LE PREVISIONI DI NINO GALLONI PER IL 2019: LA CRISI SPAVENTOSA, E COME GOVERNO PUO’ SCONGIURARLA.

Tra i vari scenari futuri che si potrebbero delineare già a partire dal 2019, ve ne è uno particolarmente complicato che potrebbe verificarsi osservando alcune delle condizioni che stanno maturando .
Questo scenario, anche se non è il più probabile, è certamente possibile e, altrettanto certamente, il più negativo per l’Italia.

Infatti, si può prevedere che nel 2019 vi sarà una crisi spaventosa.


Questo brano è ricavato dalla prefazione di Nino Galloni al libro L’economia spiegata facileisbn 9788895288901 – Articolo originale su economiaspiegatafacile.it


 

IL PROSSIMO CAMBIO DI GUARDIA ALLA GUIDA DELLA BCE

Le principali ragioni che ci possono portare a questa crisi sono palesi e ben note.
Con la conclusione del 2018 assisteremo alla fine del quantitative easing (QE) a cui seguirà, pochi mesi dopo, il programmato passaggio di consegne da Mario Draghi al nuovo Presidente BCE che sarà un Tedesco.
A quel punto, le politiche monetarie della BCE si saranno allineate su quelle, già adesso ben più restrittive, della FED americana.

È in ragione delle politiche della FED che Trump è costretto ad insistere sulle politiche dei dazi,perché senza svalutazione del dollaro è necessario che gli USA trovino altri stratagemmi per difendere la propria economia.
Anche Cina, India e Russia non hanno interesse a che il Dollaro si svaluti, perché la moneta che questi Paesi stampano e con la quale si stanno comprando il mondo è garantita dal Dollaro e poi perché un Dollaro non debole favorisce il loro export.


 

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GEOPOLITICA

Gli Stati Uniti si stanno indebolendo dal punto di vista geopolitico, Cina, India e Russia, invece, si stanno rafforzando; scartando l’ipotesi guerra mondiale, perché sarebbe troppo devastante, prima che questi quattro Paesi trovino degli accordi simili a una nuova Bretton Woods – che comunque sarebbe una soluzione apparente – è possibile che, nel 2019, la Germania si voglia staccare dall’Euro dando la colpa all’Italia.
La Germania potrebbe sfilarsi per guardare ad est perché il suo modello industriale, basato sulla metalmeccanica, non ce la farebbe guardando soprattutto ad ovest.
Se la Germania tirerà dritta e non vorrà certamente farsi carico del naufragio dell’Euro perché poi i mercati gliela farebbero pagare (non dimenticandosi che la Deutsche Bank ha ancora 70 mila miliardi di titoli tossici nei suoi bilanci).

Ma prima che l’Euro vada per aria quale sarà il problema maggiore per l’Italia?
Se saremo sotto attacco della finanza internazionale e senza QE, da una parte i nostri titoli verranno buttati sul mercato, le società di rating ci declasseranno e, se noi non ci saremmo già attrezzati (con una agenzia di rating alternativa) le banche non potranno più tenere i nostri titoli di Stato nei loro bilanci e, quindi, dove andremo a pescare la moneta che ci serve?


 

CI SONO SOLUZIONI POSSIBILI PER L’ITALIA?

Se l’Italia cartolarizzasse i 500 miliardi di crediti fiscali inesigibili, potrebbe vendere i titoli così creati alla BCE per finanziarsi con la liquidità che ne riceverebbe in cambio.
Se il governo italiano saprà sfidare coraggiosamente i mercati, le cose miglioreranno per noi; ma se invece calerà le braghe, saranno dolori.
Se l’Italia non può stamparsi da sola i soldi, non si dota di una moneta parallela, non si vuole tornare a prima del 1981, l’Euro lo gestisce la BCE che potrebbe imporre politiche restrittive, il massimo che si può fare è emettere titoli, ma se poi i principali acquirenti che sono le banche, non possono averli a bilancio, per noi è finita: in questo caso i regolamenti europei prevedono che la BCE ci compri i titoli direttamente, ma in cambio del commissariamento totale del Paese. Quello che si voleva fare per la Grecia!
E, allora, vi immaginate il coro dei Renzi, Gentiloni, Martina, Berlusconi e soci?

Noino Galloni prefazione al libro di economia spiegata facile“Trovo che L’ECONOMIA SPIEGATA FACILE vada nella giusta direzione di trasformare il lettore, qualunque sia la sua età o il background culturale, in protagonista ed esecutore del cambiamento”

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A CHI DARANNO LA COLPA DELLA CRISI?

A quel punto i sovranisti e i noeuro verranno fatti passare per i colpevoli di quello che è successo.
Quello che occorre, come stiamo ripetendo da sempre, è il fatidico piano B, che di recente Paolo Savona ha riproposto come tema da far entrare nell’agenda politica dell’Italia. Ma potersi gestire le politiche monetarie comunque non sarebbe sufficiente per l’Italia. Occorre che la politica italiana viri verso nuovi modelli economici capaci di sostenere l’economia nel futuro.

Ma cosa può fare il semplice cittadino all’interno di una cornice così ampia e complessa? Sarà ancora disposto a fare trascinare le sue paure dalla corrente del pensiero dominante o sarà in grado di distinguere la propaganda dalla realtà?
Ciò che nei decenni che ci hanno preceduto è certamente mancata è la consapevolezza che i cambiamenti geopolitici potessero essere incanalati entro alvei più prossimi alle aspettative del cittadino se questo riesce ad elaborare una voglia di cambiamento e di partecipazione di massa.


 

 

INFORMARSI PRIMA DI DIVENTARE UN GIOCATTOLO IN MANO ALLA PROPAGANDA PRO O ANTI EURO

Occupy wallstreet e i movimenti anti globalisti, severamente puniti al G8 di Genova, hanno dato un segno di svolta che sembrava essersi sopita e invece no.
Le recenti elezioni in Italia ci hanno dato un assaggio di come gli scenari possono essere ribaltati. Il segno del risultato che l’esecutivo appena insediato saprà dare lo vedremo solo con il tempo.

Occorre però che i cittadini imparino a dotarsi di strumenti utili a mettergli nelle coscienze la consapevolezza necessaria per partecipare attivamente al cambiamento e smettere di fare gli spettatori o i tifosi assiepati in questa o quall’altra curva politica.
Questo manuale va sicuramente incontro a questo importante obiettivo.

Trovo che L’ECONOMIA SPIEGATA FACILE vada nella giusta direzione di trasformare il lettore, qualunque sia la sua età o il background culturale, in protagonista ed esecutore del cambiamento.

Nino Galloni
Economista già direttore generale del Ministero del Lavoro

Questo brano è ricavato dalla prefazione di Nino Galloni al libro L’economia spiegata facileisbn 9788895288901 – ACQUISTA IL LIBRO

 

 

Gli assi nella manica del Governo.  Il prof. Galloni: “La guerra con l’Europa non è finita. La chiave sta nei fondi non impegnati al 31 dicembre”

Potete leggerlo su: 

http://www.lanotiziagiornale.it/gli-assi-nella-manica-del-governo-cosi-si-puo-evitare-aumento-iva-il-prof-galloni/

Due passaggi:

….. “Il Governo ha due assi nella manica per evitare l’innesco delle clausole di salvaguardia”.

Quali, professore?
“Se il nostro Stato dispone di risorse aggiuntive per far crescere il Pil e per fare investimenti adeguati nelle infrastrutture, è ovvio che si può evitare il salasso. Ed ecco il primo asso. Parliamo dei fondi che giacciono presso le Regioni per opere pubbliche e che non sono stati utilizzati. In totale, sono circa 60 miliardi”.

Il secondo?
“Il secondo riguarda il fatto che è stata modificata la contabilità dello Stato. Parliamo del superamento della regola contabile secondo cui gli stanziamenti non impegnati al 31 dicembre non potevano più essere impegnati. Questa regola è stata rimossa, secondo me intelligentemente. Credo che questo Governo lo abbia fatto proprio per sfruttare queste risorse”.

I due “assi” quanto potrebbero fruttare?
“Le due cose insieme permetterebbero una disponibilità di circa 150 miliardi. Una disponibilità teorica di oltre il 9% del Pil. Questa incognita è dunque quasi 5 volte più importante del rapporto deficit/Pil”.

[….]