PERCHE’ HO MESSO “CORRISPONDENZA ROMANA” NELLO SPAM

(Andrea Cavalleri)

Da parecchi anni una delle mie fonti preferite di formazione storico-culturale era il sito del professor De Mattei (con cui sono anche imparentato).

Pur non essendo d’accordo su tutto (ad esempio affidare la spiegazione della situazione mediorientale a personaggi apertamente schierati e parte in causa come Alexandre Del Valle),

ho sempre apprezzato il rigore documentario tipico dello storico e la solidità della sua preparazione dottrinale.

Tuttavia negli ultimi due anni il sito di Corrispondenza Romana ha preso una deriva strabiliante: prima si è schierato anima e corpo con il partito vaccinista e ora condanna “l’aggressione russa all’Ucraina” in termini praticamente identici a quelli della propaganda NATO.

Pur non essendo d’accordo con queste prese di posizione, ho continuato a leggere il sito, nella convinzione che le ragioni addotte da De Mattei e dai suoi collaboratori fossero di ben altro livello rispetto alla propaganda becera con cui siamo tutti bombardati dai media mainstream e, pertanto, avrei avuto qualcosa da imparare, aprendomi anche alla disponibilità a cambiare parere.

Ma proprio sulle ragioni a sostegno ho dovuto subire due cocenti delusioni.

Primo caso

La prima delusione la ebbi quando Corrispondenza Romana pubblicò una risposta “scientifica” alla lettera di monsignor Viganò contro la campagna vaccinale, a cura di una pediatra americana, la dottoressa Gwyneth Spaeder.

Questa ebbe buon gioco a rispondere a un prelato, ma di fronte alle obiezioni puntuali di un professionista del settore, come il dottor Citro, sostenne le sue ragioni appoggiandosi a studi completamente screditati, o interpretati in modo chiaramente tendenzioso.

Ad esempio, per negare l’efficacia dell’idrossiclorochina come cura del covid, la dottoressa ebbe il … coraggio? (impudenza? Faccia di cemento armato?) di citare lo studio Recovery, quello in cui ai pazienti fu somministrata una dose quattro volte superiore a quella consigliata, fu data solo l’idrossiclorochina e non fu data nemmeno nelle fasi precoci della malattia, quando è più efficace.

Tale “studio” fu totalmente smontato da una revisione di Roult e altri, pubblicata sulla rivista scientifica a revisione paritaria International Medical Journal, il 29 settembre 2020.

Oppure per sostenere la sicurezza e l’efficacia dei vaccini, la Spaeder si appoggiò alla sperimentazione di Pfitzer, quella durata due mesi, con i dati manipolati (come ha confermato il British Medical Journal) e che attestava un’efficacia assoluta dello 0,88%.

In riguardo alla sicurezza, la nostra pediatra appoggiava anche l’algoritmo del OMS, secondo cui si devono conteggiare solo le reazioni avverse avvenute nei primi 14 giorni dall’inoculazione, con l’argomento (ah quanto scientifico!) che di solito i danni da vaccino si manifestano nelle prime due settimane.

Quindi per l’idrossiclorochina, usata da decenni e perfettamente nota, si doveva ridiscutere e sperimentare l’uso, mentre per i farmaci a RNA, mai utilizzati prima nella storia, bastava un “di solito” tramite una somiglianza puramente verbale, quela della parola “vaccini”.

Potrei continuare, perché questi due punti furono i più gravi, ma non gli unici della risposta della Spaeder, che ha dimostrato con la sua lettera o di non essere del settore e quindi di limitarsi a ripetere una lezioncina ricevuta e non verificata, oppure di voler sostenere una conclusione a prescindere dalle ragioni che la motivano, atteggiamento che di solito viene riassunto con il termine “mala fede”.

Ma finché si restava nel campo della medicina non potevo attribuire responsabilità al professor De Mattei che di certo non ha competenze nel settore e potrebbe avrer avuto solo la sfortuna di dar credito all’“esperto” sbagliato.

Secondo caso

Venendo alla guerra Russo-Ucraina ho notato un atteggiamento, a mio parere poco equilibrato, in cui si attribuivano tutte le reponsabilità alla Russia.

E in questo caso, molto più che nel primo, ero interessato a capire le motivazioni di Corrispondenza Romana, che in tema storico-politico dovrebbe vantare ben altra competenza rispetto al tema medico-scientifico.

L’occasione buona l’ha fornita una risposta del professor De Mattei a una lettera della dottoressa De Mari, di cui voglio citare per intero quello che per me è il punto cruciale.

DE MARI: Non le sembra grottesco identificare l’Occidente attuale col cristianesimo, quando in realtà tutti i governi occidentali sdoganano le più turpi perversioni e col pretesto del Covid negano le libertà naturali sancite dalle costituzioni?
Di quali valori occidentali stiamo parlando, di quali libertà, di quale democrazia se lo stesso giudice Palamara ci conferma che stiamo in colpo di stato permanente effettivo dal 2011 e che i governi da allora in carica sono eterodiretti?”

DE MATTEI: Per me 1) Occidente è il nome di una civiltà, la cui anima è il Cristianesimo. Lo storico inglese Christopher Dawson lo esprime bene: “La civiltà occidentale è l’atmosfera nella quale respiriamo e la vita che viviamo. E’ il modo proprio di vita nostra e dei nostri antenati, e perciò la conosciamo non soltanto dai documenti e dai monumenti, ma anche attraverso la nostra esperienza personale” (Il Cristianesimo e la Formazione della Civiltà Occidentale, BUR, Milano 1997, p. 15).

2) Non deve commettere l’errore di confondere l’Occidente con la sua secolarizzazione.

Le caratteristiche peculiari dell’Occidente, secondo il politologo americano Huntington, sono ben antecedenti al processo di secolarizzazione della modernità: “L’Occidente era Occidente molto prima di essere moderno” (Lo scontro delle civiltà, Garzanti, Milano 2000, p. 90).

[…] Ma soprattutto: cosa intende per “Occidente”? Questo è un punto cruciale.

3) Mentre in Russia esiste un regime autocratico, a senso unico, negli Stati Uniti, e negli altri Paesi occidentali l’opinione pubblica è divisa tra chi sostiene l’aborto e le organizzazioni LGBTQ, e chi combatte questa degradazione morale, come dimostrano le grandi Marce per la Vita. La tesi secondo cui l’Occidente è in sé stesso ontologicamente depravato è quella di Putin e del presidente cinese Xi Jinping. Essi non combattono la corruzione dell’Occidente, ma l’Occidente in sé stesso.

4) Io, invece, ad extra, difendo ad oltranza l’Occidente, combattendo, ad intra, la sua degenerazione.

A questi quattro punti vorrei rispondere io.

1) Occidente è un’espressione geografica, dire che è il nome di una civiltà è già una manipolazione della realtà, tra l’altro sarebbe interessante conoscere l’Opinione di de Mattei sull’estremo oriente australiano, se possa anch’esso dirsi parte dell’“occidente”.

Storicamente i territori designati con questo termine produssero una civiltà complessivamente cristiana dal 800 d.C. Al 1789; negli ultimi due secoli le forze che hanno guidato i territori occidentali non sono state quelle cristiane, oggi men che mai (a meno che non vogliamo chiamare “cristiani” i vari Tony Blair ospite del Bohemian club, il radicale Zapatero, Rebbekah Kasner o Biden che vieta l’obiezione di coscienza all’aborto).

In ogni caso l’opinione di Nostro Signore Gesù Cristo non è quella di creare una zona cristiana (Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura Mc 16,15) che si contrappone ad altre, questo magari sarà il sogno dell’ebreo Huntington che vorrebbe vedere tutte le entità diverse da Israele intente a distruggersi fra di loro.

Se fino a 60 anni fa poteva esistere una maggioranza cristiana nel popolo in grado di resistere ai voleri massonici espressi dai vertici politici, oggi di sicuro non c’è più.

Perché dunque l’occidente dovrebbe essere qualificato dal suo passato più che dal suo presente?

E perché la Russia, a sua volta per secoli impero cristiano, dovrebbe essere qualificata solo per aver subito la dolorosissima dominazione comunista, anche dopo che questa è terminata?

2) La risposta è già contenuta nel punto 1): non si deve confondere un fatto del passato o, ancor peggio, un’idea con la realtà presente.

Sembra che al professor De Mattei gioverebbe ripassare il dibattito sull’argomento ontologico di Sant’Anselmo d’Aosta: come il monaco Gaunilone fece notare che il poter pensare alle isole beate non implichi la loro esistenza.

Allo stesso modo, poter pensare all’occidente cristiano non ha nulla a che vedere col fatto che questo esista: se ne faccia una ragione!

3) Il fatto di essere “regime autocratico” è esattamente l’accusa che fu rivolta alla Russia zarista dal coro all’unisono della stampa occidentale dal 1870 in poi, quando Alessandro II impegnò la flotta russa a sostegno di Lincoln durante la guerra di secessione.

Le “potenze democratiche” (cioè i banchieri che possedevano la stampa e manipolavano i governi, già allora come oggi) speravano di approfittare della guerra civile per depredare gli U.S.A.

E non perdonarono mai l’alleanza politica e amicizia personale fra Alessandro II e Linconl (entrambi furono ammazzati, sarà un caso?) che ritardò di 40 anni la conquista dell’America da parte dei banchieri (il dollaro fu libero dal debito fino al 1913, anno di istituzione della privata Federal Reserve).

Quanto al fatto che in occidente l’opinione pubblica sia divisa non comprendo nemmeno il senso di questa allocuzione.

Intanto De Mattei deve capire che per “opinione pubblica” non si intende ciò che la gente pensa, bensì opinione pubblica è ciò che i media dicono che la gente pensi (e la differenza può anche essere forte, ma dal punto di vista politico non cambia nulla).

Del resto confronti lui il numero di lettori del suo sito col numero di lettori di Repubblica o col numero di spettatori di La7 (autentici organi semiufficiali della massoneria).

Forse il De Mattei si illude che qui si possano formare nuove maggioranze cristiane?

Le probabilità che qui si formi un nuovo governo cristiano è certamente più bassa rispetto alla probabilità che si formi un governo cristiano in Russia, dove la menzogna non è pervasiva e martellante come qui.

4) “Ad extra difendo l’occidente”.

Perché la Russia sarebbe extra?

Persino da un punto di vista teologico gli ortodossi sono molto più vicini ai cattolici che non i protestanti e la guida politico-militare dell’occidente è in mano ai protestanti.

Una persona che parla di “occidente cristiano” non potrà mai obiettare che la Russia non sia cristiano-ortodossa, oppure per l’occidente valgono i vagheggiamenti ideali e nostalgici mentre per l’oriente vale la realtà e la realtà interpretata nel modo più severo possibile?

Tra l’altro il protestantesimo che politicamente informa gli USA (guida dell’occidente) è quello calvinista, con i suoi deliri messianici di predestinazione (il “destino manifesto”, “l’unica nazione indispensabile”, “esportatore di democrazia”) e l’attitudine a condannare i perdenti, che non sarebbero benedetti da Dio.

E quanto al combattere dall’interno la degenerazione dell’occidente, caro De Mattei, sei in ritardo di almeno 50 anni.

L’occidente è già degenerato, non si tratta più di frenare la degenerazione, ma di intraprendere una nuova evangelizzazione e la cosa è ufficiale e conclamata.

Conclusione

La visione esposta dal professor De Mattei, e quindi da Corrispondenza Romana, sullo stato della civiltà è anacronistica e irrealistica, inadeguata per qualunque analisi dei fatti.

La sua indubbia competenza di storico deve quindi essere riferita solo alla documentazione del passato, in base alla consultazione degli archivi e delle altre fonti disponibili.

Ma i suoi tentativi di avventurarsi al di fuori delle sue competenze hanno prodotto un totale fallimento.

L’unico autore di Corrispondenza Romana valido al 100% è Padre Siano (dei Francescani dell’Immacolata) che si attiene unicamente (ed egregiamente!) al suo campo specialistico riguardante la massoneria.

Ho anche notato che il professor De Mattei ha citato Introvigne attribuendogli autorevolezza.

I due erano a capo dei due rami rivali di Alleanza Cattolica e questo riavvicinamento per una cattiva causa mi ha ricordato Pilato ed Erode che fecero amicizia in occasione del processo di Gesù.

Naturalmente non sosterrò più finanziariamente Corrispondenza Romana o le sue riviste (Radici Cristiane e Cristianità) ma non credo che sia un problema: con la narrativa che ora esprimono queste pubblicazioni si sono guadagnate una grossa opportunità di ricevere finanziamenti dalla Bill & Melinda Gates Foundation oppure dalla Open Society Foundations.

Sempre ché, magari dietro suggerimento di Introvigne, tali finanziamenti non siano già arrivati e allora si spiegherebbe tutto.

(Andrea Cavalleri)