farle senza essere attaccata al bocchettone di Francoforte, soprattutto quando hai 10 trilioni di risparmi. L’Italia ha la forza, i talenti e le condizioni strutturali per farlo. Si rende necessario fare die piani per che accelerino la crescita ma che riducano la dipendenza dalla Bce”, ha concluso Messina.

I precedenti appelli

Considerazioni in linea con quelle fatte dal banchiere nei giorni scorsi ai microfoni di Class Cnbc: “È indispensabile ridurre lo stock del debito pubblico. Lo Stato ha delle proprietà immobiliari, degli asset che, secondo me non ha nessun significato che rimangano nelle mani del Pubblico. Si potrebbero costituire dei fondi immobiliari sottoscritti dai privati che acquistino questi immobili di buona qualità e quindi concorrano a ridurre il debito pubblico, garantendo rendimenti adeguati agli investitori, tutto sommato con un livello di rischio relativamente basso”, ha spiegato il banchiere, sposando lo spirito dell’appello lanciato da Class Editori sabato 11 per tagliare il debito pubblico italiano.

L’invito al realismo

Nel suo intervento Messina ha invitato anche la comunità finanziaria a non fasciarsi la testa di fronte alla volatilità di questi giorni. “Perché parlare di stagflazione? Non c’è. Se tutti pensiamo a cosa succede se lo spread va a 500, se il governo Draghi cade, ma perché dobbiamo pensare a tutte queste cose? Cerchiamo di un avere approccio, non dico ottimista, ma realista”, ha spiegato il ceo di Intesa Sanpaolo nel corso della sua intervista. “Sulla stagflazione – ha puntualizzato Messina – c’è un’ipotesi teorica che possa accadere. Questo è un punto sul quale da un lato le politiche monetarie possono arrivare fino a un determinato livello, dall’altro è responsabilità dei governi accelerare sulla crescita dove serve, con grande attenzione alle disuguaglianze”. (riproduzione riservata)