Per monsignor Bettazzi l’aborto non è omicidio fino al quinto mese

La decisiome spetta alla donna e al suo “sentimento”

Complimenti a monsignore: a 99 anni, ancora lucidissimo nella sovversione a cui ha dedicato la vita e in piena contemporaneità con la campagna pro-aborto scatenata dai woke in Usa, e in Italia la “difesa della legge 194 minacciata dalla fascista Meloni” (che non ci pensa proprio) eccolo che afferma in un articolo sulla rivista Rocca – dopo elucubrazioni e capziosità su “ragione” e “intuizione” e la leccata a “Papa Francesco”, arriva al sofisma sacrilego applicato al dettato biblico:

(Genesi 2,7): «Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente». Questa narrazione (Gen. 1,27 afferma il «fatto», qui il «modo») distingue la polvere del suolo dall’essere vivente, provocato dal soffio divino dell’alito di vita. V’è dunque qualcosa di preliminare che non è ancora il singolo essere umano, ma quello destinato ad esserlo”

Ammette che “la scienza” gli dice che nel momento che lo sperma feconda l’ovulo, già c’è “la persona col proprio DNA”. Ma qui la scienza vale poco: “è “incerta nel determinare l’inizio di una vera umanità, dall’uomo di Neanderthal al Sapiens”, dove si vede che Bettazzi crede che il Sapiens discenda dal Neanderthal, una “scienzah” che forse ha imparato su testi di qualche propagandista comunista dell’800: il Neandertal si sa è un collaterale, non un antenato.

Ma per lui, visto che la scienza che lui crede di conoscere non sa dire quando il Neandertal diventa uomo, facciamola corta: Monsignor Sovversivo adotta la veduta di

Una scienziata moderna – morta pochi anni fa – insegnante di biologia all’Università di Pisa e Accademica dei Lincei dichiarava che, secondo lei, l’individuo umano incomincia ad essere tale quando, per parto naturale o per operazione chirurgica, si stacca – come corpo autonomo e respirante in proprio – dalla madre, di cui fino ad allora faceva parte. E questo porterebbe a supporre che l’essere umano diventi un autonomo individuo, persona umana, quando diventa in grado, ancora nel seno materno, di poter vivere da essere umano e da respirare autonomamente

Di questa scienziata non si fa il nome, ma certo è “moderna” e questo basta all’adoratore della “modernità”. Deve essere stata una iscritta al Partito Radicale, perché la sua tesi è propria del femminismo laicista più vieto e risaputo.

Bettazzi vi aggiunge , da par sua,una pennellata devozionale e sacrilega, che strumentalizza:

 (quindi non prima del quarto/quinto mese, come Giovanni Battista che nel sesto mese sussultò nel grembo di Elisabetta al saluto di Maria – Lc 1,41 – che aveva, sì, appena concepito Gesù, ma… in modo eccezionale «per opera dello Spirito Santo»): prima è sostanza destinata a divenire persona umana senza esserlo ancora

La decisione di quando abortire va dunque lasciata a

l’intuizione delle donne interessate, che si rivolgono ai loro bambini solo dopo qualche tempo dal loro concepimento, e di quelle stesse che abortisco

Intuizione? Addirittura va lasciata al “sentimento” delle donne, sottolinea il teologo Giannino Piana, 83 anni, una quantità di articoli sula sessualità insoddisfatta dei preti omosessuali, in un articolo coordinato con quello di Bettazzi sulla stessa rivista

Alla donna la decisione:

nell’ottica di una conoscenza intuitiva, dove la «comprensione» implica l’adesione a un modello di ragione che comporta la relazione con il «noi», acquista un ruolo del tutto particolare la donna, colei che vive in prima persona la maternità e la sua interruzione… che le consente di percepire in profondità il significato che la vita nascente riveste e di «sentire» (da «sentimento»), perciò non solo di «sapere», il valore che essa possiede e che non è in alcun caso racchiudibile entro schemi predefiniti. […]  appare chiaro che il soggetto chiamato ultimamente a decidere della interruzione di gravidanza deve essere la donna”- e la soppressione della vita che si verifica nei primi mesi della gravidanza, per quanto grave, non possa essere qualificata come «omicidio».

Insomma ecco, nell’untuoso linguaggio pretesco-caritatevole, la giustificazione del “teologo” e del monsignore al noto slogan radical-femminista

L’utero è mio e lo gestisco io”

 Bettazzi conclude:

Questo verrebbe a sovvertire la concezione dell’aborto da parte della Chiesa nel suo tradizionale orientamento.

che è stato precisamente lo scopo della sua lunghissima vita; quindi poco male, anzi bene:

La tradizione peraltro non consiste nel ripetere sempre le stesse cose, ma nell’esprimere le verità del Vangelo secondo la mentalità e la maturazione dell’umanità che cresce.

E’ qui espresso il vero atto di fede , la fede irrazionale nutrita da monsignor Sovversione: la credenza nel Progressismo automatico. La superstizione che l’umanità “cresce” e “matura, e ora è tanto cresciuta che il Vangelo va riadattato alle sue grandiose superiorità, perché è “superato”. Quella umanità che lui crede star ”crescendo e maturando” e sta invece decadendo e corrompendosi, avviandiosi palesemente alla estinzione propria e della civilt-àà che non è in grado di manu-tenere – sottomettendosi alla Ditatura dell’Innaturale , zombificandosi come ha mostrato l’atteggiamento di massa di fronte all’Impostura Covid, la perdita di cultura, di educazione e perfino di istruzione che fa sì che 77 italiani su ce nto siano analfabeti funzionali.. come li ha resi proprio un trentennio di scuola “Progressista” . Il Progressismo,infatti, non è capace di trasmettere il progresso – proprio perché è convinto che dal passato non ci sia niente da imparare , e spregia la tradizione – che è appunto un “tradere” – consegnare alle giovani generazioni la civiltà che gli antenati hanno conquistato con sforzo ed eroismo.

Progresso? Umanità che “matura”? Giudicate voi se non ha ragione Uriel Crua

NORMALISSIME ANOMALIE

Uriel Crua

Giriamo per le strade. Le persone sembrano diverse, sembrano aver dimenticato tutto, sembrano “scollegate”. Le vedi solo più sciancate, affannate, con gli occhi acquosi e fissi.

Tutto gli scorre indifferente, ma hanno acciacchi che non si spiegano. Una demielinizzazione qua, una miocardite là. Stampelle, a volte. Un cognato morto giovane: non fumava, non beveva, faceva sport. Un pezzo d’uomo. L’amico al cimitero, che peccato. Nel fiore degli anni. Inspiegabile.

E con quegli stessi occhi gelatinosi fissano le vetrine, o i figli sullo scivolo. E non capiscono. Hanno l’affanno. Sono sempre stanchi. Un inverno di vetro gli cola sul capo, fascia loro il corpo.

Sono proiettati altrove.

Loro non sanno di essere altrove.

Di tanto in tanto aprono la bocca e tirano un respiro gelido, mozzo. Sgranano le palpebre. Come se avessero capito.

Poi però dimenticano subito. Devono dimenticare.

E che dire della Dittatura delll’Innaturale imposta e imperante?

Mi resta il dubbio che i due compari abbiano preparato questo aggiornamento radicale per farlo accettare nel Sinodo sulla Sinodalità” che Bergoglio ha indetto apposta per “mettere in moto processi” e trasformarla Chiesa in una “democrazia parlamentare”.