“It’s Plutocracy, stupid!”

Quando un amico mi gira il video di una concessionaria in California in cui i rivoltosi incendiano tutte le Mercedes esposte, auto da 250 mila dollari in sù, mi è chiaro come interpretare le rivolte che hanno luogo in USA: “It’s Plutocracy, stupid!”.   

E’ il risultato della plutocrazia come forma di governo e forma di vita, che presenta il conto.

In fondo, è il momento che gli stessi miliardari paventavano, se sono andati a comprarsi fattorie in Nuova Zelanda e persino nella disabitata Tasmania, con pista d’aviazione privata e bunker, tanto numerosi da aver fatto salire i prezzi immobiliari nelle due isole australi.

Sì, ci sono indizi che Soros sia dietro certe insurrezioni, ma questa potrebbe essere l’ultima provocazione di troppo per il miliardario ebreo. Emissari di Soros sono stati visti pagare gli spacca-tutto; ma il fatto che gli spacca tutto siano così numerosi, dice che troppe persone, interi starti sociali, nella plutocrazia americana non hanno da perdere null’altro che le proprie catene. Come disse quel tale.

L’assassinato Floyd era un attorucolo porno con condanne per rapine da quattro soldi, e integrava facendo il buttafuori per lo stesso locale in cui lo faceva il poliziotto suo assassino? Tutt’e due mostrano a  quale vita di espedienti e precarietà la plutocrazia, ossia la perfezione del capitalismo terminale la cui efficienza sta nel remunerare sempre più il capitale e sempre meno il lavoro.  Qua e là sono ricomparsi dei “crisis actors” visti in altre scene di disordini e false flag? Il fatto stesso che possa esser nata una tale professione, con tariffe riconosciute, la dice lunga sul grado di pauperismo  dilagante.

Da un decennio e più, decine di migliaia di persone vivono accampate in tende e defecano per le strade, nelle stesse metropoli dove prosperano una dozzina di miliardari – miliardari del livello oltraggioso ormai instaurato, gente con mcnto-200 miliardi di dollari.  E quasi sempre i defeca tori da marciapiede sono working poors, poveri benché lavoratori, sfrattati da casa loro d cui non hanno potuto pagare una rata di mutuo, che dormono in auto, si lavano le ascelle la mattina   nelle toilets  di Starbuck per andare a lavorare senza puzzare troppo.

Quello che la politica preferisce non vedere , è che i due fenomeni – il livello insolente, ingiurioso  di ricchezza dei privilegiati e la povertà disperata dei tanti  –  sono lo stesso fenomeno, l’uno provoca l’altro. E’ una cecità  volontaria perché ideologica ed esime l’intera classe politica dal fare il suo dovere cruciale.

Quale? Stupirà sapere che tra il 1950 e il 1963, negli Stati Uniti, il sistema fiscale applicava sullo scaglione marginale (la frazione superiore dei redditi più agiati) una aliquota del 90%.. Dicesi del 90 per cento:  un prelievo d’esproprio.

Alla Casa Bianca non c’erano socialisti al comando. Si succedettero  presidenti   di nome  Harry Truman, Dwight Eisenhower e John Fitzgerald Kennedy. Statisti che avevano conosciuto la Grande Depressione, e sapevano che di fronte al nemico sovietico dovevano curare che restasse saldo  il patto sociale, il sogno del benessere americano per tutti.

Da Ronald Reagan e Margaret Thatcher, invece, parve meglio alleviare le tasse ai ricchissimi, nella convinzione ideologica (radicalmente erronea) che i privati sapessero allocare i capitali con più efficienza e fantasia  dello Stato, e che consentendo ai milionari di diventare miliardari e triliardari, gocce della spropositata ricchezza sarebbero piovute anche sulla testa dei poveri (trickle down economics).

L‘ultima privatizzazione. 

Invece cosa hanno fatto i miliardari dei miliardi che il fisco non gli ha espropriato, s’è visto: hanno acquistato azioni proprie per aumentarne artificialmente il valore;   spostato i posti di lavoro in Cina; si sono pagati   capricci da infanti – come l’astronave privata di Elon Musk, o si sono comprati l’Organizzazione mondiale della Sanità come lo psicopatico   maltusiano Bill Gates; senza parlare dei gruppi di sociopatici di Sylicon Valley che stanno preparandoci l’ultra-umano tecnologico, ossia il disumano..  

L’astronave privata di Elon Musk è in fondo un capriccio da bambino viziato simile all’hameau de la Reine, dove Maria Antonietta si fingeva pastorella in un finto villaggio di contadini. Ma anche i 15 anni di guerre per destabilizzare il Medio Oriente come voleva la nota lobby, va interpretato come un immenso capriccio che è stato fatto perché gli Usa se lo potevano permettere; così ricchi e così armati da non aver nemmeno la preoccupazione di vincerle, le guerre; è più importante che durino, durino decenni, consumano materiali e centinaia di miliardi – miliardi che sono,in fondo, come aveva ben detto Eisenhower, salari che sono stati fatti mancare agli operai, previdenze sociali negate ai lavoratori, e servizi scolastici che sono risparmiati   sui bambini. Senza contare il costo vero: tanto, l’hanno pagato i soldati al terzo o quarto richiamo di missione in Afghanistan, Irak o nella terra di nessuno siriana dove sono stati piazzati contro i russi per rubare il petrolio della Siria: un tasso di suicidi altissimo e di disadattamento psichico dilagante dei reduci divorati dalla colpa e dall’atrocità che hanno commesso in quelle occupazioni senza fine.

Quando si vedono militari in mimetica, invece di sparare sui negri arroganti e devastatori, inginocchiarsi a loro e chiedere perdono, d’accordo, c’entrerà anche il buonismo  scemo degli snowflakes ; ma bisogna chiedersi quanti di quegli uomini sono reduci dal terzo o quarto dispiegamento in Irak o Afghanistan e assillati dall’incubo di esserci rimandati ancora.

Inquietante. Per i miliardari.

 

Perché se anche i bianchi in divisa giungono alla conclusione che, anche loro “null’altro hanno da perdere che le loro catene”,  come i negri, vuol dire che la Plutocrazia perfetta ha rotto in modo definitivo il patto sociale; che la esibizione di egoismo e cinismo come merito ed esempio a imitare (greed is good) ha consumato ogni patriottismo e fedeltà alla nazione, anzi alla società – diventata un coacervo di gated communities, senza solidarietà reciproca. E senza difensori comuni.

E’ il momento che previde Joseph Stigliz? “… l’1% superiore controlla il 40% della ricchezza nazionale  l’1% superiore ha le case migliori , le migliori educazioni, i migliori medici e i migliori stili di vita, ma c’è una cosa che il denaro non sembra aver comprato: la comprensione che il loro destino è legato a come vive l’altro 99%. Nel corso della storia, questo è qualcosa che l’1% superiore alla fine impara. Troppo tardi”

E’ da oltre 10 anni che i movimenti chiamati “We are 99%” e “Occupy Wall Street” mandavano il segnale che i miliardari stavano rompendo il patto sociale.

Troppo educati, bianchi per lo più, sono stati facilmente debellati.  La Clinton ha potuto chiamarli “deplorabili… Adesso i negri sono meno educati e devastano da settimane. Si sa – si crede – che i negri non sanno elaborare una prospettiva politica, una lotta di classe; possono solo far jacqueries, saccheggi.

Può essere un’illusione, stavolta. Come si illudono i democratici di scatenare a proprio vantaggio  la rivolta negra e di guadagnarsi l’ elettorato di colore  per cacciare The Donald.

Sardonico, il ricchissimo  negro Robert Johnson  ha proposto al candidato Joe Biden: se vuoi i voti di noi negri, devi impegnarti a versare 14 trilioni ai 40 milioni di neri che abitano qui, come risarcimento per la schiavitù e il “privilegio bianco” di cui ci avete fato soffrire.

Basta precisare che Robert Johnson è lui stesso un miliardario, fondatore della Black Enterteinment Television  (già il fatto che esista una catena per soli negri dovrebbe allarmare come patologia sociale), che ha venduto a Viacom per 3 miliardi di dollari.

Quello che propone ai democratici è dunque un deal, nel perfetto stile plutocratico. Un negoziato d’affari. La vostra banca centrale vi ha riempito di migliaia di miliardi CREATI DAL NULLA, per salvare i vostri speculatori, finanzieri e rentier. Che vi costa, in fondo, stamparne di più per noi neri?

Magari 14 mila miliardi è una richiesta eccessiva; ma in cui si riconosce il metodo di business di Trump , che la spara grossa all’inizio, per incontrarsi a metà strada: un “deal”, di cui si ritiene maestro. Non è escluso che faccia al negro una controfferta, per comprare i voti dai black. Nè èescluso che i negri abbiano trovato un leader politico in Johnson. In fondo viene dallo spettacolo, come Trump.

Post Scriptum per noi europei:

Che anche in Europa il patto sociale sia rotto, lo dicono i due anni di rivolta dei gilets gialli, pestati, amputati e mutilati impunemente dalla polizia d Macron: di cui i media italiani che oggi strombazzano la rivolta negra in odio a Donald, non hanno mai detto nulla. I Gilet Gialli, com Occupy Wall Street, sono bianchi e troppo ben educati, si sentono ancora tenuti ai valori della patria e ai sistemi di protesta pacifica. Adesso, la recessione mortale post pandemia, indotta di Ricchi di Stato, farà emergere la protesta dei milioni di clandestini regolarizzati, che nessun affetto, solidarietà e cultura lega al Paese. Allora potremo vedere scene così: