La DIGOS sulle tracce di Pasquino. Ricercato per psico-reato

 

ITALIOTI,

Per  qualche ora la nostra amata Eurasia  è  stata  in pericolo: sono apparsi per la Kapitale  dei manifesti,  che si facevano beffe del   Ministro dell’Amore – tanto da noi sudditi  venerato –  mettendone in dubbio la sua infinita   Misericordia.  Orrore!  Sdegno!  Per proteggere i compagni  cittadini da quella vista dannosa alla  loro salute  ideologica,  sempre allo stadio infantile e bisognosa di difesa,  attacchini sono stati svegliati all’alba   (e  l’Ente Supremo Non-Kattoliko sa con quali sforzi, il sabato, nel Komune più fankazzista d’Eurasia) perché coprissero  subito quegli orrendi psico-reati.  Essi hanno operato con un’alacrità lavorativa  tanto più lodevole, quanto generalmente insolita:  bravi compagni! Li  segnaliamo volentieri al Partito Interno per le possibili  onorificenze e aumento-premio delle razioni di gin sintetico.

Il Grande Fratello vi guarda

Ma ovviamente non basta coprire il reato  e scongiurare il pericolo immediato di infezione politicamente scorretta;  è necessario  rintracciare i Colpevoli  del Crimine;   allo scopo è stata  sguinzagliata la Polizia Politica (DIGOS in Itaglia):  la quale ha subito diretto le indagini, dicono i giornali, verso “Il sottobosco dell’estrema destra”, ben noto strato di sottoproletariato  dove pullulano i delinquenti anti-Partito.

Ma giustamente padre Spadaro,  custode della Verità  come direktore di  Kiviltà  Kattolika,   ha invitato gli inquisitori ad alzare la mira dell’indagine: a   commettere delitti così intollerabili non possono essere stati da soli i “prolet”; ed ha additato la Cospirazione mondiale in atto contro il Grande Fratello.  Non ci inventiamo niente, riportiamo le sue sacrosante parole:

Il gesuita Spadaro: “L’ignoranza è forza!”

È il segno che sta agendo bene e sta dando molto fastidio. Quei manifesti sono minacce e intimidazioni. In finto romanesco per tentare di far credere che siano popolari. Macché! La gente vera non discetta sull’ordine di Malta, o su canonistici “dubia” cardinalizi. Ma per carità! Dietro c’è gente corrotta e ci sono poteri forti che montano strategie per staccare il Papa dal cuore della gente, che è la sua grande forza. E il risultato è l’effetto l’opposto».

E’ vero, compagno Spadaro!  Sono le persone colte ad  essere sospette!  A   tramare  contro il Misericordioso, non certo gli ignoranti!  Con ciò,  tu ci dimostri la terza Verità dell’Amata Teoria. L’Ignoranza è forza”.

Bisogna altamente diffidare di quelli che hanno una cultura.  Che sanno  di latino, e conoscono i “dubia” e l’Ordine  di Malta, che conoscono il  diritto canonico, o il diritto puro e semplice. Oggi, ogni legge è stata abolita, vige solo la  Legge dell’Amore. Sicché  il Ministro dell’Amore può sbattere in galera un novantenne  senza alcun bisogno  di giustificare legalmente la  sua persecuzione.  E’  la grande conquista orwelliana del Socing.

Dunque, onde scongiurare che qualche delatore pieno di zelo ci denunci al Partito Interno  per sospetta cultura, ripetiamo  con Voi: “L’Ignoranza è forza! La libertà è schiavitù!  La guerra è pace!”.

Basterà a salvarci dalle virtuose delazioni?  Confesso  che tremo un po’. Ho dato forse l’impressione di sottovalutare la grandezza spaventosa del delitto, definendolo una pasquinata?

Solo dopo aver letto l’articolo di Marco Politi, vaticanista del Fatto Quotidiano,  mi rendo conto di essere passibile di deviazionismo  e moderatismo.

Egli titola: “Manifesti contro papa Francesco: un attacco preciso, brutale e ben pianificato. Sbaglia chi minimizza”.

“L’attacco è stato preciso, violento, ben pianificato. E sbaglia anche il Vaticano a diffondere la tacita consegna “non ti curar di loro, ma guarda e passa”.

“Perché i manifesti contro papa Bergoglio affissi sabato in molte parti del centro di Roma toccano i punti vitali dell’immaginario di questo pontificato. In primo luogo, il rapporto diretto con la massa dei fedeli e anche il popolo, che non crede ma ascolta con attenzione le parole di Francesco: rapporto ridicolizzato e deformato dalla foto, che sui manifesti mostra un pontefice ingrugnito. Più insidioso ancora è il secondo messaggio veicolato dalle affissioni: l’attacco brutale al cuore della sua buona novella, la misericordia. Come dire: “Sei un dittatore subdolo che parli di misericordia ma perseguiti chi non è d’accordo con te: dall’Ordine di Malta ai Francescani dell’Immacolata, a sacerdoti per te scomodi … e non hai nemmeno il coraggio di rispondere a quei cardinali che ti mettono in discussione”.

“Raffinato nella sua perfidia è anche l’uso del dialetto romano. “A France’… “. Uno sberleffo che mira a svuotare nella sua volgarità ogni preminenza morale della personalità presa a bersaglio. Sbaglia anche chi minimizza, considerando la vicenda un mero sviluppo di un clima della comunicazione contemporanea sempre più esplicito, polarizzato e aggressivo. Ma nel caso di Francesco l’ondata di manifesti derisori è qualcosa di più: è un’ulteriore mossa di un’escalation che ha per scopo la denigrazione sistematica del suo riformismo e in ultima analisi la mobilitazione delle forze in vista del futuro conclave da cui (secondo i conservatori) non deve uscire assolutamente un Francesco II.

Marco  Politi  non si ferma qui.  Da esperto inquisitore,  egli  sottolinea  che i manifesti ridicolizzano il Papa  con metodi, che ricordano i tweet di Trump”:  Che “sono il segno di un movimento, che  incarna la stessa aggressività logorante che ha avuto negli Stati Uniti il tea party movement. La somiglianza colpisce. Quel movimento, che incessantemente anno dopo anno ha disgregato l’immagine di Obama”..

Ecco, ecco il Nemico  finalmente smascherato.

Lo stesso che ha detronizzato Obama, il Nobel della Pace (eterna  per i ricevitori delle 3 bombe al giorno che ha ordinato di lanciare negli 8  anni della sua Amministrazione)   Politi   ha il coraggio di denunciarlo  ad alta voce al Partito –  che già  lo   aveva identificato da tempo, il Traditore a cui i nostri liberi telegiornali e la  nostra Gioventù Sana dedica i Due Minuti dell’Odio. The Donald.

Presunta immagine  di “Emmanuel Goldstein”

Politi aggiunge utili  suggerimenti alla psicopolizia per identificare  i colpevoli: “..– non esiste un burattinaio unico”,  assicura: Esiste invece, a partire sin dai primi mesi del pontificato e in accelerata con il primo sinodo sulla famiglia, il coagularsi costante e crescente di molteplici gruppi, preti, vescovi e cardinali sostenuti da una galassia di siti internet, il cui motto è: “Questo Papa non ci piace!”.

Occorrerà un Gulag, per metterceli tutti.

Continua  Politi: “Si prenda una cartina geografica e si appuntino con uno spillo le località da cui provengono i cardinali e i vescovi, che hanno scritto libri contro la svolta pastorale di Francesco in tema di etica familiare  [scrivere libri, ecco il crimine!] , che hanno firmato petizioni [oh  mostruoso delitto!], che gli hanno mandato una lettera accusandolo praticamente di manipolazione dell’ordine dei lavori del Sinodo 2015, che infine (con la lettera dei quattro Cardinali dell’autunno scorso) lo hanno sostanzialmente accusato di tradire la parola di Dio iscritta nel Vangelo – e si avrà una mappa della rete mondiale – in Curia e nei cinque continenti – di coloro che nutrono malumore nei confronti della linea del pontefice. Preti, teologi, vescovi e cardinali che gli si oppongono apertamente e che dietro le quinte sono appoggiati da quanti ne condividono le idee ma non vogliono esporsi e intanto fanno resistenza passiva”.

Grazie, grande Inquisitore

Eccoli smascherati tutti. I raccapriccianti delinquenti  che scrivono libri e firmano lettere.  I  rinnegati che si nascondono  nel Partito, i sabotatori del Piano Quinquennale, i deviazionisti di destra, i  nemici della Misericordia  Senza Confini. Quelli che hanno sgretolato Obama.

Che il popolo li vada a stanare nelle loro case, li sottoponga al linciaggio che meritano,  e li consegni al Ministero dell’Amore dove saranno rieducati.

Insomma:  grazie  a questo identikit, Pasquino è attivamente ricercato.  Ha le ore contate. Risponderà del delitto di  Psico-reato.  Sarà  silenziato, come avvenne in tempo lontani, quando chi  scriveva sotto la statua di Pasquino era  passibile di morte, confisca e infamia (Decreto di Benedetto XII  Orsini, 1649-1730).

Attenzione  però, popolo di Eurasia . Non abbassate la guardia. Restate  insonni, vegliate  e sorvegliate.  Ascoltate i sussurri e  fate rapporto alla psico-polizia. Perché  quel Traditore  ha, come i gatti, nove vite. Anzi di più:

Il Ministro dell’Amore
Segnaletica del Deviazionista ricercato

 

 

 

 

 

 

 

Povero mutilato dar Destino,

come te sei ridotto!»

 diceva un Cane che passava sotto

ar torso de Pasquino 

«Te n’hanno date de sassate in faccia!

Hai perso l’occhi, er naso… E che te resta?

un avanzo de testa

su un corpo senza gambe e senza braccia!

Nun te se vede che la bocca sola

con una smorfia quasi strafottente…»

Pasquino barbottò: «Segno evidente

che nun ha detto l’urtima parola»

(Trilussa)

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Storiche  Pasquinate

 

Per la morte di papa Leone X Medici (1513-1520), famoso perché prometteva il Paradiso in cambio di soldi (“vendita delle indulgenze”), soldi che usava per pagare i grandi progetti artistici a Roma e a Firenze: Gli ultimi istanti per Leon venuti, / egli non poté avere i sacramenti. / Perdio, li avea venduti!

Dopo la morte di papa Clemente VII de’ Medici (1523-1534), provocata forse dalla scarsa bravura del suo medico, sulla statua viene messo il ritratto del medico con la scritta: Ecce qui tollit peccata mundi (Ecco quello che toglie i peccati del mondo).

Per la morte di Paolo III Farnese (1534-1549), papa grandissimo ma accusato di “nepotismo”, cioè di avere concesso ricchezze e poteri ai suoi parenti: In questa tomba giace / un avvoltoio cupido e rapace. / Ei fu Paolo Farnese, / che mai nulla donò, che tutto prese. / Fate per lui orazione: / poveretto, morì d’indigestione.

Contro Donna Olimpia Pamphilj (Pimpaccia), la cognata di Papa Innocenzo X Pamphilj (1644-1655): Per chi vuol qualche grazia dal sovrano / aspra e lunga è la via del Vaticano. / Ma se è persona accorta / corre da Donna Olimpia a mani piene / e ciò che vuole ottiene. / È la strada più larga e la più corta.