La direttrice dell’Intelligence nazionale dell’amministrazione Trump, Tulsi Gabbard, ha ordinato alla comunità d’intelligence statunitense di interrompere la condivisione di informazioni sui colloqui di pace in corso tra Russia e Ucraina con i cosiddetti paesi ‘Five eyes’. Lo riporta Cbs News, insieme allla Tass.
Fonti d’intelligence Usa hanno riferito alla testata giornalistica che Gabbard ha firmato il 20 luglio una direttiva che vieta la condivisione di informazioni con l’alleanza che comprende Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda. La direttiva limita la distribuzione di informazioni di intelligence a quelle già rese pubbliche e compartimenta le informazioni sui colloqui di pace all’interno delle agenzie da cui provengono, secondo Cbs News. La direttiva non vieta la condivisione di informazioni ottenute tramite mezzi diplomatici né influisce sulla condivisione di informazioni sulla pianificazione militare statunitense, compresi gli aiuti all’Ucraina.

I 5 Occhi sono diventati 4. E’ una notizia bomba, la rottura dalla catena imperialista anglo, la rotttura di un organo essenziale del Deep State e d la identificazione dell’anglo quasi come nemico.
Il sobrio commento di The Economist:
Trump contro le spie dei Cinque Occhi
Il presidente degli Stati Uniti danneggerà il patto di intelligence più potente del mondo?
Aggiornato Mar 17, 2025, 07:19 PM
Il 2 marzo, La signora sig.ra Informazioni su Tulsi Gabbard , direttore americano dell’intelligence nazionale,
Accusì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky di cercare una terza guerra mondiale, “o anche una guerra nucleare”.
La signora Gabbard ha una lunga storia di condividere teorie del complotto e filo-russe. I suoi ex aiutanti dicono che ha letto e condiviso regolarmente propaganda pubblicata da RT, un megafono del Cremlino………
https://www.limesonline.com/rivista/five-eyes-la-famiglia-delle-anglospie-14627292/
LA SERPE IN SENO
Marco Travaglio
Chissà se l’arresto del terrorista di Stato ucraino per l’attentato ai gasdotti Nord Stream sveglierà l’Europa sul suo peggiore pericolo. Che non viene da Mosca, ma da Kiev: è il nazionalismo ucraino, con punte di fascismo e nazismo, che la Nato alleva, foraggia e arma dal 2014. Una serpe in seno che rovesciò Yanukovich e ricattò Poroshenko e Zelensky per impedire che attuassero gli accordi di Minsk su tregua e autonomia in Donbass. E – ora che si parla di pace – ci espone a minacce mortali con i suoi colpi di coda.
I gasdotti russo-tedeschi Nord Stream 1 e 2 li avviano Putin e Schröder per portare il gas in Europa: costati 21 miliardi di dollari alla russa Gazprom in società con due compagnie tedesche, una francese, una austriaca e l’anglo-olandese Shell, inaugurati nel 2011 da Merkel e Medvedev, sono da sempre osteggiati da Usa, Kiev e Stati baltici. Il 7.2.22 Biden minaccia: “Se la Russia invade l’Ucraina prometto che non ci sarà più un Nord Stream 2. Vi porremo fine”. Detto, fatto. Il 26.9.22 quattro esplosioni sottomarine al largo di Svezia e Danimarca fanno saltare tre condotte dei gasdotti su quatro. Il prezzo del gas va alle stelle. Usa e Ucraina accusano Putin di essersi sabotato da solo. Ma l’ex ministro degli Esteri polacco Sikorski twitta: “Thank you Usa”.
Victoria Nuland, vicesegretaria di Stato Usa, esulta: “Sono molto soddisfatta, il gasdotto è un rottame in fondo al mare”. Il Pulitzer Seymour Hersh accusa Cia e Casa Bianca. La Procura tedesca individua sette sommozzatori delle forze speciali ucraine agli ordini del generale Zaluzhny, che usarono uno yacht noleggiato da un’azienda polacca per piazzare sul fondale un quintale di tritolo. Il 14.8.24 i giudici tedeschi spiccano un mandato di cattura per Volodymyr Zhuravlov: l’ucraino si era rifugiato in Polonia ed è appena fuggito in Ucraina sull’auto diplomatica della sua ambasciata.
Varsavia è accusata di sabotare le indagini per coprire la sua complicità. Ma Berlino precisa che “nulla cambia nel sostegno a Kiev”: continuerà ad armare e a finanziare i mandanti del più grave attentato da decenni a un’infrastruttura europea. Un giorno forse sapremo se Zelensky sapesse o se i suoi militari e 007 l’avessero tenuto all’oscuro. Il che sarebbe pure peggio: confermerebbe che sono fuori controllo.
Se finirà la guerra, l’Ucraina avrà un governo ancor più nazionalista (senza più gli elettori del Donbass filorusso) e l’esercito più grande e armato d’Europa. Se qualche testa calda ostile alla pace provocasse la Russia con un altro attentato per scatenarne la reazione, una Ue legata a Kiev da patti tipo articolo 5 Nato (o peggio) dovrebbe intervenire. E ci ritroveremmo da un giorno all’altro nella terza guerra mondiale. Pensiamoci, finché siamo in tempo. – Il Fatto Quotidiano