Un amico mi ha portato qualche volta in questo borgo , Brusimpiano, ad assistere alla Messa di don Nicolò; essendo domenica la celebrava nella forma più solenne che la tradizione detta . Era impressionante . Ne era messa in luce perfettamente il carattere di Sacra Rappresentazione che ha la messa vetus Ordo. Impresssionante anche l’amore con cui i suoi parrocchiani, certo non tutti latinisti, collaboravano con risposte e canti al Sacrum Convvivium.
Stava istruendo anche quattro seminaristi; come sempre quando si dice regolarmente la Vetus Ordo ed ho constatato personalmente in altri casi, spuntano fuori dei giovani che vogliono farsi sacerdoti. Il vescovo del luogo – senza seminaristi – ha ordinato a al sacerdote di celebrarae la Messa sciatta e misera detta “nuova”. Poi l ha cacciato, il che significa anche togliergli il modesto emolumento, il mezzo di sussistenza. Malvagità e Persecuzione. Ora i seminaisti sono in mano a un vescovo spietato che li odia in modo radicale.
Qui sotto l’articolo del giornale locale che rende fedelmente la persecurioone e l’amore dei suoi parrocchiani…
Ricordo solo che la Messa Antica era stata concessa da un papa legittimo , Ratzinger; ed è stata vietata con comprovati falsi pretesti da papa alla cui morte la Massoneria ha “abbrunato i labai” sulla cui legittimità essiste un difettto di baase il fatto che Ratzinger fun costretto a lasciare il soglio con violenza incoercibile, ma invisibile ai più: SWIFT. Vewdi sotto:
Brusimpiano saluta don Nicolò Casoni: “Grazie per la tua fedeltà”
28 Lug 2025 di
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Domenica 27 luglio l’ultima celebrazione del sacerdote che ha scelto di rimanere fedele al Vetus Ordo. Una folla commossa lo ha accompagnato nell’addio alla parrocchia sul Ceresio.
BRUSIMPIANO – Un addio carico di emozione quello vissuto oggi, domenica 27 luglio, a Brusimpiano, dove don Nicolò Casoni ha celebrato le sue ultime Messe da parroco della comunità. Una folla commossa – almeno trecento persone alle 10,30 – ha voluto stringersi attorno al sacerdote che in questi anni ha rappresentato una presenza discreta, ma profondamente radicata nella vita religiosa del paese.
Con la fine del mese, si conclude il suo servizio pastorale nella comunità. Don Nicolò lascia l’incarico in seguito a una scelta che ha segnato profondamente il suo cammino spirituale: la decisione di non celebrare più la Santa Messa secondo il rito riformato (Novus Ordo), scegliendo invece di restare fedele alla liturgia tradizionale in latino, il cosiddetto Vetus Ordo ambrosiano, secondo il messale di San Pio V. Una scelta coerente, ma che gli è costata cara, portandolo – non senza dolore – a rinunciare alla guida della parrocchia. Così ha voluto l’arcivescovo Mario Delpini, che pure di don Nicolò è stato, a suo tempo, rettore in Seminario a Venegono.
Una testimonianza di preghiera
Dal cuore della comunità parrocchiale arriva un messaggio di gratitudine: “Con cuore grato, desideriamo rivolgere a don Nicolò un pensiero di saluto e riconoscenza per la sua presenza tra noi in questi anni e per la testimonianza viva di preghiera che ha offerto. La sua fedeltà al Signore e la sua dedizione sono state un sostegno nel cammino della fede”.

Molti tra i presenti hanno voluto ringraziare personalmente il sacerdote, sottolineando la sua sobrietà, la profonda spiritualità e il legame autentico con la comunità. L’ultimo “Deo gratias” della celebrazione ha risuonato come un commiato semplice ma potente, accompagnato da più di qualche lacrima.
Il futuro della parrocchia
Nel frattempo, la guida della parrocchia sarà affidata a don Claudio Lunardi, decano della Valceresio e parroco di Arcisate, Brenno e Induno, che ricoprirà l’incarico di amministratore parrocchiale. Per il supporto pastorale sarà presente anche don Franco Bonatti, vicario referente per le comunità di Cuasso e Cavagnano. Previste soltanto due messe alla settimana, al mercoledì e alla domenica. Un notevole cambiamento, per un paese abituato alle tante – e partecipate – celebrazioni sotto la guida di don Nicolò.
La comunità di Brusimpiano resta ora in attesa di una nuova fase, consapevole però di quanto forte sia stato il segno lasciato da don Nicolò: un sacerdote capace di mettersi in gioco con coraggio e con fede, anche a costo di sacrificare il proprio ruolo per rimanere fedele a ciò in cui credeva.