L’Italia ha offeso il Sacro Vincolo Esterno

Nulla è cambiato, perché il Patto di Stabilità e Decrescita – che è stato pensato apposta per noi, per incatenarci in eterno alla catena del debito e all’austerità, dunque alla miseria salariale – è stato comunque approvato dagli altri. Ma godiamoci le strida, le urla di indignazione devota dei media del Sistema per il fatto chegli italiani alll’europarlamento si sono astenuti – in modo bipartisan. Fratelli d’Italia col PD…

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Qui Huffingtton Post:

Unità nazionale nell’astensione. I partiti italiani compatti (e un po’ cialtroni) sul nuovo Patto UE

Solo 4 italiani votano sì a Strasburgo sulle nuove regole fiscali. Gli altri si astengono o votano contro (M5S). Gentiloni tradito anche dal suo Pd, commenta: “Abbiamo unito la politica italiana. La scelta dem per ragioni di politica interna”

La maggioranza si astiene sul patto di stabilità benedetto da Meloni e trattato da Giorgetti, il Pd fa lo stesso contro Gentiloni, che l’ha voluto. Tutto a beneficio di partitelle nostrane che con l’Ue nulla hanno a che vedere. È tutto finto, come le candidature di chi poi a Bruxelles non ci andrà

ok dell’aula di Strasburgo al nuovo Patto di stabilità e crescita che, a partire dalla metà di quest’anno, andrà a sostituire le vecchie regole fiscali sospese quattro anni fa per pandemia. La nuova governance economica dell’Ue viene approvata a larga maggioranza da parte dei principali gruppi politici: il Ppe, i Socialisti&Democratici e Renew Europe. Ma tra gli eurodeputati italiani di ogni colore solo quattro votano a favore. Quasi tutti si astengono o votano contro, come fa il M5s. Unità nazionale sull’astensione, cosa rara mai accaduta prima: dal centrodestra al governo all’opposizione dem, all’Europarlamento la politica italiana sceglie di prendere le distanze da una creatura che per l’esecutivo è stata negoziata dal leghista Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, e per il Pd dal Commissario all’Economia Gentiloni. Entrambi in qualche modo escono sfiduciati da una mossa che il commissario europeo spiega come motivata da “ragioni di politica interna, non dal contenuto del testo”, che, dice, “non è perfetto, ma è un buon compromesso” sostitutivo delle vecchie regole “così rigide da non poter essere applicate”.

Votano sì solo sul regolamento che istituisce il nuovo braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita, cioè i parametri da rispettare per evitare le procedure di infrazione, quattro sì italiani

Tutti gli altri si astengono o votano contro. Persino Forza Italia, la forza ‘moderata’ della maggioranza Meloni si astiene. Perché? “Perché va bene così”, risponde a margine della plenaria la vice capo-delegazione Alessandra Mussolini…

Fratelli d’Italia. “Sebbene il testo sia stato migliorato rispetto alla proposta iniziale grazie al lavoro del Governo italiano, esso presenta ancora alcuni punti critici fortemente voluti dai cosiddetti Paesi frugali, come la salvaguardia di sostenibilità del debito che comporterà meno flessibilità di quella attesa, nei prossimi anni. Sarà priorità del nostro impegno, nella prossima legislatura, lavorare come maggioranza di centrodestra, ad una modifica sostanziale del Patto, che tenga conto delle esigenze finanziarie degli Stati membri attraverso un approccio che vada nella direzione di una maggiore flessibilità”.

La Nuova Catena UE “non convince nemmeno il Pd, che in altri tempi non avrebbe mai tradito il proprio ‘uomo’ a Bruxelles, Gentiloni, big della vecchia guardia Dem. Il partito di Schlein sceglie di astenersi, di riflesso anche alla posizione del Movimento Cinquestelle compatto sul no. “Abbiamo deciso di astenerci e non appoggiare la riforma del Patto di Stabilità, una scelta politica complessa perché in dissenso rispetto alla posizione di altre delegazioni dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo. Lo abbiamo fatto perché riteniamo che il testo uscito dal negoziato con il Consiglio sia eccessivamente peggiorativo non soltanto rispetto alla proposta originaria del Commissario Gentiloni che abbiamo sostenuto ma anche della posizione del Parlamento Europeo, specialmente se guardiamo agli interessi dell’Italia”, dice il capodelegazione Brando Benifei.

Tiziana Beghin del M5s spiega perch il suo gruppo ha votato contro: – Si impongono tagli ulteriori che sono l’esatto di quanto dovremmo fare. Questa riforma è stata voluta e considerata positiva da un governo come quello Meloni che si definisce patriottico ma patriottico non è: sta svendendo l’Italia ai falchi dell’austerity”.

Notare il commento favorevole, invece, di StartMag:

Il dissenso italiano ha suscitato, com’era prevedibile, molte lamentazioni Ma per una volta potrebbe anche darsi che tante resistenze non siano infondate, considerato il modo in cui nel corso della trattativa il Patto si è progressivamente irrigidito, prefigurando un ritorno a quella filosofia dell’austerità che già tanti danni ha fatto all’Europa, e molti di più potrebbe farne all’Italia.
Resta il colpo d’occhio di tutte le principali delegazioni italiane che votano in dissenso dai rispettivi schieramenti (il Pd rispetto al Pse, Forza Italia rispetto al Ppe, Meloni rispetto alla sua nuova amica Ursula von der Leyen).

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La spiegazione di Gilberto Trombetta:

Il nuovo Patto di (in)stabilità e (de)crescita prevede politiche di austerità (cioè taglio della spesa pubblica) e riforme lacrime e sangue per i Paesi che violano i parametri europei (deficit/PIL superiore al 3% e debito/PIL superiore al 60%). La manovra sarà scritta da Bruxelles. L’Italia potrà solo scegliere se tagliare la spesa pubblica dello 0,6% ogni anno per 7 anni o dell’1,15% ogni anni per 4 anni. Alla fine il taglio cumulato complessivo sarà comunque superiore al 4%. Ciò di circa 100 miliardi di euro l’anno. Dal computo della spesa pubblica saranno scorporati i soldi che ogni anno diamo alla UE per finanziarla. Oltre al danno, la beffa. Dalla UE non basta uscire. Va distrutta per poi cospargere di sale le sue rovine di modo che non rinasca mai più.

Così lItalia si conferma il laboratorio politico inventivo che tutti i “frugali” odiano. Il risultato, se ci sarà, va rimandato alle prossime elezioni europee, che possono cambiare gli equilibri di poterea Bruxelles..