Draghi se ne va? Il dittatore della Morte resta.

Come ci hanno saturato – per mesi e 24 ore su 24 – con il terrorismo Covid e poi con l’eroico Zelenski, adesso d a ore i media ci saturano col tormentone “dimissioni di Draghi”. Mattarella le ha respinte: ci sarà un Draghi-bis? Siamo invitato a stare a fiato sospeso…

Manfrina e finzione. Che può sedurre solo chi non ha capito – e sono i più – che in questa dittatura il vero capo del governo non è Draghi. Draghi è solo la foglia di fico di prestigio messa lì a coprire le azioni di un altro. Un altro, diversamente da lui, inamovibile e intoccabile. La prova: Draghi può essere contestato, messo in discussione come ha dimostrato l’azione di Conte, almeno sottoposto a domande in conferenze-stampa. L’altro – il Dittatore vero, l’imperatore della Morte – non viene mai criticato, anzi la stessa opposizione lungi dal contestarlo, ne fa il nome il meno possibile.

Eppure il dittatore sta uccidendo coi sieri migliaia di italiani, e condannandone decine di migliaia all’invalidità permanente con effetti avversi gravissimi, e preparandone praticamente tutti i vaccinati a morti orrende a lungo termine per patologie come cancri fulminanti con l’immunodeficienza acquisita a causa della proteina Spyke che dilaga nelle cellule.

Eppure è esponente di un partito di nemmeno il 2%, la cui uscita dal governo non metterebbe in pericolo alcun equilibrio.

Anche se Draghi se ne va, lui resta. Resterà del resto per gli affari correnti, che per lui sono l’opera di morte. Sentite il tono padronale con coi parla e mente sulla innocuità dei sieri genici.

E nessun partito lo contesta né critica, per quanto può ne tace il nome.

La Gran Bretagna può pubblicare i dati che dimostrano che la mortalità nei vaccinati è infinitamente più alta che non nei vaccinati. Nella nostra dittatura, nulla: