E si fanno pure dare dei “sovranisti”
Prof. Paolo Becchi
Giorgetti (e il governo, Giorgia e Salvini) stanno privatizzando MPS, Poste e Ferrovie per ricavare 20 miliardi. Quando gli italiani hanno 5,300 mld in banca e “risparmio gestito” vario gestito da fondi esteri e lo Stato ne può attrarre 1,000 miliardi
Giorgetti ha venduto il 25% dell’unica banca in cui lo Stato aveva ancora presenza, MontePaschi e cerca di vendere/privatizzare anche Poste e Ferrovie. Almeno, con un governo Draghi, magari c’era qualche opposizione su queste cose (e gli sbarchi). Così invece, dato che “i sovranisti” privatizzano (e fanno entrare 155mila migranti l’anno), non resta nessuno a opporsi.
Ad esempio, hai visto che la Verità (tanto bravi sui vaccini) ne parli ?
“Ok, criticare, criticare sono capaci tutti… ma quale è l’alternativa ? Siamo nell’euro, siamo nella UE coi suoi vincoli… se non usciamo da UE e Euro non possiamo fare niente, come dicono i blog di…. !)
Balle. E’ stato spiegato, anche in articoli che sono apparsi su MilanoFinanza, Libero ad esempio o Dagospia quando ci facevano scrivere (prima dei vaccini), che lo Stato può finanziarsi senza emettere BTP (soggetti a speculazione e lo spread), offrendo un conto corrente che paga interessi simili ai BOT.
https://open.substack.com/pub/biancaneve/p/come-eliminare-o-spread-e-finanziare
Dato che ci sono 1,850 miliardi nei conti correnti oggi, invece di privatizzare come fa Giorgetti per avere 20 miliardi, può finanziarsi direttamente dal pubblico italiano per centinaia di miliardi. Se gli offre qualcosa di meglio delle banche, in sostanza. Le banche ti danno il c/c che paga 0,1% oppure i loro prodotti vincolati, che non puoi poi usare per pagamenti e liquidità. Lo Stato può offrire liquidità (un conto con bancomat e bonifici), ma che paga interessi…. L
Alla base di questa soluzione c’è il concetto che il debito pubblico è in realtà DENARO, e quindi nel caso dell’Italia, i suoi 2,900 miliardi di debito pubblico vanno trasformati in …moneta… denaro… I Bot e BTP, se ci pensi, sono in realtà infatti più sicuri dei conti in banca. I conti correnti sono garantiti dallo stato fino a 100mila euro, ma i titoli di stato sono garantiti dallo Stato senza limiti. E prima di salvare le banche ovviamente lo stato rimborsa i tuoi titoli.
Perchè allora pensi che i tuoi soldi in banca siano il “denaro” e un Bot e BTP no ? Il succo della soluzione è che NON devi vendere titoli sui mercati come i BTP, su cui si specula con derivati e che vengono “reipotecati” dal fondi.
Devi offrire conti correnti agli italiani. Che pagano interessi, ma un poco più bassi dei BTP, perchè sono anche liquidità. In questo modo elimini anche lo spread perchè elimini la speculazione che esiste sui BTP, ma ovviamente non esisterebbe su dei conti correnti del Tesoro.
Qui è tutto spiegato bene come funziona
https://open.substack.com/pub/biancaneve/p/come-eliminare-o-spread-e-finanziare
Nota Bene: non è un idea bizzarra venuta solo a noi. E’ un idea del prof. John Cochrane di Stanford che vi ha scritto sopra un 200 pagine, ed è in accordo con quello che predica Warren Mosler e cioè che il debito pubblico in realtà è denaro quanto i conti in banca
spiace per chi l'abbia già visto, ma va "retuittato" ancora.
Giorgetti (e il governo, Giorgia e Salvini) stanno privatizzando MPS, Poste e Ferrovie per ricavare 20 miliardi. Quando gli italiani hanno 5,300 mld in banca e "risparmio gestito" vario gestito da fondi esteri e lo… pic.twitter.com/73ac1zRzCM
— Paolo Becchi (@pbecchi) January 14, 2024
Ora gli agricoltori italiani hanno un motivo in più per scendere in piazza come stanno facendo gli agricoltori della Germania, del Belgio, dell’Olanda e dell’Austria. Lo faranno?
Mentre in Germania – ma anche in Olanda, in Belgio e in Austria – gli agricoltori scendono in piazza per protestare contro i rispettivi Governi e contro i massoni che controllano l’Unione europea, mentre anche in Sicilia sta nascendo un movimento di protesta di agricoltori e mentre la politica blatera di aiuti agli agricoltori italiani in difficoltà arriva l’ennesima ‘stangata’ per l’agricoltura italiana. Il Governo di Giorgia Meloni e il Parlamento, nella legge nazionale di stabilità 2024, hanno ‘confezionato’ una sgradita sorpresa: non è stata rinnovata infatti l’agevolazione che riguarda la detassazione IRPEF. In pratica, è stata ‘cassata’ la norma che ha consentito agli agricoltori di non pagare l’IRPEF sui redditi dominicali e agrari dal 2017 al 2023. L’anno 2023 è coperto, nel senso che quest’anno, quando si pagheranno le imposte, gli agricoltori non pagheranno l’IRPEF sui redditi dominicali e agrari. A partire dal prossimo anno arriverà la batosta, se è vero che gli agricoltori non potranno più contare su questa misura fiscale di favore. Per la cronaca, il reddito domenicale subirà una doppia rivalutazione 80% + 30%, mentre il reddito agrario andrà rivalutato del 70% +30%. Quanto pagheranno gli agricoltori? Proviamo a mettere nero su bianco qualche stima.
Per un ettaro di vigneto da vino l’IRPEF da pagare ammonterà a 90 euro ad ettaro
Abbiamo interpellato un nostro amico che produce uva da vino. “Già è difficile vendere il nostro prodotto – ci ha detto -. Adesso con il pagamento dell’IRPEF la situazione diventa ancora più complicata. Coltivo uva da vino su circa venti ettari di terreno. Ho chiesto al mio commercialista di calcolare quanto dovrò pagare. Fatti i conti, mi ha comunicato che la ‘botta’ sarà di circa 90 euro ad ettaro. In queste condizioni penso che chiuderò la mia azienda agricola”. La cosa che fa sorridere amaramente è che il calcolo dell’IRPEF agricolo da pagare non tiene conto né dell’andamento produttivo, né delle condizioni di mercato. Se arriva un’annata di peronospora, come quella dello scorso anno – attacco di peronospora che in alcune aree della Sicilia ha dimezzato, se non annullato la produzione – l’IRPEF si paga lo stesso. Lo stesso discorso vale se un’annata siccitosa distrugge la produzione: eventualità da mettere nel conto con i cambiamenti climatici in corso. Dovrebbe andare un po’ meglio per i terreni coltivati a grano, dove l’IRPEF è ridotta rispetto ai vigneti. Il problema è che oggi, in Sicilia, con l’aumento dei costi di produzione e con il grano che si vende a poco più di 30 euro al quintale, gli agricoltori lavorano in perdita: e lavorano in perdita considerando anche l’integrazione comunitaria. Il pagamento dell’IRPEF, guarda un po’ che strana combinazione ‘astrale’, non farà altro che andare ad aggravare la situazione, favorendo chi vuole rilevare i terreni a seminativi della Sicilia e, in generale, del Sud Italia per piazzare pannelli fotovoltaici. Nell’ortofrutta ci sono in Sicilia aziende che vanno bene e che potranno reggere l’urto del pagamento dell’IRPEF; ma ci sono tante aziende agricole della nostra Isola che producono ortaggi e frutti massacrate dall’arrivo di ortofrutta estera a prezzi stracciati: queste ultime, con la ‘botta’ dell’IRPEF rischieranno la chiusura. Interessano questi discorsi al Governo Meloni e, in particolare, ai due ‘geni’ che sono finiti sulle ‘plance di comando’ del Ministero dell’Economia (Giancarlo Giorgetti) e del Ministero delle Politiche agricole (Francesco Lollobrigida)?
Gli agricoltori italiani hanno di che essere ‘felici’: con i soldi che lo Stati scipperà dalle loro tasche si pagheranno gli interessi sul debito pubblico truffaldino grazie all’euro e pagheranno anche i costi della guerra in Ucraina
Proviamo adesso a illustrare perché il Governo Meloni ha deciso di ‘tosare’ gli agricoltori reintroducendo l’IRPEF. Anche se l’esecutivo non lo ammetterà mai, tutto questo serve a fare ‘cassa’ per due ragioni. La prima ragione è legata al fatto che bisogna pagare gli interessi crescenti sul debito pubblico italiano che aumenta a causa del sistema di monetazione ‘a strozzinaggio’ introdotto con l’euro; per ora sono 90 miliardi di euro all’anno che vengono tolti dalle tasche degli italiani, a cui si andranno ad aggiungere i 12 miliardi di euro all’anno che l’Italia dovrà ‘immolare’ sull’altare del nuovo demenziale e truffaldino ‘Patto di stabilità’ voluto dai massoni dell’Unione europea. Se mettiamo insieme il debito pubblico truffaldino e il nuovo ‘Patto di stabilità’, altrettanto truffaldino, otteniamo la ‘Tassa europeista’. La seconda ragione per la quale il Governo Meloni è impegnatissimo a fare ‘cassa’ sulla pelle dei cittadini italiani è legata alla guerra in Ucraina che gli americani non vogliono più pagare. In questo caso possiamo parlare di una ‘Tassa americanista‘. Per la precisione, va detto che gli americani vogliono sì che la guerra in Ucraina continui ma non vogliono più ‘cacciare’ soldi, anche perché a loro i soldi servono per la campagna elettorale, visto che a Dicembre di quest’anno in America si voterà per eleggere il nuovo presidente. La guerra in Ucraina dovrà continuare a spese del ‘tappetino’ degli Stati Uniti d’America, al secolo Unione europea. Che sta pagando anche il costo legato alla presenza dei profughi ucraini che i dati ufficiali quantificano in 8 milioni di profughi ma che, con molta probabilità, sono almeno il doppio.
Manca la cultura:
PRIVATIZZAZIONI, IMPRESE PUBBLICHE E AIUTI DI STATO Dopo decenni di propaganda a senso unico, ormai in Italia la maggioranza della popolazione è convinta che abbiamo un settore pubblico sovradimensionato.
PRIVATIZZAZIONI
Le entrate della privatizzazione degli anni 90 in l'Italia sono state 121,05 miliardi di dollari (contro i 64,8 della Francia, i 48 della Germania e i 44 della Spagna), l'importo più elevato in Europa in termini assoluti e tra i più alti rispetto al PIL: 13,3%¹. pic.twitter.com/jTyt6VVS3f
— Gilberto Trombetta (@Gitro77) August 12, 2022
L'industria pubblica era e resta una vanto dell'economia italiana. pic.twitter.com/ThXIzq5Md7
— Gilberto Trombetta (@Gitro77) January 13, 2024
Attenzione: al Sole 24 Ore scoprono che la crescita dipende dalla domanda interna e che le classi sociali più basse hanno una propensione marginale al consumo più alta! pic.twitter.com/EN0B6SDX3g
— Gilberto Trombetta (@Gitro77) January 14, 2024
https://twitter.com/alexdelprete/status/1746506286122877367
La più grande economia d’Europa a parità di potere d’acquisto?
Russia! Ha superato la Germania nel 2023 e potrebbe superare il Giappone nei prossimi anni.
L’incredibile gestione delle sanzioni statunitensi da parte di Putin.
L’11 gennaio Vladimir Putin ha tenuto un incontro con gli imprenditori dell’Estremo Oriente a Khabarovsk.
Ha detto: “È un risultato sorprendente: nonostante sia stata strangolata e sotto pressione da tutte le parti, la nostra economia è diventata la più grande d’Europa. Abbiamo battuto la Germania e ora siamo al quinto posto a livello globale: Cina, Stati Uniti, India, Giappone e Russia.
In Europa siamo i numeri uno. Il Giappone, così come molte economie europee, sono economie ad alta tecnologia.
In termini di parità di potere d’acquisto siamo davanti a tutta l’Europa, ma in termini di reddito pro capite dobbiamo continuare a lavorare sodo. Quindi, abbiamo ancora del lavoro da fare do. ”
On January 11, Vladimir Putin held a meeting with business leaders of the Far East in Khabarovsk.
He said: “It’s an amazing result: despite being strangled and pressured from all sides, our economy has become the largest in Europe. We have beaten Germany, and we are now #5… pic.twitter.com/FozJKNPjgc
— Ignorance, the root and stem of all evil (@ivan_8848) January 13, 2024