LA UE CHIUDE I CONTI A CHI HA UN NOME IRANIANO…

Buongiorno Dott. Blondet,
La contatto per porre alla sua attenzione un fatto assai grave.
Come già immaginavo, la totalità dei “giornaloni mainstream” hanno totalmente ignorato questa mia lettera di denuncia.
Spero che un libero pensatore come lei possa aiutarmi a dare il giusto eco all’ennesima conferma di una Italia, di una Europa debolissime e schiave dell’America.
La mia ragazza (d’ora in poi N.R.) è una cittadina Iraniana residente in Italia con regolare permesso di soggiorno illimitato e partita IVA.
In maggio, N.R. si è vista chiudere il proprio Conto Corrente secondario (presso istituto ING) senza spiegazione alcuna. Da successive verifiche è trapelato che la ragione fosse solo una: quella di essere cittadina Iraniana.
Come non bastasse, un paio di giorni fa, N.R. si è vista recapitare una raccomandata da INTESA SANPAOLO (istituto presso il quale ha il proprio Conto Corrente lavorativo principale) in cui la Banca comunica la propria volontà di rescindere unilateralmente il contratto, disponendo quindi la chiusura del conto corrente. Presa dallo sconforto, N.R. chiama il proprio consulente presso INTESA e si trova a fronteggiare un vero e proprio muro di gomma. Il consulente si rifiuta di fornire qualsiasi tipo di spiegazione che possa giustificare la chiusura del conto adducendo non meglio precisate “disposizioni dalla sede principale di Torino”.
Da ricerche online, si evince che il trattamento discriminatorio verso i correntisti di nazionalità Iraniana sia prassi comune per un numero rilevante di Istituti Bancari Italiani (ed in generale in Europa) – rif. articoli di seguito:
Per chi non avesse familiarità con la cultura Persiana, faccio presente che buona parte degli Iraniani sono persone assai moderne e lontane dallo stereotipo del mediorientale estremista (nonostante l’ascesa al potere degli Ayatollah, nell’ormai lontano 1979).
La mia ragazza (per fare un esempio) non indossa il velo.
Oltre ad essere una persona aperta alla cultura Occidentale, N.R. lavora regolarmente con Partita IVA, paga le tasse, non ha mai preso una multa in oltre 8 anni di residenza in Italia e tuttavia si ritrova indifesa di fronte a un odioso tipo di discriminazioni razziale imposto ai propri alleati (sudditi?) europei dalla attuale amministrazione Statunitense.
In base a quanto esposto qui sopra, mi spiace constatare di essere cittadino di un Paese debole, incapace di garantire ai propri cittadini (o residenti autorizzati) quanto costituzionalmente sancito all’articolo 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
A quest’ultima constatazione si aggiunga anche l’amarezza derivante dall’apprendere che queste politiche discriminatorie vengano messe in atto anche in altri paesi europei, rendendo evidente che l’Europa altro non sia che una propaggine degli Stati Uniti, incapace di una qualsiasi politica indipendente.
Che tristezza.
Cordiali Saluti,
Danilo Betta
Queste  sono le opere dei nostri fratelli maggiori.   Fanno applicare  le loro “sanzioni” su ogni iraniano all’estero in Europa e USa,  senza nememno preoccuparsi di distinguere  chi è, magari, contrario al regime vigente a Teheran: è un  razzismo del più puro  stampo (questo sì)  nazista,a  cui la UE ovviamente si adegua  .  La chiusura  unilaterale dei conti correnti  è una misura odiosa che  evoca il “non potere né vendere né comprare” – Presto succederà anche a noi opositori dell’ideologia dominante.