SIMBOLOGIA CATTOLICA E RITUALITA’ POLITICA

di Giorgio  Morganti

Ricordo come fosse oggi, quando mi raccontavano delle vecchiette in confessionale, alle quali veniva suggerito dai preti di votare DC. Ed è vivo altrettanto il ricordo del simbolo di quel partito, con la Croce sullo scudo. DC poi, stava per Democrazia Cristiana. Un partito politico, quindi, con la Croce sul simbolo e Cristiano nel nome. Oggi, invece, in tempi in cui la secolarizzazione, insediatasi attraverso la maggior parte dei partiti, ha calpestato in tutti i modi la simbologia cristiana e i suoi valori, il card. Parolin, segretario di Stato vaticano, tuona contro un capo politico reo, secondo lui, di aver brandito un Santo Rosario e con questo di aver fatto propaganda. “Dio è di tutti”, dice, e non può essere invocato per se stessi. Suona strano che quando era la DC a invocarlo per se stessa le alte gerarchie cattoliche non solo lo tolleravano, ma spingevano i fedeli a votare quel partito.

E lo facevano a ragione, visto che la Chiesa, in tempi di degrado morale, è obbligata a fare politica. E poi erano tempi in cui molti politici dell’area democristiana andavano a messa tutte le mattine prima di iniziare la giornata e tanti di loro sono stati canonizzati. Certo, erano altri tempi in cui il PCI rischiava di prendere il potere. Ma oggi di contro ai valori cristiani c’è ben peggio del PCI, partito che comunque non s’era mai permesso di sponsorizzare matrimoni omosessuali o eutanasia o droga libera. Ma a Parolin non interessa.

Appena qualche giorno fa un’esponente del PD aveva manifestato l’opportunità di coprire croci e Madonne con delle tende nei cimiteri, per non urtare la suscettibilità di atei e professanti altre religioni. Sostanzialmente vi è una parte politica che prova vergogna per la Santa Croce, la Santa Vergine e tutti i santi. Non un monito dal Vaticano. E’ di tutti i giorni la propaganda per istituti di morte quali aborto, divorzio, eutanasia, matrimoni omosessuali e altre aberrazioni dal punto di vista cattolico, e per tutta risposta gli apostoli di questi abomini vengono ricevuti in pompa magna in Vaticano benché impenitenti. Ma poi, non suona strano che a indignarsi per l’ostentazione del Santo Rosario siano elementi atei e accaniti detrattori dei simboli cristiani al punto tale da volerli celati nei cimiteri per vergogna di essi? A mio avviso bisognerebbe chiedersi il perché Salvini esibisca questi strumenti. Lo fa per opportunità politica? Senza dubbio, ma evidentemente è “opportuno”, per la maggior parte della popolazione, vedere esibito senza vergogna il Santo Rosario e la Chiesa dovrebbe essere contenta e prendere, invece, posizioni chiare contro gli istituti di morte e i suoi fautori. Invece tuona contro chi ostenta la Croce con orgoglio e abbraccia chi schifa e calpesta ogni giorno questi Sacri Segni. Evidentemente hanno dimenticato ciò che disse Nostro Signore Gesù Cristo, che ha pronunciato per loro queste parole: “Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi” (Lc 9, 26)

Giorgio Morganti