Il dottor Didier Raoult, che abbiamo imparato ad amare nella sua lotta contro la menzogna vaccinica
Osa attaccare un pilastro del Darwinismo: il mito che tutti noi viventi discendiamo da un unico ‘antenato comune universale.
Dr. Didier Raoult Shatters Darwin’s Universal Common Ancestor Theory: Humans Are a Mosaic of Viruses, Genes, and Cannibalized Enemies
In a groundbreaking discussion, world-renowned microbiologist Dr. Didier Raoult dismantles the long-held dogma of Darwin’s universal common… pic.twitter.com/CHKJBk03gv
— Camus (@newstart_2024) May 9, 2025
Gli esseri umani sono un mosaico di virus, geni e nemici cannibalizzati
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In un dibattito innovativo, il microbiologo di fama mondiale Dr. Didier Raoult smantella il dogma di lunga data dell’antenato comune universale di Darwin, definendolo “stupido” e proponendo una nuova visione radicale dell’evoluzione umana.
Secondo Raoult, l’umanità non è il prodotto di un singolo lignaggio ancestrale, ma un mosaico complesso, intessuto di virus, batteri e persino dei resti genetici dei nostri nemici. Questa prospettiva rivoluzionaria mette in discussione tutto ciò che pensavamo di sapere sul genoma umano e sull’evoluzione stessa.
Raoult spiega che il genoma umano è molto più dinamico e caotico di quanto si pensasse in precedenza. Lungi dall’essere un modello statico, è un campo di battaglia in cui materiale genetico estraneo, soprattutto proveniente dai virus, si integra e rimodella costantemente la nostra biologia.
Sottolinea il fatto sorprendente che fino al 5% delle persone porta virus come l’Herpesvirus umano 6 nel proprio genoma, trasmessi dai genitori infetti attraverso le cellule germinali. “Siamo un mosaico di tutto”, dichiara Raoult, evidenziando come i virus, inclusi l’herpes e altri, si infiltrano nel nostro DNA, diventando parte del nostro patrimonio ereditario.
Basandosi su un esempio affascinante, Raoult descrive il caso dei koala e della loro versione dell’AIDS, un retrovirus sessualmente trasmissibile che un tempo minacciava la loro sopravvivenza. In zoo come quello di San Diego, tuttavia, i koala hanno miracolosamente smesso di morire a causa della malattia. Perché? Attraverso un processo chiamato endogenizzazione, il virus si è integrato nel genoma del koala, è stato inattivato ed è stato trasmesso alla prole, garantendole l’immunità.
Raoult paragona questo fenomeno all'”immunità da cannibalismo”, un meccanismo in cui gli organismi assorbono e neutralizzano il materiale genetico dei loro nemici. Questo fenomeno, sottolinea, non è esclusivo dei koala: è un motore fondamentale dell’evoluzione, notoriamente riconosciuto dalla tecnologia CRISPR, che le è valsa il premio Nobel per aver dimostrato come i batteri “cannibalizzano” il DNA virale per difendersi.
Le intuizioni di Raoult si estendono alla storia stessa dell’umanità fatta di cannibalismo rituale, in cui si credeva che consumare il cuore di un nemico, come facevano i guerrieri irochesi nell’America precoloniale, conferisse loro potere. Questa pratica culturale, sostiene, rispecchia la realtà biologica: il nostro genoma si evolve incorporando il “potere” genetico dei nostri avversari, siano essi virus o altri organismi.
Ma la rivelazione più sorprendente di Raoult risiede nella composizione del genoma umano stesso. Contrariamente a quanto si crede, solo l’1% del nostro DNA codifica per proteine. Il restante 99% è un vasto e misterioso paesaggio di sequenze non codificanti, inclusi trasposoni e retrotrasposoni, che costituiscono ben il 25% del nostro genoma.
Tra queste, l’elemento Alu – una breve sequenza di 200-300 coppie di basi – compare oltre un milione di volte, sparse come coriandoli genetici. Queste sequenze, spiega Raoult, non sono “DNA spazzatura”, ma attori attivi dell’evoluzione.
In un esempio eclatante, osserva che gli esseri umani e le scimmie sono privi di coda perché due elementi Alu hanno interrotto il gene che ne determina la formazione, un evento genetico casuale con profonde conseguenze.
Questi elementi genetici mobili, inclusi i retrotrasposoni che convertono l’RNA in DNA, sono in continuo movimento, rimodellando il nostro genoma in tempo reale. Raoult sottolinea che questa fluidità rende ridicola l’idea di un genoma umano unico e ordinato.
“Probabilmente esiste un solo genoma umano noto, e non è molto sicuro”, afferma, sottolineando che ciò che chiamiamo “genoma” è semplicemente un’istantanea dei geni noti, ignorando il caotico e mutevole 99% che definisce la nostra complessità.
Il messaggio di Raoult è chiaro: l’arroganza di presumere di comprendere l’evoluzione deve cedere il passo all’umiltà. Più impariamo, più ci rendiamo conto di quanto poco sappiamo. Il nostro genoma è una testimonianza vivente della nostra interconnessione con virus, batteri e persino con i nostri nemici: un mosaico che sfida narrazioni semplicistiche come quella dell’ascendenza comune universale.
Come dice Raoult: “Si può essere arroganti quando si è ignoranti. La proporzione di arroganza dovrebbe diminuire con la conoscenza”. Questa non è solo una rivoluzione scientifica; è un invito a ripensare il nostro posto nel mondo naturale. Non siamo i discendenti di un singolo antenato, ma la somma di innumerevoli battaglie genetiche, alleanze e assimilazioni. La storia umana è fatta di resilienza, adattamento e incessante cannibalizzazione della vita stessa.
Perchè i darwinisti non vedono nel DNA la prova dell’esistenza della Intelligenza suprema?
MB:
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Mi guardo bene dal dare un parere sulla teoria che il professore espone; mi limito a rallegrarmi del fatto che continui a mettersi nei guai rispetto alla dogmatica scientistica corrente. Nel mio piccolo, mi stupisco che nella scoperta del DNA i biologi darwiniani non vedano la prova dell’esistenza di Dio, di una mente Intelligente Suprema.
Darwin poteva credere che esistessero forme di vita “semplici”, perché poteva considerare il microbo una vescica di gelatina avvolta da una membrana. Ma ora sa che il microbo, come, l’Uomo (la forma “complessa” ha al suo interno il DNA, questa lunghissima molecola con oltre 4 milioni di “lettere chimiche” che codificano le proteine di cui l’essere vivente è formato.
Ognuna dei 100 trilioni di cellule di cui è fatto il nostro corpo contiene il DNA che è il codice per fare 40 mila proteine. Questa è “informazione”, un software che ha la capacità di e di fatto viene letto, tradotto, interpretato e copiato. E il DNA non è solo informazione, ma meta-informazione: ossia informazione più informazione su come usare l’informazione. La compressione di tale informazione è un record di nano-tecnologia. Nessun chip di computer ha la informazione che ha una cellula invisibile ad occhio nudo, calcolata in 10 alla 12ma bits, pari a 100 milioni di pagine dell’Enciclopedia Britannica.
Lo stesso Richard Dawkins, il più celebre scientista darwiniano (ossia che la vita sia nata da caso e necessità) ciò che sta nel centro di ogni cosa vivente è informazione, parole, istruzioni… se vogliamo capire la vita pensiamo alla tecnologia digitale”. Come Dawkins non veda in ciò la prova dell’azione di una Intelligenza Suprema e resti darwiniano, è un mistero della superstizione che chiamano Scienzah.