Sodomo-Chiesa in porno-Stato

Anche questo sarà un articolo collage di pezzi altrui. Anzitutto mi è stata  girata da Silvana De Mari, la scrittrice e medico che avendo avvertito che il sesso anale ha effetti spaventosi sulla salute,  è sottoattacco della lobby.

SONO APPENA STATA RINVIATA A GIUDIZIO

BY SILVANA DE MARI

21 MARZO 2018

 

  • Sono appena stata rinviata a giudizio per diffamazione dal circolo Mario Mieli di Roma, circolo accreditato dall’Unar finanziato con denaro pubblico per svolgere azioni pedagogiche e di prevenzione sanitaria.
  • Per evitare altre imputazioni mi limito a fare copia e incolla con affermazioni di Mario Mieli, e copia e incolla con affermazioni linkate al sito del circolo Mario Mieli. Che i cittadini italiani giudichino da soli.
  • Dal libro Elementi_di_critica_omosessuale , scaricabile in pdf sul sito del circolo Mario Mieli, libro di cui sul sito si raccomanda la lettura. Ne riporto dei brani e potete anche trovare il link per scaricarlo e leggerlo tutto, così da giudicarlo. Se volete acquistarlo è edito da Feltrinelli.
  • Elementi_di_critica_omosessuale
  • Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica” (Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale, Milano, Einaudi, 1977 ora pag. 55 pdf
  • . L’educastrazione ha come obiettivo la trasformazione del bimbo, tendenzialmente polimorfo e «perverso», in adulto eterosessuale, eroticamente mutilato ma conforme alla Norma”. (Elementi di critica omosessualepag 13 pdf http://www.mariomieli.net/wp-content/uploads/2014/04/Elementi_di_critica_omosessuale.pdf)

[…]

O gnuno di noi è prisma, è sfera, è mobile, […] ciascuno  potenzialmente combacia con ogni altro, in una «geometria» reale-fantasiosa e intersoggettivamente libera, come un caleidoscopio mirabile cui si aggiungono, via via, nuove preziosissime pietre: i bambini e i nuovi venuti d’ogni sorta, i cadaveri, gli animali, le piante, le cose, i fiori, gli stronzi” (Elementi di critica omosessuale pag 112 pdf http://www.mariomieli.net/wp-content/uploads/2014/04/Elementi_di_critica_omosessuale.pdf).

  • Ma la morale sessuale coercitiva reprime il piacere scatologico infantile […] L’educastrazione provoca in noi il disgusto per ciò che in tenera età suscitava grande piacere e interesse:
  • Sul sito del Circolo Maro Mieli si trova questo link:
  • http://www.puta.it/blog/wp-content/uploads/2011/09/articolo_mieli_traviata_norma.pdf
  • Nella pagina Mario Mieli chi era costeiche è il biglietto da visita dell’associazione, è riportato il link a un articolo di Francesco Paolo Del Re, intitolato “Mario Mieli, dinamite frocia contro la Norma”, in cui troviamo  le seguenti parole:

Quello di Mieli è un monito a tenere bene  a  mente  la  vitale,  originaria  e prorompente  sessualità  infantile,  in modo da non imbrigliarla nelle coercizioni della Norma, che genera inevitabilmente  repressione,  omofobia, violenza, discriminazione. […]

Nello stesso articolo allo stesso link si trova una  descrizione della coprofagia di Mario Mieli.

“Il Mieli “alchemico” dell’ultima parte della sua vita narra un’esperienza magico-erotica che lo vede protagonista insieme al suo fidanzato: la celebrazione di un rito di “nozze alchemiche”, con la preparazione e l’assunzione di un pane “fatto in casa”, un dolce nel cui impasto confluivano non solo merda, sangue e sperma, ma anche ogni altra secrezione corporale, dalle lacrime al cerume. Perché? “L’abbiamo mangiato – dice Mieli – e da allora siamo uniti per la pelle. Pochi giorni dopo le “nozze”, in una magica visione abbiamo scoperto l’Unità della vita. Era come se non fossimo due esseri disgiunti, ma Uno; avevamo raggiunto uno stato che definirei di comunione”. Questa comunione vuole essere testimonianza e annuncio dell’avvento di un’armonia che, attraverso la liberazione dell’Eros, costituisce una nuova “età dell’oro” ”.

La dottoressa conclude:

Che i cittadini italiani leggano e decidano.  E dopo che hanno letto decidono che è giusto che il Circolo Mario Mieli amministri denaro pubblico per svolgere funzioni pedagogiche e sanitarie  possono essere lieti: in Italia questo succede. Se decidono che è sbagliato, che la loro indignazione diventi azione.

Silvana De Mari.

Torno Blondet:

Temo molto per l’esito del giudizio: sarà di condanna.  Perché dalla lettura delle sopra citate sentenze   della Dinamite Frocia Rivoluzionaria, mi pare chiaro ed evidente che la repubblica italiana ha adottato proprio i criteri educativi del defunto suicida Mario Mieli.   La  “Buona Scuola” imposta dal governo, e attuata dalla ministra senza istruzione alla Pubblica Istruzione, si è data come dichiarato scopo primario non l’insegnamento di storia e geografia, italiano e latino, bensì la lotta contro

“repressione,  omofobia, violenza, discriminazione”.

Liberare gli infanti dai “pregiudizi” contro neri, sodomiti, pederasti e coprofili è la massima urgenza  educativa della nostra avanzata civiltà.  Trovo assai  pericoloso anche l’appello della dottoressa De Mari al popolo: il popolo se devo giudicare dai sondaggi, è a favore di ogni programma di “Liberazione sessuale”.  Anzi, già la  praticano, in vasti ambienti sottoproletari, se dobbiamo ricordare quel che  rivelò il Garante per l’Infanzia della Regione Campania Cesare Romano, nella relazione del giugno 2016:

“Abbiamo testimonianze dirette e indirette, che ci sono intere zone” in “quartieri molto critici” in cui “l’abuso sessuale, l’incesto, è elevato a normalità“.

http://www.ansa.it/campania/notizie/2016/06/21/minori-garante-campania-ci-sono-zone-dove-lincesto-e-normalita-_45f2b2db-7173-48cb-8c8f-14a08d990482.html

Gli umili si sono liberati dai tabù cattolici, e adesso si fanno i bambini.  I loro, quelli delle amanti e dei vicini.  Spalancata la finestra di Overton, finiranno  per farsi piacere anche la coprofilia. Sempre nuove conquiste  civili ci  attendono.

il profeta della Repubblica.

E’ chiaro che Mario Mieli fu il profeta di questa repubblica.  Ciò giustifica pienamente l’insistenza di Berlusconi, di mettere Paolo Romani alla presidenza  del Senato. L’opposizione del  M5S a questo alto nome è anch’essa indicativa: eccepiscono sul fatto che è stato condannato per peculato  (ha girato alla figlia il cellulare di servizio che aveva come assessore; ma poi ha rifuso le spese), però non sul fatto che Paolo Romani è diventato ricco coi numeri “144”, che vendevano fanta-sesso.

Paolo Romani: merita il Senato, lanciò Maurizia Paradiso

Da un recente articolo del Fatto abbiamo infatti appreso che Romani  è ideologicamente un radicale (del resto come tutti i personaggi che Berlusca ha portato in parlamento, escort comprese); insieme al neocon pannelliano  Marco  Taradash ha fondato nel ’74 TeleLivorno; che è stato direttore generale per un decennio di Rete A, quella dove ha fatto fortuna Vanna Marchi; che ha lavorato per Salvatore Ligresti in una sua tv; che infine ha fondato una sua propria tv,   Lombardia 7., che  lui ebbe l’intuizione di  incentrare sui programmi notturni “per adulti”. Un successone dove la star è stata Maurizia Paradiso, il primo trans-spettacolo della Repubblica Italiana, spogliarelli – e come stacchetti pubblicitari – “ filmati osé, senza penetrazioni visibili, abbinati ai numeri proibiti, 144 e 166, coi quali Romani incassava tra i 60 e i 70 milioni al mese. Ritmi da 1500 telefonate a notte. Intere famiglie sul lastrico. Un successo clamoroso”, scrive Il Fatto.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/15/romani-dagli-144-alla-condanna-per-peculato-il-fedele-indipendente-che-berlusconi-vorrebbe-capo-del-senato/4228354/

Era i numeri 144 e 166 sono vietati.

Non è certo un caso che Berlusca lo ami, se lo tenga a fianco e lo promuova a fidato consigliere facendolo salire a ministro: è  un altro “imprenditore tv” che con la tv discutibile e porchetta ci ha fatto i soldi, un’anima gemella.  Né personaggio più degno di ricoprire la seconda carica dello Stato di un pornografo radicale di successo, che è sfuggito in tempo ai rigori della legge – quando i 144  sono stati proibiti, in quanto strumenti di truffe lucrosissime.  Con Romani, in  fondo,  le luminose   che hanno illustrato il Paese,  sono Vanna Marchi e Maurizia Paradiso che entrano –   spiritualmente –  ai vertici del Porno-Stato.

Monsignor Viganò, il gay friend caro a Francisco

E la Chiesa? Già lo sapete: i tipi come Silvana De Mari   non  ricevono alcuna simpatia  in Santa Marta: non si occupano di jus soli, riscaldamento globale  e  immigrazione, “alzano muri” invece che ponti  coi sodomiti – a cui la neochiesa dedica   le sue pià calde misericordie. Se già questi cattolici sono antipatici a El Chapo, figurarsi nel cerchio magico che si è promosso attorno: sono tutti specificamente, come dicono i media in solluchero, “gay friendly”.

Per esempio quel monsignor Viganò che  per leccare El Chapo   ha perpetrato la nota falsificazione   mediatica della lettera di Ratzinger,  ha ottenuto il risultato contrario:  ma il capo  banda, dovendo accettare le sue dimissioni, di fatto lo ha promosso ampliando i suoi poteri nelle “Comunicazione” vaticana. Non può farne a meno, Francisco.

Perché – e qui ancora una volta copiamo e incolliamo da Nuova Bussola Quotidiana

A capo di tutto il sistema comunicativo d’oltretevere,  c’è monsignor Dario Edoardo Viganò. Chi è don Viganò?

“Mondano, mondanissimo. Con frequentazioni molto particolari, per un prete…”. Mi sono venute in mente queste ed altre frasi analoghe, confidate sottovoce da uomini di chiesa, professori universitari, giornalisti ed impiegati Rai… quando ho letto l’articolo di Marco Tosatti, su La Nuova BQ, intitolato Radio Vaticana e le ospitate reciproche con l’icona gay.

Viganò è colui che “ha nominato consultore della Segreteria della Comunicazione padre James Martin, sj, noto per le sue aperture ciclopiche nei confronti del mondo LGBT. Sembra che non abbia altra missione che mutare il pensiero della Chiesa in questo campo.

Viganò  ha diretto dal 2013 al 2017 il master in giornalismo digitale alla Lateranense insieme ad Emilio Carelli, che svariati siti gay auspicano faccia, quanto prima, coming out (da qui). Di più: nel 2016 i due hanno condiretto insieme il master in giornalismo alla Lumsa, e dall’inizio del 2017 codirigono il master Social media management alla Lateranense (che sembra essere un po’ il giardino di casa di Viganò). Di Carelli, Wikipedia dice così: “Nel 2009 è oggetto di gossip per alcune fotografie compromettenti scattate all’uscita di alcuni locali pubblici. Nel Febbraio 2010 [Carelli] ammette di aver pagato per riavere le foto che erano state recapitate ad alcune testate giornalistiche e per evitarne la diffusione” (si veda anche qui).

Viganò   promuove in convegni e trasmissioni vaticano “ Pierluigi Diaco, conduttore di RTL 102.5, di cui scrive Tosatti: “Pierluigi Diaco è un collega molto noto, che all’inizio di novembre ha celebrato la sua unione civile con il suo partner, e che ha annunciato in maniera molto mediatica la sua omosessualità. […] un’icona della battaglia LGBT”. Anche perché Diaco si è dichiarato favorevole anche all’adozione per le coppie gay, se vi fosse una “legislazione adeguata”. 

“Si dice  nei corridoi, che mons. Nunzio Galantino sia stato nominato proprio su consiglio di Viganò: Galantino è quello che ha dato una lettura dell’episodio biblico di Sodoma non proprio fedele al testo biblico  (Dio nella sua misericordia bergogliana avrebbe graziato Somdoma), ed è stato, inoltre, il principale avversario del Family day

La smetto qui perché  mi affatica anche il solo copia-incolla: avete capito il tipo di cui El Papa non vuole privarsi.  Il resto lo leggete  qui:

Ritratto di mons. Viganò, il comunicatore vaticano gay-friendly

Aggiungo solo che  il personaggio è un allievo del cardinal Martini buonanima (un vero allevatore di animali della neo-chiesa), e un lettore che lo conosce bene perché ha lavorato con lui, mi ha scritto:

“ E’ un finto prete: posso testimoniare che un
giorno officiò la messa ma nel bel mezzo dovette fermarsi perché non
sapeva continuare e, inforcati gli occhiali, sfogliò convulsamente il
messale per potersi orientare. E’ una persona ambigua che non sa rispettare la parola data e che ti colpisce  alla schiena appena può. Le sue promesse sono soltanto obliqui
vaniloqui. Non ha rispetto delle persone in quanto uomini ma le
prevarica e le opprime, pur volendo apparire moderno e alla mano”.

Che dire? Quasi un alter ego morale di El Chapo Francisco, un’anima sorella. Anche  nella poca abitudine di dire Messa.

nelle parrocchie: “Non etichettiamo!”

La dottoressa De Mari può forse appellarsi ai cattolici comuni? Ottenere da loro appoggio e – se condannata – l’invio delle arance in galera? Ha poco da sperare. Un lettore mi ha inviato un opuscolo distribuito a cura di una parrocchie della Diocesi di Vicenza  e dell’Agesci. Perfettamente allineato con la nuova morale  di Soros y Francisco:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lurida Chiesa in lurido Stato.