✔️Un grave problema ai server cloud di Amazon Web Services (AWS) ha provocato ieri un’estesa interruzione di servizi digitali in tutto il mondo, colpendo migliaia di aziende e piattaforme online. L’incidente, iniziato ha messo fuori uso applicazioni e siti di uso quotidiano con disservizi diffusi anche in Italia. Quanto accaduto ha messo in luce, ancora una volta, la fragilità della rete globale e la crescente dipendenza da pochi grandi operatori come Amazon, Microsoft e Google.
IL BLACKOUT PARTITO DAGLI STATI UNITI:
✔️Il problema ha avuto origine sulla costa orientale degli Stati Uniti, nella regione “US-East-1”, dove AWS gestisce numerosi datacenter. Secondo Amazon, l’anomalia ha provocato “un aumento dei tassi di errore e delle latenze” nei servizi cloud. Nel giro di poche ore, il malfunzionamento si è esteso a livello mondiale, rendendo inaccessibili o instabili piattaforme come Snapchat, Roblox, Signal, Duolingo, Wordle, Coinbase, Slack, Pokémon Go, Epic Games, PlayStation Network, Peloton e i servizi interni di Amazon, tra cui il portale e-commerce e i dispositivi Ring e Alexa.
✔️Secondo i dati di Downdetector, oltre 2.000 aziende sono state colpite a livello globale, con 8,1 milioni di segnalazioni complessive: 1,9 milioni dagli Stati Uniti, 1 milione dal Regno Unito e 418.000 dall’Australia. Anche in Italia la situazione è stata critica: centinaia di utenti hanno segnalato malfunzionamenti non solo su piattaforme di intrattenimento, ma anche su strumenti essenziali per il lavoro e la produttività.
Tra i servizi coinvolti figurano Prime Video, Canva, Zoom, Paypal e Perplexity, mentre diversi utenti hanno riportato disservizi anche su Intesa Sanpaolo, Agenzia delle Entrate e una decina di altri siti nazionali. AWS ha comunicato di aver riscontrato “errori significativi nelle API e problemi di connettività su diversi servizi”, spiegando di aver introdotto limiti temporanei alle richieste sulla piattaforma per agevolare il ripristino. I primi segnali di miglioramento sono arrivati nel primo pomeriggio, ma la completa risoluzione è avvenuta solo verso le 16:00 ora italiana, dopo ore di interruzioni diffuse in tutto il mondo.
Amazon ha escluso l’ipotesi di un attacco informatico, chiarendo che l’origine del guasto risiedeva in un sottosistema di monitoraggio dei “load balancer”, i meccanismi che evitano il sovraccarico dei server, all’interno della componente DynamoDB, a conferma la vulnerabilità di un’infrastruttura digitale mondiale sempre più concentrata e interconnessa.
https://www.hdblog.it/amazon/articoli/n635524/amazon-web-services-web-dipendente/
(FONTE (https://t.me/quiradiolondratv/93766))
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