Rottura del Patto Educativo
Di Giulio Giampietro, ex preside
Mesi fa, in un Liceo di Palermo, una studentessa ostentava al collo una croce rovesciata. Invitata dal professore di storia e filosofia non già a toglierla, ma soltanto a coprirla con il maglione, rifiutò, e invece impiantò una discussione non richiesta sul suo essere “satanista”, pretendendo che nell’aula e su tutti i suoi compagni fossero rimossi alcuni loro crocefissi. Una pretesa, direi, che va molto al di là delle competenze di una studentessa.
Esito: il docente, sanzionato dalla preside con tre giorni di sospensione dal servizio senza retribuzione (caspita ! in 25 anni di presidenza io giammai ho inflitto una simile sanzione), per avere sminuito la dignità della studentessa; e poi il giudice del lavoro ha rigettato il ricorso del docente, e lo ha condannato a cospicue spese.
Diritti tutelati? Eppure ci ricordiamo di quando la più alta magistratura dello Stato esternò solennemente “Nessuno invochi la libertà per mettere in pericolo la salute dei suoi concittadini”, e si riferiva soltanto all’opinabile e contingente obbligo di vaccinazione. Quanto più si mette in pericolo la salute dei cittadini se si distrugge la base stessa della cultura e della civiltà, inoculando il germe mortifero del nichilismo individualistico?
Del giudice non parlo, anche perché non conosco i formalismi giuridici che hanno determinato il processo.
Ma il meno che si possa dire di codesto Istituto scolastico, è che ha rotto unilateralmente il patto educativo che lo lega allo Stato Italiano e alle famiglie degli studenti. Se io iscrivo mio figlio al liceo, mi aspetto che gli siano impartiti gli insegnamenti del curricolo prescritto dalla legge, non solo come bagaglio di nozioni, ma come formazione di persona umana, di figlio della patria italiana, di cittadino della società e dello Stato italiano.
Perciò mi aspetto che siano insegnate le lingue classiche e non i gerghi furbeschi, la matematica e non la cabala, la fisica e non gli esperimenti paranormali, la chimica e non l’alchìmia, la geografia terrestre e astronomica, e non l’astrologia, le Tecnologie e non le stregonerie. E in questo curricolo esiste a pieno titolo l’insegnamento della Religione Cattolica, la quale fu considerata il fondamento e il coronamento dell’insegnamento scolastico (così confermata nel concordat0 del 1929): anche se tale dicitura forse pomposa non esiste più nel nuovo concordato, non sono venute meno le ragioni profonde per le quali lo Stato italiano garantisce (sia pure oggi su base volontaria) tale insegnamento. Senza la religione cattolica l’Italia non sarebbe.
Perciò non si insegna spiritualità new age, né buddismo, e nemmeno generico cristianesimo: specificamente Religione Cattolica, in quanto storicamente e indissolubilmente radicata nel popolo italiano. E quindi non esiste alcun diritto per cui una singola persona o anche una pluralità di suoi simpatizzanti possano propagandare nella scuola il “satanismo”. Vogliono seguirlo? fatti loro. Vogliono parlarne al bar? Si accomodino, mentre il loro padrone mente e uccide. Ma nella Scuola, tacciano e ascoltino.