Meloni e altri cinque leader scrivono a von der Leyen: «Bisogna aprire alle auto ibride e ai biocarburanti»

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Giorgia Meloni
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Dopo la lettere della Germania arriva anche quella di altri sei leader Ue. La visione è la medesima: deve essere il principio della neutralità tecnologica a guidare il nuovo piano sull’automotive

di Giorgia Pacione di Bello|Aggiornato il 05/12/2025 18:20

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Continua il pressing sulla Commissione Ue affinché dopo il 2035 le auto ibride e i biocarburanti possano continuare ad esistere. Dopo la lettera della Germania, che chiedeva all’Ue di puntare sulla neutralità tecnologica e sull’avere anche della auto ibride dopo la scadenza, anche i primi ministri di Italia, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, si sono rivolti alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, oltre che ai presidenti del Consiglio europeo, del Parlamento europeo e alla prima ministra danese, Mette Frederiksen, presidente di turno dell’Ue, per far inserire nel piano sull’automotive la sopravvivenza delle auto ibride e dei motori con i biocarburanti anche dopo il 2035.

«La recente discussione del Consiglio europeo sulla competitività e il dibattito sull’approccio generale del Consiglio in merito alla revisione della Legge europea sul clima hanno chiaramente evidenziato la necessità per l’Unione europea di abbandonare, una volta per tutte, il dogmatismo ideologico che ha messo in ginocchio interi settori produttivi, peraltro con benefici scarsi o quasi nulli in termini di riduzione delle emissioni globali», si legge nella lettera firmata da Italia, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, visionata dall’Ansa.

Le richieste dei sei alla Commissione Ue

Una lettera che ricalca quella tedesca per quanto riguarda i principi fondamentali. Il gruppo di paesi guidati dall’Italia ha messo nero su bianco come «non esiste una soluzione unica per il percorso di decarbonizzazione e imporre una sola tecnologia frena ricerca, innovazione e concorrenza virtuosa. Ciò è particolarmente vero e urgente per l’industria automobilistica e dei componenti per auto europea, un settore che sta soffrendo drammaticamente a causa delle politiche Ue attuali e che ha bisogno di risposte immediate».

E dunque, per i sei leader è «imprescindibile» che la prossima revisione del regolamento sulle emissioni di Co2 per le autovetture confermi anche dopo il 2035:

  • il ruolo dei veicoli ibridi plug-in (Phev);
  • della tecnologia a celle a combustibile;
  • introduca il riconoscimento dei veicoli elettrici con range extender (Erv), nonchè di altre tecnologie future che possano contribuire all’obiettivo di riduzione delle emissioni.
  • il riconoscimento dei carburanti a zero e basso tenore di carbonio e dei carburanti rinnovabili nella decarbonizzazione dei trasporti, inclusi quelli su strada, classificando anche i biocarburanti (carburanti rinnovabili) come carburanti a impatto carbonico neutro anche prima del 2035.

Altro tema, le flotte di auto aziendali. Sulla questione l’Italia e gli altri cinque paesi mettono in guardia la Commissione: «introdurre ulteriori obblighi o quote minime di veicoli a zero emissioni (Zev) per le flotte aziendali a qualsiasi livello comporterebbe una duplicazione normativa e un aumento della burocrazia, in contrasto con l’obiettivo di semplificazione perseguito a livello europeo». Inoltre, «limitare le flotte aziendali esclusivamente ai veicoli Zev minerebbe la competitività delle imprese, in particolare delle piccole e medie imprese, introducendo nuovi oneri economici e amministrativi. L’inclusione dei veicoli pesanti nell’ambito di applicazione del regolamento sarebbe inoltre dirompente per l’intero sistema dei trasporti», conclude la lettera.

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