VITO MANCUSO NON PREGA (PERO’ FA IL TEOLOGO)

Gianluca Marletta

In Oriente, ancor oggi si definisce Teologo una personalità che “ha conosciuto realmente il Divino” e quindi ne può parlare (nella misura in cui le ‘parole’ permettono di farlo).
Ragion per cui sono pochissimi i Santi definiti anche “teologi” nella tradizione ortodossa. Tipicamente, chiamano “Giovannni il Teologo” il quarto evangelista,   il giovane che,  nella cena eucaristica,  pose la sua testa sul cuore di Gesù, l’autore della Apocalisse, scusate se è  poco.
In Occidente, specie negli ultimi tempi, il “teologo” é essenzialmente un tizio laureato in Teologia presso una delle varie università col bollino vaticano. Da qui al “teologo” che non prega ed è sostanzialmente un ateo di fatto il passo non è scontato, ma nemmeno troppo lungo…
Succede così che dopo che Papa Bergoglio – una tantum – indice una “maratona di preghiera” per chiedere a Dio la Grazia della fine del Covid, arriva il “teologo” Vito Mancuso che se ne esce esattamente con queste parole: “Sia chiaro, si è sempre fatto: pregare per chiedere una grazia. Ma è discorde rispetto alla spiritualità contemporanea, che prevede una gestione libera della nostra interiorità”.

Non si prega per chiedere una Grazia … é discorde con la “spiritualità contemporanea” (espressione che è un controsenso in termini, ma qui sarebbe lunga da spiegare).
Io di Mancuso ho letto alcuni saggi: é una mente arguta (ma l’arguzia non è intelligenza, sia chiaro); argomenta tesi convincenti specie per chi, esattamente come lui e come la media dei “catto-progressisti”, è assolutamente digiuno di qualsiasi prospettiva realmente sacra e spirituale (infatti piace tanto ai lettori di Repubblica&Co.).
Le esternazioni di Mancuso, tuttavia, ci danno l’occasione per chiarire meglio alcune questioni che magari possono risultare utili per alcuni.
Innanzitutto: la preghiera non serve per “costringere Dio”a compiere la volontà dell’uomo ma, innanzitutto, per aprire il cuore dell’uomo a Dio. Al momento però in cui l’uomo si apre davvero a Dio, egli diventa sede della Sua Presenza. Perché proprio l’uomo? Ma perché l’uomo é “teomorfo”, è la manifestazione del Principio in questo particolare mondo e l’uomo in Grazia é – lo dice letteralmente il Vangelo – un dio.

Sta all’uomo, dunque, aprire il mondo a Dio, divenire il luogo della Sua manifestazione: non è un “mercanteggiare”, caro Mancuso, é un “trasformarsi” nell’immagine reale di Colui che viene evocato. Ed é per questo che la preghiera, anche rivolta verso il prossimo, è tanto importante: essa permette il “riverbero” di questa Divina Presenza anche su altri esseri (perché in realtà TUTTI gli esseri sono invisibilmente legati).
Un santo chiuso nella sua stanza riverbera più Bene in terra di un iperattivo “militante della carità” o di un teologone iperlaureato: lo sa questo Mancuso? L’ha mai … sperimentato? No, perché se non l’ha sperimentato dovrebbe, conseguenzialmente, smettere di “fare il teologo” e dedicarsi ad altro, magari alla cronaca locale o al calcio. Tanto credo che quelli di Repubblica non lo lasceranno senza pagnotta…

E qui ci fermiamo, anche se si potrebbe dire molto di più.
https://www.repubblica.it/cronaca/2021/04/22/news/papa_francesco_lancia_la_maratona_di_preghiera-297534082/

la Repubblica (https://www.repubblica.it/cronaca/2021/04/22/news/papa_francesco_lancia_la_maratona_di_preghiera-297534082/)
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https://twitter.com/cris_cersei/status/1385226337917489179