DOSSIER COP21 – II (El Papa)

sabato 4 luglio 2015

L’enciclica “Laudato si’”, l’Agenda 21 e la geoingegneria clandestina

http://tankerenemymeteo.blogspot.it/

Il giorno 18 giugno 2015 è stata pubblicata l’enciclica di papa Francesco, “Laudato si’”. Come avevamo previsto, il testo è, nel migliore dei casi, un’accozzaglia di luoghi comuni ispirati ad un ambientalismo fumoso ed ambiguo. La lettera è pressoché identica, se si esclude per la lunghezza, a quei patetici elaborati prodotti dagli studenti di scuola media, temi in cui si ripetono stereotipi e buoni proponimenti, inculcati dai media ufficiali.

La lettera del pontefice è costellata di esortazioni ad amare la natura, a considerare il creato come la nostra casa, a non sfruttare le risorse della Terra in modo indiscriminato, se desideriamo lasciare un’eredità alle nuove generazioni, a non anteporre biechi interessi economici alla protezione dell’ambiente etc. Intendiamoci: alcuni incitamenti e talune idee sono condivisibili; sono, invece, gli obiettivi non dichiarati e le riserve mentali a rendere “Laudato si’”, come è stato osservato da Mike Adams in “Vatican climate science: world depopulation”, un inquietante documento del mondialismo “ecologista”. [1] Numerose spie linguistiche denunciano la stretta parentela dell’enciclica con l’Agenda 21, il piano ideato dalle sedicenti élites che mira allo sfoltimento della popolazione con il pretesto di tutelare Gaia, minacciata – udite! udite! – dai cambiamenti climatici indotti dalle emissioni di biossido di carbonio. [2] E’ proprio così: le parole-chiave sono “cambiamenti climatici”, “riscaldamento globale”, “gas serra”, “sostenibilità” e via discorrendo [3]. È lo stesso repertorio lessicale dei più spregiudicati globalizzatori che trovano nell’attuale papa il loro autorevole e carismatico portavoce.

Se Tizio o Caio mentono sulle vere ragioni dei disastri ambientali, pazienza, ma, se a mentire è il vescovo di Roma, è una catastrofe, visto l’immenso credito di cui godono i personaggi importanti e carismatici.

Da buon gesuita, papa Bergoglio usa la dialettica, nel suo caso una dialettica semplice ma studiatissima nella sua semplicità, per catturare il consenso di un pubblico talmente vasto che oltrepassa la già cospicua platea dei cattolici. Così la sua enciclica, se solo la si sfronda degli artifici retorici, rivela la sua orribile natura, simile ai “sepolcri imbiancati” di evangelica memoria; è di fatto una pubblicazione perfettamente allineata con il pensiero unico, senza neanche un cenno alle vere radici dei problemi ambientali: la geoingegneria clandestina con annessi e connessi. Invano cercheremo nel pur corposo trattato un richiamo alla geoingegneria ufficiale, mentre l’autore auspica l’istituzione di poteri sovranazionali per gestire la difficile fase climatica e demografica. Ecco dove vuole andare a parare il papa: per risolvere le crisi ambientali, sociali ed economiche è necessario che gli stati nazionali rinuncino a molte delle loro prerogative per delegarle ad autorità planetarie… Il Nuovo ordine mondiale è servito in salsa pontificia.

Altro aspetto tipico della propaganda globalizzatrice è la tendenza a incolpare il singolo ed i suoi comportamenti, senza additare nel complesso militare-industriale il vero responsabile dei flagelli ambientali, come se gettare una cartaccia una tantum su un marciapiede ed inquinare l’intero pianeta con le radiazioni nucleari fossero azioni da considerare alla stessa stregua.

Non lasciamoci ingannare dalle finte schermaglie tra il papa e Jeb Bush: costui, che di recente ha ufficializzato la sua candidatura alle primarie del Partito repubblicano per la corsa alla Casa bianca, è insorto contro l’enciclica, affermando che essa presenta ingerenze nell’economia, materia che Bergoglio ignora. E’ appunto una pantomima, poiché Jeb Bush è legato a doppio filo al Vaticano, essendo affiliato al cattolicissimo Ordine di Colombo. L’esecranda alleanza Vaticano-Stati Uniti è di lunga data. Jeb Bush ha dunque tutte le credenziali e le aderenze per diventare il prossimo presidente di U.S.A.tana, magari attraverso un clamoroso false flag, in preparazione da anni.

In verità all’interno della sinarchia esiste una perfetta unità di intenti circa i progetti da attuare. Papa Francesco nel mese di settembre si recherà in visita negli Stati Uniti, ospite del deleterio Barack Obama (Barry Soetoro): sono incontri al vertice in cui i fantocci, manovrati dai burattinai, si esibiscono in sorrisi e strette di mano a favore del popolino. Sono incontri con cui si suggellano coram populo innominabili accordi presi da altri potentati che agiscono dietro le quinte, ossia diverse agenzie dell’O.N.U. ed influenti logge sovranazionali. Uno di questi accordi, incuneato nell’Agenda 21 cui si accennava sopra, contempla il trasferimento di interi gruppi umani da un’area ad un’altra: è quanto sta accadendo con i flussi migratori dall’Africa verso l’Europa; è quanto rischia di accadere in California, anzi nell’intero sud ovest della Confederazione, dove, a seguito di una paurosa siccità artificiale, l’O.N.U. prospetta uno spostamento di milioni di persone con il fine occulto di ridisegnare i confini di Stati Uniti e Messico. In questo quadro la sinistra esercitazione militare denominata “Jade Helm”, addestramento che a settembre toccherà il culmine, è interpretata da attivisti statunitensi come un’attività finalizzata a simulare scenari funestati da una calamità “naturale”.

Così, mentre la situazione precipita, ci tocca leggere le scempiaggini di Bergoglio, per di più puntellate su documenti delle Nazioni Unite ed encicliche di Giovanni Paolo II, fiancheggiatore della C.I.A.

Come concludere? Papa Ciccio, hai fatto un bel pasticcio!

[1] L’incremento dell’effetto serra è un fenomeno climatico scientificamente pianificato. E’ una manifestazione del tutto voluta ed innaturale, al fine di ufficializzare la geoingegneria e, nel contempo, operare in modo impunito per creare un’atmosfera utile alle comunicazioni in banda Ka. D’altronde, se si elimina la nuvolosità naturale e si crea uno strato di plasma artificiale, non si genera un aumento delle temperature globali?

[2] L’editoriale di Mike Adams è tradotto qui.

[3] “Agenda 21”, ossia azioni da intraprendere nel XXI secolo, è una scellerata iniziativa dell’O.N.U. (Organizzazione dei nazisti uniti) che, dietro il paravento della necessità di promuovere uno “sviluppo sostenibile”, attua piani di sfoltimento della popolazione e di sfruttamento di interi paesi. Il tutto, come sempre, con la ridicola scusa del riscaldamento globale, accollato alle emissioni in atmosfera di biossido di carbonio.

 

 

martedì 21 luglio 2015

La visione ecoglobalista dello scienziato che ha presentato l’enciclica verde papale

http://nwo-truthresearch.blogspot.it/

 
Il Prof. John Schellnhuber è lo scienziato che il 18 giugno 2015 ha presentato l’enciclica ecoglobalista Laudato si’ di Papa Francesco. Hans Joachim “John” Schellnhuber (nato il 7 giugno 1950) è il direttore fondatore del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK) e presidente del German Advisory Council on Global Change (WBGU). Il vice direttore e capo economista del Potsdam Institute for Climate Impact Research è Ottmar Edenhofer, che si unì all’Ordine dei Gesuiti dal 1987 al 1994, e conseguì una laurea in filosofia alla Munich School of Philosophy dei gesuiti

Ecco qui sotto uno screenshot da Nature dove si parla della sua carriera come gesuita:

“Nel 1987 egli si unì all’Ordine dei Gesuiti a Monaco per immergersi nella filosofia Occidentale e, in seguito, nella teologia. Assimilando i lavori di Weber, Ludwig Wittgenstein e John Dewey, egli imparò ad abbracciare differenti linee di ragionamento. Nel 1991 egli fu anche coinvolto nella fondazione di un Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati in Bosnia e Croazia durante le guerre Jugoslave…”

Edenhofer è stato nominato come copresidente nel Working Group III “Mitigation of Climate Change” dell’IPCC. Per chi non lo sapesse l’IPCC è quell’ente “scientifico” delle Nazioni Unite che fu coinvolto nello scandalo Climategate. Insomma, vicino allo scienziato globalista Schellnhuber troviamo il Gesuitico Edenhofer. Guardateli assieme in questa intervista dove “sottolineano le loro visioni sulla velocità e sulla gamma di trasformazioni politiche, sociali ed economiche necessarie a ridurre i rischi di un catastrofico cambiamento climatico.
Schellnhuber ha conseguito un dottorato in fisica teoretica nel 1980 all’Università di Regensburg, Università dove insegnò anche Joseph Ratzinger dal 1969 al 1977, e dove lo stesso Ratzinger ritornò nel 2006, dopo essere stato eletto papa, a tenere una lectio magistralis. Ratzinger è anche quello che, nella sua enciclica Caritas in Veritate, aveva chiesto una “vera Autorità politica mondiale“.  L’Università di Regensburg ha una facoltà di Teologia Cattolica. Schellnhuber è stato autore principale di coordinamento del capitolo di sintesi del Working Group II del Third Assessment Report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Nel 2004 è stato nominato Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico dalla Regina Elisabetta II. Egli è stato anche consulente del Presidente della Commissione Europea Barroso (cattolico, decorato dall’Ordine di Malta) e di Angela Merkel. Il 17 giugno 2015 Schellnhuber è stato nominato Membro Ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze:

 

“Il Santo Padre Francesco ha nominato Membro Ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze l’Ill.mo Prof. Hans Joachim Schellnhuber, Professore di Fisica Teorica all’Università di Potsdam e Direttore dell’Institute for Climate Impact di Potsdam (Repubblica Federale di Germania)”

Schellnhuber è un estremista e catastrofista del cambiamento climatico. Da un articolo del New York Times del 13 marzo 2009, dal titolo Scientist: Warming Could Cut Population to 1 Billion, leggiamo le sue dichiarazioni alla conferenza sul clima di Copenhagen:

“Hans Joachim Schellnhuber, il direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research in Germania ha detto che se l’accumulo dei gas serra e dei loro effetti innalzeranno la temperatura globale di 9 gradi Fahrenheit rispetto a quella odierna – ben al di sotto del range di temperatura più alta che gli scienziati prevedono possa verificarsi con il global warming – la popolazione della Terra sarebbe devastata.
[…]
“In un modo molto cinico, si tratta di un trionfo per la scienza perché alla fine avremo stabilizzato qualcosa – vale a dire le stime per la capacità di carico del pianeta Terra, vale a dire al di sotto di 1 miliardo di persone,” ha detto il dottor Schellnhuber[…]
A quella temperatura, “non ci dovrebbero essere più fluttuazioni, possiamo esserne abbastanza sicuri”, ha detto il dottor Schellnhuber, esibendo il suo caratteristico humor nero…”

Oppure da Reuters leggiamo:

“Il Professor John Schellnhuber del Potsdam Institute for Climate Impact Research…ha detto che il riscaldamento di 5 gradi significherebbe che il pianeta potrebbe supportare meno di 1 miliardo di persone.”

Schellnhuber è anche colui che ha proposto misure draconiane per combattere il cambiamento climatico; egli propose infatti la creazione di un tetto di CO2 per ogni persona del pianeta, di fatto un controllo globale e centralizzato della popolazione.
E per mettere in pratica questo controllo globale Schnellnhuber auspica un Governo Mondiale.
Da un articolo intitolato Expanding the Democracy Universe, ecco la visione eco-totalitaria ed eco-globalista di Hans Joachim Schellnhuber:

 

“Permettetemi di concludere questo breve contributo con un sogno ad occhi aperti a proposito di quelle istituzioni chiave che possono portarci verso una sofisticata, e perciò più appropriata, versione della nozione di “governo mondiale”. La democrazia globale potrebbe essere organizzata attorno a tre attività centrali, cioè (i) una Costituzione della Terra; (ii) un Consiglio Globale; e (iii) una Corte Planetaria. Qui non posso discutere queste istituzioni nel dettaglio, ma vorrei alemo suggerire che:

– la Costituzione della Terra dovrebbe trascendere la Carta delle Nazioni Unite e identificare quei principi guida capaci di guidare l’umanità nella sua ricerca di libertà, dignità, sicurezza e sostenibilità.
– il Consiglio Globale dovrebbe essere un’assemblea di individui eletti direttamente da tutti i popoli della Terra, ove l’eleggibilità non dovrebbe essere vincolata da quote geografiche, religiose o culturali e
– la Corte Planetaria dovrebbe essere un corpo legale transnazionale aperto agli appelli da parte di tutti, in particolare per quanto riguarda la violazione della Costituzione della Terra.”
Questi globalisti, lo abbiamo già imparato da Tarcisio Bertone, amano sempre difendere le loro manie di controllo sull’umanità intera come se queste fossero opere giuste e benefiche; la loro visione paternalista li porta a credere che noi umani, se lasciati da soli a governarci all’interno degli stati nazionali, ci comporteremmo solo come dei bambini immaturi ed egoisti, talmente egoisti da portare il pianeta alla catastrofe. Ed è per questo che avremmo bisogno di un’élite “benevola” ed Illuminata che ci governi dall’alto.
E’ questa, in sostanza, la visione negativa dell’umanità che hanno divulgato; un’umanità che, a loro dire, sarebbe soltanto un virus della Terra. Costoro sono degli odiatori dell’umanità libera. Implementare la Costituzione della Terra, il Consiglio Globale e la Corte Planetaria, significherebbe la morte definitiva degli stati nazionali e delle loro Costituzioni; e la diretta conseguenza sarebbe l’impossibilità, da parte dei popoli, di autodeterminarsi in maniera indipendente al di fuori di questo “Ordine”. E’ per questo che possiamo affermare di essere di fronte ad un progetto totalitario; un progetto portato avanti da un’élite tecnocratica-vaticano-gesuitica; un’élite che usa delle scuse assolutamente ignobili, come il finto catastrofico effetto serra da CO2, per raggiungere i suoi obiettivi.

 

 

Schellnhuber: un Mefistofele maltusiano perseguita il Vaticano

martedì, 23 giugno 2015

http://movisol.org/schellnhuber-un-mefistofele-maltusiano-perseguita-il-vaticano/

 

La nuova enciclica papale Laudato si rappresenta una drastica svolta del punto di vista della Chiesa. Essa dichiara espressamente “l’idea di una crescita infinita o illimitata” che “suppone la menzogna circa la disponibilità infinita dei beni del pianeta”. Pur lodando a parole i benefici della tecnologia, l’enciclica interpreta la tecnologia come mero strumento nelle mani di coloro che detengono il potere sul resto del genere umano.

La parte “scientifica” dell’enciclica porta la firma di un individuo in particolare: Hans Joachim Schellnhuber, noto come il “guru del clima” della Cancelliera Angela Merkel dal 2005. In qualità di membro della Pontificia Accademia delle Scienze, Schellnhuber ha avuto un ruolo determinante nello stilare il testo dell’enciclica, che ha presentato a Roma ad una conferenza stampa il 18 giugno. Alla conferenza stampa, cartine alla mano, si è lasciato andare a previsioni deliranti, secondo cui il pianeta rischia di morire, le temperature globali aumenteranno di 5 gradi ed il livello del mare salirà di 50 metri entro la fine del secolo. Gongolando per la sconfitta degli scettici sulle teorie dei cambiamenti climatici, Schellnhuber ha paragonato il documento alle riforme ecclesiali di Francesco d’Assisi secoli fa, sostenendo che il nuovo documento del Vaticano porrà una seria sfida ai cattolici tradizionalisti in tutto il mondo.

Anche se nominalmente è il principale consigliere della Merkel su questioni ambientali, Schellnhuber deve essere considerato un agente delle campagne maltusiane dell’Impero britannico, secondo cui la terra non potrebbe sostenere più di un miliardo di persone. Anche se in Vaticano egli ha fatto finta di voler “sfatare il mito della sovrappopolazione” come causa dell’inquinamento, di fatto lo ha sostenuto. Mostrando il grafico della popolazione, ha sottolineato che il miliardo “in basso” non produce affatto CO2, mentre il miliardo “in alto” ne produce la maggior parte. Non ha detto, però, quali siano i tassi di mortalità del miliardo “pulito”!

Come altri ideologhi, Schellnhuber sostiene che l’era industriale ha causato i problemi ecologici del mondo, fin da quando il genere umano è entrato nell’”era del carbone” e che ora dobbiamo tornare all’era pre-industriale.

Quando al recente vertice G7 la Merkel si è fatta portavoce della totale “de-carbonizzazione dell’economia globale”, ha fatto sua l’idea di Schellnhuber, già ispiratore del decreto Merkel del marzo 2011, che ha usato l’isteria di Fukushima per proclamare l’uscita della Germania dalla tecnologia nucleare. Ma è una pericolosa illusione pensare che una società industriale, e la sua popolazione, possa sopravvivere solo con le energie rinnovabili, quali eolico, sole e biomassa. Il risultato sarà lo spopolamento.

Coerentemente con il suo background ideologico britannico, tra il 2001 ed il 2005 “John” Schellnhuber ha lavorato all’unità di ricerca sul clima della East Anglia University, diventata famosa per lo scandalo “Climategate” sulle email che rivelavano come i dati fossero stati manipolati e nascosti poco prima della conferenza sul clima a Copenhagen. “John” è stato anche consigliere ambientale dell’allora Premier inglese Tony Blair nel preparare il vertice G7 a Gleneagles nel 2005, e poco prima aveva ricevuto l’onorificenza di Comandante dell’Impero Britannico personalmente dalle mani della regina Elisabetta II, durante la sua visita in Germania nel 2004, per i servigi resi all’Impero.

 

SUL CLIMA SBAGLIA, CARO PAPA.

Maurizio Blondet 24 settembre 2015

 

Questa è la lettera che lo scienziato Franco Battaglia   ha inviato a Papa Bergoglio dopo averne letto l’enciclica “ambientalista”.   Naturalmente, nessuna risposta.

 

Santissimo Padre, sono un cristiano, nel senso che credo che Gesù Cristo sia stato Dio fatto uomo. E qui finisce la mia fede, cioè quanto basta per essere io, e non solo per questo, un peccatore. Tanto peccatore che, avendo letto la Sua ultima Lettera Enciclica, mi sono fatto la convinzione che in qualche passaggio essa non sia stata ispirata dal Suo naturale ispiratore. Non sarebbe la prima volta che succede ad un Papa: chi ispirò Urbano VIII a costringere Galileo all’atto di abiura? Non certo Dio Onnisciente.

Lei, Santo Padre, s’appella al consenso scientifico per puntare l’indice contro il «preoccupante riscaldamento climatico… la maggior parte del quale… è dovuto alle attività umane». E sul problema si dilunga con argomentazioni ­ – come, per esempio, quella del «preoccupante innalzamento dei mari» – che tutti noi leggiamo da alcuni decenni nei più approssimativi documenti di associazioni ideologicamente precostituite. Temo, allora, che il diavolo si sia insinuato nei cuori di coloro che L’hanno consigliata.

Innanzitutto, mai ci si può appellare al consenso scientifico per sostenere l’attendibilità di qualsivoglia affermazione. Anzi, a dire il vero, è contro il consenso che la scienza fa progressi, ma questa è un’altra storia. Al consenso s’appellò Urbano VIII. E Galileo non della Chiesa, ma dei suoi stessi colleghi e del consenso cosiddetto scientifico fu vera vittima. Bisogna appellarsi, invece, ai fatti. E i fatti, inconfutabili, sono quelli che seguono.

Il pianeta vive da milioni d’anni in una sorta di perenne stato glaciale, interrotto, ogni centomila anni, da diecimila anni di, detta in gergo, optimum climatico. Orbene, questa nostra umanità sta vivendo nell’ultimo di questi favorevoli periodi. Ed è da ventimila anni, cioè da quando il pianeta cominciò a uscire dall’ultima era glaciale, che i livelli dei mari si sono elevati: di oltre cento metri rispetto ad allora. Né l’attuale optimum climatico ha raggiunto ancora i massimi di temperatura che si raggiunsero, in assenza di attività umane, negli optimum climatici precedenti. (Figura 1)

 

 

Una volta usciti da un’era glaciale, il clima del pianeta non resta immobile in un ideale plateau termico (Figura 2)

Per esempio, durante l’ultimo optimum climatico, vi sono stati periodi caldi (olocenico, romano e medievale), intervallati da cosiddette piccole ere glaciali, l’ultima delle quali durò qualche secolo ed ebbe il suo minimo 400 anni fa, quando il clima riprese a riscaldarsi, e sta continuando a farlo fino ad oggi. Ma 400 anni fa, quando cominciò il processo, le additate attività umane erano assenti, e assenti rimasero per almeno tre secoli. (Figura 3).

 

È stato, l’ultimo scorso, un secolo di monotòno crescente riscaldamento, corrispondente all’inconfutabile monotòna, crescente immissione di gas–serra? La risposta è no. (Figura 4).

Nel periodo 1945-1970, in pieno boom di emissioni, il clima visse un periodo d’arresto, ed è da almeno 14 anni che sta accadendo la stessa cosa: a dispetto di una crescita senza sosta delle emissioni d’anidride carbonica, la temperatura media del pianeta è al momento stabilizzata ai livelli di 14 anni fa. (Figura 5).

 

 

Però, come dicevo, credo che a volte non sia stato lo Spirito Santo la Sua guida. Giacché Ella ha avanzato una terribile proposta che, se attuata, condannerebbe i poveri del mondo, e per sempre, alla povertà. Parlo, beninteso, della povertà materiale e non di quella, ben più devastante, dell’anima, a cui Ella solo può dare sollievo.

I poveri del mondo sono poveri perché non hanno a disposizione l’energia sufficiente per produrre beni che allievino la condizione di quasi schiavitù che sono costretti a vivere per il proprio sostentamento. Proporre, come Ella ha proposto, che i Paesi ricchi del mondo (che comprendono la minoranza della popolazione) costruiscano in quelli poveri (che comprendono la maggioranza della popolazione) gli impianti cosiddetti alternativi di produzione energetica, significa, di fatto, negare ai poveri l’unico bene – l’energia abbondante e a buon mercato – che solleverebbe la misera condizione in cui essi vivono.

Quegli impianti “alternativi”, infatti, non funzionano (è un fatto tecnico). S’immagini, per un attimo, che con un miracolo sparissero in un istante tutti gli impianti nucleari, a carbone e a gas dell’Europa e, sempre con lo stesso miracolo, fossero sostituiti da impianti eolici e fotovoltaici di pari potenza a quelli spariti. Sa cosa accadrebbe? Forse Ella non lo sa perché il Suo consigliere non lo ha detto: si fermerebbero sì, i Suoi odiati climatizzatori (che pur tanto sollievo portano alle sofferenze dal caldo e dall’umidità), ma anche i frigoriferi e gli impianti degli ospedali, si fermerebbero le fabbriche e si spegnerebbero tutte le luci. Per farla breve: si smetterebbe di essere Paesi ricchi.

Qua e là nella Sua lettera Ella punta il dito contro l’abuso della tecnologia e la fede cieca nella scienza. Sante parole. Ma allo stesso tempo Ella chiede alla scienza e alla tecnologia cose che esse non possono dare, né – allo stato attuale delle conoscenze – è pensabile che possano mai dare, a meno di una qualche imprevedibile rivoluzione; e che, in quanto imprevedibile, non potremmo neanche formulare.

Proporre che i Paesi poveri usino solo quegli impianti per il proprio fabbisogno energetico, significa negare loro l’energia, cioè significa condannarli alla povertà. Proporre, poi, che siano i Paesi ricchi a sostenere l’enorme, quanto inutile, sacrificio economico, significa impoverire le popolazioni di questi Paesi a vantaggio di quella ristretta minoranza che, unica, si avvantaggerebbe del miserabile affare. La ristretta minoranza che ha assunto le forme del diavolo che, temo, s’è insinuato nei cuori dei Suoi consiglieri, Santissimo Padre.

 

Con ciò mi congedo, e chiedo a Dio misericordioso di perdonare questo mio ardire.

 

Francesco Battaglia – 388–7423–526; francesco.battaglia@unimo.it

Professore di Chimica Fisica

Università di Modena

 

 

Figura 6: Il consenso “scientifico” che si aveva nel 1995 sulla evoluzione delle temperature globali è stato sconfessato dai fatti.

 

(Franco Battaglia ha conseguito in Italia la laurea in Chimica (con lode), e negli Stati Uniti il Ph.D. in Chimica-Fisica (magna cum laude). Ha svolto ricerca in questo campo all’estero per sette anni: un anno in Germania, al Max Planck Institut (Gottingen), e sei anni in USA, all’University of Rochester (Rochester, NY), alla State University of New York at Buffalo (Buffalo, NY) e alla Columbia University (New York, NY). In Italia ha svolto ricerca nelle università di Roma (Tor Vergata e Roma Tre), della Basilicata, e di Modena, ove è attualmente docente di Chimica Fisica.

 

È stato coordinatore del comitato scientifico dell’Agenzia Nazionale Protezione Ambiente, è membro dell’American Physical Society, e del Nongovernmental International Panel on Climate Change (NIPCC), un comitato internazionale che, valutando la stessa letteratura scientifica a disposizione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) è pervenuto alla conclusione opposta, e cioè: La Natura, non l’attività dell’uomo, governa il clima.

 

Oltre numerosi lavori e libri a carattere scientifico inerenti alla propria attività di ricerca, ha pubblicato i seguenti saggi a carattere divulgativo:

– con presentazione di Umberto Veronesi, Elettrosmog: un’emergenza creata ad arte (Leonardo Facco editore, 2002), L’Illusione dell’Energia dal Sole (21mo Secolo editore, 2007) – con presentazione di Antonino Zichichi e Renato Brunetta, Energia nucleare? Sì, per favore…(21mo Secolo editore, 2009).

Dal 1999 è editorialista del Giornale.

Petizione dello Schiller Institute: fermare la frode della conferenza sul clima COP21

mercoledì, 04 novembre 2015

 

http://movisol.org/petizione-dello-schiller-fermare-la-frode-della-conferenza-sul-clima-cop21/

 

La seguente risoluzione è stata stilata dallo Schiller Institute con l’intento di raccogliere firme di professionisti qualificati, leader politici e normali cittadini a livello internazionale.

Le condizioni di vita di miliardi di persone dipendono dalla capacità di respingere l’agenda proposta alla conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite che si terrà a Parigi in dicembre (COP21). L’iniziativa di Parigi, che punta a far adottare misure vincolanti per ridurre le emissioni di CO2, deve essere respinta per due motivi: la realtà scientifica, ovvero che non sono le attività umane a causare cambiamenti catastrofici del clima, e le conseguenze letali che avrà l’approvazione del programma proposto di riduzione delle emissioni di CO2.

Non esiste alcuna base legittima per la conferenza COP 21. Mettiamo fine a questa frode!

Benché la narrativa sui cambiamenti climatici sia una propaganda eccezionalmente finanziata, c’è un’immensa quantità di solide prove scientifiche che contraddice chiaramente la tesi che i cambiamenti climatici catastrofici siano causati dalle emissioni umane di gas serra. Per fare un esempio, le rilevazioni satellitari dimostrano che negli ultimi diciotto anni la temperatura globale media è rimasta stabile, anche se sono aumentate costantemente le emissioni antropiche di gas serra. Questo evidenzia il fatto che il clima non reagisce all’anidride carbonica nel modo illustrato dagli allarmisti del clima; in altre parole, il clima terrestre non è altamente sensibile ai mutamenti di concentrazione di CO2 nell’atmosfera.

Le previsioni dei modelli utilizzati per il clima si sono rivelate clamorosamente sbagliate per via di questa tesi erronea secondo la quale il clima sarebbe particolarmente sensibile all’anidride carbonica, e più passano gli anni più aumenta la divergenza con la situazione reale. I graduali mutamenti del clima ai quali abbiamo assistito negli ultimi decenni, come i graduali mutamenti ai quali assisteremo, non sono e non saranno un motivo d’allarme. La maggior parte di questi cambiamenti sono naturali, e qualsiasi impatto gli esseri umani possano avere è relativamente minore. Un’economia sana ed in crescita sarà in grado di adattarsi.

Dobbiamo anche comprendere che l’anidride carbonica non è un inquinante, è una parte fondamentale della biosfera. Considerato che gli attuali livelli di CO2 nell’atmosfera sono al di sotto dell’ideale per la crescita della vegetazione, gli aumenti di concentrazione di CO2 causati dall’uomo stanno contribuendo ad un aumento delle produzioni agricole e della crescita delle piante, creando un pianeta sempre più verde.

Ma il vertice di Parigi non è soltanto uno spreco di tempo e di risorse per un fantomatico problema che esiste soltanto all’interno di alcuni modelli del computer, la drammatica verità è che i programmi per la riduzione di CO2 che sono stati proposti aumenteranno la povertà, abbasseranno le condizioni di vita, ed aumenteranno i tassi di mortalità in tutto il pianeta. Non è infatti possibile la crescita demografica e il miglioramento delle condizioni di vita se si utilizzano soltanto l’energia solare, eolica, o altre forma di cosiddetta “green energy”.

Più nel dettaglio, questa strategia è fortemente auspicata dai moderni seguaci dell’ideologia di riduzione della popolazione di Thomas Malthus. Organizzazioni come il World Wildlife Fund/World Wide Fund for Nature (WWF) hanno ripetutamente dichiarato che l’attuale popolazione umana è superiore di miliardi di unità rispetto alla capacità della Terra, e quindi bisogna ridurla dei miliardi in eccesso. L’attuale spinta per un programma di riduzione delle emissioni di CO2 trova radici profonde in questa ideologia malthusiana. Ma così come Malthus aveva torto nel XVIII secolo, i suoi seguaci hanno torto oggi.

La crescita economica ad alta intensità di energia e di tecnologia è essenziale per l’esistenza umana. Può essere misurata da livelli sempre più alti di densità del flusso energetico pro capite e per area. Questo genere di progresso, crescita e sviluppo è un diritto universale e attualmente le emissioni di CO2 sono una parte fondamentale di quel processo per la stragrande maggioranza della popolazione mondiale. L’adozione di misure legali vincolanti nell’ambito del piano di riduzione delle emissioni alla conferenza di Parigi condannerà miliardi di persone a livelli di vita inferiori, con tassi di mortalità più elevati, maggiore povertà, e la privazione del diritto inalienabile di partecipare al processo di migliorare il futuro per la società nel suo insieme.

Questo è profondamente immorale.

Per questi motivi il programma di riduzione delle emissioni di CO2 della conferenza COP 21 di Parigi va respinto.