Il Genocida ha toccato il fondo dell’inciviltà

GAZA, IL BOMBARDAMENTO DELL’EBAF QUALE PARTE DEL PIANO DI CANCELLAZIONE DELLA STORIA DELLA PALESTINA

Un genocidio prevede la distruzione di un gruppo etnico, razziale o religioso attraverso lo sterminio della popolazione e tutto ciò che ne rappresenti cultura, tradizioni e storia.

E così, alcuni giorni fa, Israele ha bombardato il più importante magazzino di antichità della Palestina a Gaza: l’EBAF, École biblique et archéologique française de Jerusalem.

Confederazione italiana archeologi: perchè bombardare un museo a Gaza?

Distrutto (anche) magazzino di reperti archeologici a Gaza

Bombardata a Gaza EBAF, École biblique et archéologique française de Jérusalem, protesta della Confederazione italiana archeologi

Comunicato della Confederazione Italiana Archeologi (CIA):

In questi giorni la città di Gaza sta vivendo un ulteriore momento drammatico della sua storia, con la totalità dei suoi, ormai pochi, cittadini, che è stata invitata dall’esercito israeliano, l’IDF, a lasciare le proprie case per la campagna militare che vorrebbe, nelle dichiarazioni ufficiali di Israele, portare allo sradicamento di Hamas dalla Striscia.

Con un preavviso di solo mezz’ora prima del bombardamento, poi diventato mezza giornata, l’EBAF, École biblique et archéologique française de Jérusalem, è stata invitata, a mettere in salvo l’intero suo magazzino di oggetti archeologici, archivistici e librari a Gaza, collocato al pianterreno di un edificio che sarebbe stato da lì a poco bombardato.
In poche ore, senza mezzi adeguati e senza che sia rimasto sul campo nessuno a garantire la qualità e la sicurezza del trasporto, i ricercatori dell’EBAF hanno dovuto improvvisare l’evacuazione di tutti i materiali che erano conservati in quello che era considerato il più importante magazzino di antichità della Palestina, nonché l’ultimo integro, almeno fino a oggi: i ricercatori sono riusciti a mettere in salvo un gran numero di oggetti, ma naturalmente non tutto.

Ci chiediamo se i 5000 anni di storia di Gaza siano parte di ciò che selettivamente verrà sradicato da questo pezzo di terra insieme ai suoi abitanti e se la giustificazione di una guerra al terrorismo si annidi nei vasi e nei reperti.

La guerra, oltre ad uccidere fino a oggi almeno 64.000 persone, di cui almeno 20.000 minori, come riportano le autorità internazionali, mira, evidentemente, a distruggere l’idea stessa che a Gaza possa essere esistito qualcosa di diverso da ciò che i nuovi occupanti vorranno, esattamente come è già successo e continua a succedere nell’intero territorio israeliano, inclusi i territori occupati illegalmente in Cisgiordania.

Nel porgere la nostra solidarietà ai ricercatori francesi e palestinesi dell’EBAF, vogliamo esprimere la nostra preoccupazione per il patrimonio culturale di quell’area, oggetto di distruzione e rimozione sistematica, non solo fisica, da anni.

Siamo ben consapevoli che, di fronte al dramma che si sta vivendo in questi mesi, rispetto al numero di coloro che quotidianamente perdono la vita, i danni subìti dal patrimonio storico, archeologico e monumentale sembrino una questione marginale; ma non possiamo dimenticare che in futuro, per chi sopravvivrà al conflitto, gli aspetti legati alla cultura e all’identità e alle radici culturali saranno il motivo per poter riprendere a vivere.

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