Bergoglio a Putin: “Smetti di invadere l’Ucraina!”

Con comunicato-stampa 24 ore di anticipo, El Papa ha fatto avvertire i media che giovedì pomeriggio farà una telefonata a Vladimir Putin. Al momento non si sa nulla di quello che Bergoglio ha detto a Vladimir e nemmeno se la telefonata sia avvenuta. Ma di cosa volete che gli parli? Lo ha detto il Corriere: “La notizia filtra da Oltretevere e mostra tutta la preoccupazione del pontefice per la crisi in atto e l’ipotesi di un’invasione russa dell’Ucraina.

“Francesco ne ha parlato da ultimo nell’Angelus di domenica, quando ha pregato «per la cara Ucraina, tutte le sue Chiese e comunità religiose e tutto il suo popolo, perché le tensioni intorno ad essa siano risolte attraverso un serio dialogo internazionale e non con le armi».

Così, Bergoglio conferma – se ce ne fosse bisogno – di essere attore e partecipe del complotto globale del Gran Reset, che in questo caso consiste in questo: tutti i poteri forti internazionali e globali devono gridare a Putin di “smettere di invadere l’Ucraina”. Non dite che non lo sta facendo. Per la narrativa corrente, Putin ha “invaso” continuamente l’Ucraina dal 2014; il complotto che si sta architettando contro la Russia – forse la punizione dopo il veto russo al complotto climatico all’ONU – comprende questa rinnovata impostura ed accusa.

Come previsto dal vostro modesto cronista, è la Germania la punta di lancia del complotto. Attraverso la ministra degli esteri Baerbock, notoriamente filo NATO e fanaticamente anti-Mosca. Come ha esplicitamente spiegato alla tv e anche a Varsavia, “”era stato concordato tra gli americani e l’ex governo tedesco” di Angela Merkel “che in caso di un’ulteriore escalation [in Ucraina] questo gasdotto non potesse entrare in servizio”, ha detto alla stazione televisiva tedesca ZDF, a un momento in cui gli occidentali dicono di temere un’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe. ”

Capito il trucco? Il NordStream2 resta chiuso fino a quando la Russia non smette di invadere l’Ucraina: ecco perché si fa strillare a tutti i servi, Bergoglio in primis, “Putin smetti di invadere l’Ucraina”: per tener chiuso lo strategico gasdotto a tempo indefinito. Si tratta di creare mediaticamente e politicamente il sentimento di una continua escalation, di una “ulteriore escalation” che giustifica la chiusura.

Pazienza se si trattasse della Annalena (imbeccata dal deep state o CIA); ma il grave è che lo stesso nuovo cancelliere, il presunto “di sinistra” Scholz si è rivelato un falco antirusso:

“Continuiamo a sentirci responsabili di garantire che l’attività di transito del gas [russo] in Ucraina continui a dare i suoi frutti. Lo stesso vale per le opportunità future “, ha affermato [il nuovo cancelliere tedesco] Olaf Scholz in una conferenza stampa congiunta con il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. ” Si apprezzi almeno l’assurdo di tale propositi con cui il “nuovo” governo tedesco tratta il problema Ucraina (da un lato “invasione russa” come se fosse un fatto), dall’altro Scholz arriva ad affermare che la sua massima cura è tutelare redditi equi all’attività economica di Ucraina (il che implica che i russi, invasori impenitenti dell’Ucraina, devono continuare a far passare il loro gas attraverso l’Ucraina e per il bene dell’Ucraina, sotto le minacce e gli scherni del blocco occidentale), commenta Dedefensa. E’ chiaro lo scopo: il nuovo governo rende così NordStream2 totalmente dipendente dalla situazione ucraina, il cui livello d’allarme viene manipolato a piacere pertener chiuso il gasdotto permanentemente. Appare purtroppo che, almeno nei rapporti con Mosca della Germania, ci toccherà rimpiangere la Merkel per come è stata con Putin accomodante (agli interessi tedeschi, del resto: il gas russo conviene a loro) – il nuovo governo “di sinistra” si rivela più ferreamente atlantico nella nuova versione dell’anti Putinismo, quella imbevuta di follia da teatro dell’assurdo: “L’idea di Berlino è di legare molto saldamente l’apertura di NordStream2 alla completa capitolazione della Russia dalle molte azioni aggressive che non stanno intraprendendo in Ucraina. • Misuriamo la sfida lanciata al delirio di questi tempi ormai impazziti: “Smettetela, russi, di fare quello che non state facendo!”.

Il governo tedesco è persino più duro del suo suggeritore americano, che ha accusato sì la Russia di stare per invader l’Ucraina, ma Biden si è preso la briga, all’indomani della sua videoconferenza con Putin in cui ha minacciato terrificanti sanzioni per l’invasione , di sottolineare che l’obbligo degli Stati Uniti di difendere i propri alleati della Nato non si estende all’Ucraina. “L’idea che gli Stati Uniti useranno unilateralmente la forza per affrontare la Russia che invade l’Ucraina non è nelle carte in questo momento”, ha detto Biden alla stampa dopo la sua conversazione con Putin.

Secondo l’esperto militare Scott Ritter, quello di cui in fondo Biden ha bisogno è “la necessità politica di plasmare la percezione, sia in patria che all’estero. Le  aspettative da parte dei suoi alleati democratici sono che Biden sarà più duro con la Russia dell’ex presidente Trump. Anzitutto, la minaccia degli Stati Uniti di rafforzare il fianco orientale della NATO è vuota, e tutti lo sanno: l’esercito degli Stati Uniti è già al punto di rottura al solo mantenendo la rotazione esistente di un’unica brigata corazzata pesante, circa 5.000 soldati, in Europa. Entro il 2022 gli Stati Uniti dovrebbero completare la costruzione di una struttura  Army Prepositioned Stock (APS) in Polonia progettata per immagazzinare l’equipaggiamento di una brigata (circa 85 carri armati, 190 veicoli corazzati da combattimento, 35 artiglieria e quattro veicoli corazzati lanciati ponti lungo con centinaia di set e pezzi di attrezzature di supporto).  di attrezzature di supporto). Ciò ridurrà il tempo di schieramento per la brigata assegnata dagli Stati Uniti alla Polonia dai 45 ai 60 giorni associati alla spedizione dell’attrezzatura in un porto europeo ai quattro-sette giorni necessario per volare nelle truppe e rilasciare l’attrezzatura per l’impiego operativo.

Ma anche con 10.000 soldati supportati da 170 carri armati, 380 veicoli corazzati da combattimento e 70 pezzi di artiglieria, l’esercito degli Stati Uniti non sarebbe in grado di affrontare un potenziale avversario russo.

“La minaccia di Biden di schierare ulteriori forze statunitensi ora ha senso dunque. Prima di tutto – non lo farà. In secondo luogo, la Russia non si sta preparando a invadere l’Ucraina e Biden lo sa. L’attuale crisi è guidata dal continuo rifiuto dell’Ucraina di attuare gli accordi di Minsk quando si tratta di riconoscere l’autonomia della regione del Donbass e dal suo continuo atteggiamento militare come meccanismo per ottenere il sostegno della NATO per la sua ambizione di riconquistare il Donbass e la Crimea”. Secondo Scotto Ritter, dunque, Biden non avrebbe altro scopo che cacciarsi fuori dai guai in cui si è infilato da sé sulla questione ucraina, senza troppo danno per la propria reputazione guerriera, completamente scossa dal ritiro afghano.

Ma invece Scholz e la sua Baerbock fanno sul serio …