Samhain-Halloween, Ognissanti e Defunti

Francesco Raiola

Dal 31 ottobre al 2 di novembre si susseguono tre eventi importanti… tre passaggi di rilievo per l’uomo che vive e si confronta col divenire del suo essere, col cosmo degli eventi che sovrastano la vita, invadendola e segnandola, volenti o nolenti…

come la pioggia o il vento di novembre… con l’avanzare dell’oscurità stagionale… comune denominatore è e resta la morte.

E la relazione con la morte è proprio il vaglio delle tre ricorrenze; dal 31 ottobre al 2 novembre, essa ritorna e si impone… secondo una diversa lettura.

In Samhain è passaggio strumentale, portale di dimensioni altre che creano ponti e varchi spesso pericolosi; è tentativo di dominio delle forze infere, attraverso il propiziare di sacrifici animali, vestendone le pelli… barattando lanterne di zucca e dolcetti per evitare la maledizione degli spiriti che vagano nella notte.

Nella festa dei santi, essa appare nello splendore della resurrezione; beatitudine delle virtù cristiane che portano gioia proprio dove sembrerebbe dominare dolore e sconfitta… è il segno della trascendenza nel transeunte, superato e trapassato dall’Amore Divino, osmotico trasformatore di anime e vite; in questo contesto la morte non è beffardamente esorcizzata come in Samhain; è segno di vittoria nel potere dei santi e dei miracoli per loro intercessione…

… il 2 novembre, invece, essa morte è sospesa nel dolore della perdita subita, del ricordo dell’amato; della purificazione pagata con l’amore: comunione attiva e reale di vita/morte/sacrificio per chi non c’è più; perchè il dolore paga il dis-amore, deficit di amore… l’unico che resta davvero… è richiamo ad ascesi; nessuno scherzetto vacuamente esorcizzante … è affrontare la realtà del passaggio rapido per questa vita; inesorabile accidentale dell’essere, dell’ “io”, che si scopre nudo come Adamo in Eden; solo di fronte al giudizio della Verità… di ciò che davvero è, oltre le apparenze dell’inutile… il 2 novembre tutto diventa essenziale… perchè guarda al vero fine: amare Dio e il prossimo… il resto non conta.

In Samhain siamo al compromesso, all’accordo, al ricatto… la morte si intravede e non si affronta; si fugge e ci si nasconde da essa; si preferisce il ballo in maschere orrorifere che guardare in faccia la lama della falce…. il 2 novembre domina lo scambio d’amore; nessuna fuga dagli spiriti pericolosi..

Il risultato del differente approccio è icastico: dal ribrezzo del memento mori al carpe diem di stampo edonistico-materialista, il passo è breve..da esso deriva il mors tua vita mea, egoica celebrazione dell’horror vacui che risiede nell’intimo, “quia fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum donec requiescat in te”; l’uomo così sprovvisto di realismo è tendenzialmente portato a vivere senza il vaglio della logica, pur illudendo se stesso di essere razionale (anzi scientifico!); dubita dei sensi e si lascia convincere dalle opinioni insensate – specialmente se surrogatorie della pace di cui necessita – mediaticamente diffuse a grancassa..ma.. soprattutto il suo status interiore, non ancorato alla roccia di Cristo, vive sballottato nell’incertezza della ennesima nuova emergenza: un virus, il clima o la guerra…; non comprende di essere nel vortice di un inganno satanico, che su di lui ha presa perchè della morte non vuole sapere e non la affronta secondo la prospettiva dell’Incarnazione, dove il dolore trova risposta in una Presenza, quella del Crocifisso…questo lo schiavizza con una paura che attanaglia l’intimo e neppure gli consente di ragionare.

Il Mashiah si incarna proprio “per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita”.

Samhain è schiavitù di morte, proprio perchè dimentica la morte; essa si confonde con la vita: vivi e morti si toccano.., in questo portale spazio-temporale se ne beffa e si illude; il cristiano nel godere di Dio e dei santi e nel meditare il dolore ed il distacco dei defunti, la serietà della purificazione dell’ascesi, scopre la verità del suo destino; sa che non ci sono sconti, che dura è la strada, faticoso il cammino…ma sa pure che la vittoria, per chi in Lui-Messia si rifugia, è assicurata.