“La tachipirina è un antinfiammatorio”: lo sfondone tv del consigliere di Speranza

Cristina Gauri, Il Primato  Nazionale

Roma, 20 dic — Chissà quante volte vi è capitato: parlando di Covid, uno dei vostri interlocutori si dice rassicurato dalle scelte di chi ci governa attestando il massimo grado di fiducia nella Scienza, qui rappresentata dal Cts e dai consiglieri del ministro Speranza. La prossima volta fate loro notare che tra detti consiglieri ne troneggia uno, l’ex capo dell’Ema Guido Rasi, il quale sostiene che la tachipirina sia un antinfiammatorio.

Per l’ex direttore dell’Ema la tachipirina è un antinfiammatorio

Lo ha detto ieri a ControCorrente, la trasmissione televisiva in onda su Rete4 condotta da Veronica Gentili. Lo sanno anche i bambini, tranne Rasi, evidentemente, che la tachipirina — tanto cara ai protocolli ministeriali anti-Covid, assieme alla vigile attesa che ha spedito migliaia di italiani in intensiva o al camposanto — è un antipiretico (abbassa la febbre) e un analgesico, ma non ha proprietà antinfiammatorie. Lo è l’Aulin, lo è l’ibuprofene, lo è l’aspirina, ma non il paracetamolo o tachipirina che dir si voglia. Rasi si ostina a sostenerlo, invece, nonostante la laurea in medicina, nonostante gli anni trascorsi presso l’Istituto di Medicina Sperimentale del Consiglio nazionale delle ricerche, e nonostante sia stato direttore esecutivo dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema).

Nonostante fior di studi che attestano come la tachipirina sia da evitare nel trattare l’infezione perché aumenta i rischi di ricovero e perché «l’effetto del paracetamolo è quello di ridurre le scorte di glutatione, una sostanza naturale che agisce come antiossidante. La carenza di questa sostanza può portare a un peggioramento dei danni legati all’infiammazione causata dall’infezione da coronavirus».

Ancora una volta la Scienza è servita

Rasi, invece, in un acceso dibattito con il pioniere delle cure domiciliari dottor Stramezzi, continua ad annoverarli tra i toccasana da assumere nelle fasi più precoci dell’infiammazione: «Se parliamo di idroclorochina», e qui viene corretto perché il nome è «idrossiclorochina» «e ivermectina, no, non vanno assunti, mentre se si parla di antinfiammatori, la tachipirina per prima, allora sì». Qui Stramezzi lo corregge di nuovo: «La tachipirina non è un antinfiammatorio», a cui Rasi ribatte: «Lo è, meno, penso, di altri, ma comunque agisce come tale». L’ex direttore dell’Ema «pensa» che un medicinale abbia una determinata proprietà. Peccato che sul bugiardino del medicinale approvato dall’Aifa, queste proprietà non sono assolutamente descritte. Ancora una volta, la Scienza è servita.

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GUIDO RASI,  detto il  “PROFESSORE”

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Roma, 30 set – Il ministero della Salute è sempre stato categorico: l’unica cura domiciliare efficace contro il Covid-19 è «tachipirina e vigile attesa». E chi vi dice il contrario è un ciarlatano. Peccato, però, che non sia affatto così. A meno che, beninteso, non si voglia dare dei «ciarlatani» anche ai membri del comitato scientifico del Journal of medical virology, che hanno licenziato la pubblicazione di uno studio che sa molto di ennesima doccia fredda per Roberto Speranza e per la sua ricetta a base di «tachipirina e vigile attesa».

A rischio soprattutto gli anziani

Lo studio in questione è stato realizzato da un gruppo di ricercatori attivi presso diversi atenei italiani. Il gruppo è stato coordinato dal neurochirurgo Sergio Pandolfi e da Giovanni Ricevuti dell’Università di Pavia. La ricerca si intitola Paracetamolo nel trattamento domiciliare dei primi sintomi del Covid-19: un possibile nemico piuttosto che un amico per i pazienti anziani? e suona come una sentenza inappellabile contro la «cura Speranza» a base di «tachipirina e vigile attesa». In pratica, i risultati dello studio confermerebbero che la tachipirina (o paracetamolo) aggravano i sintomi del Covid anziché lenirli, soprattutto negli ammalati più anziani.

Come spiega anche Stefano Filippi sulla Verità di oggi, «l’effetto del paracetamolo è quello di ridurre le scorte di glutatione, una sostanza naturale che agisce come antiossidante. La carenza di questa sostanza può portare a un peggioramento dei danni legati all’infiammazione causata dall’infezione da coronavirus». Infatti, come precisa lo studio pubblicato sul Journal of medical virology, la riduzione di glutatione «è una condizione particolarmente grave per la risposta antiossidante e antinfiammatoria dell’individuo ed è comprensibile che il suo esaurimento sia cruciale per il peggioramento del Covid-19».

Rasi, si unisca al coretto Jingle Bells del Trio Virology, farà meno danno