Notizie in breve

Inps comunica:

Sciopero generale dei settori pubblici e privati dal 15 al 20 ottobre

L’Associazione Sindacale FISI – Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali ha proclamato lo sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati ad oltranza, dalle 00.00 del 15 ottobre 2021 alle 00.00 del 20 ottobre 2021.

Stefano Puzzer (Coord. Portuali di Trieste): “La nostra lotta prosegue fino a quando il Green Pass non verrà eliminato a tutti i lavoratori”

Il Prefetto di Trieste avverte i portuali: “Lo sciopero non autorizzato è reato”. Il portavoce replica: “Siamo in Dittatura sciopereremo e vedremo chi vincerà”.

Portuali di Genova:

portuali-genova

Trieste nel caos, cosa succede se si blocca il porto italiano delle materie prime

Bandiere italiane degli operai sui cancelli Maserati: “Il gruppo Stellantis valorizzi l’Italia

Come a Dalmine nel 1919 quando le maestranze presero in mano la fabbrica continuando la produzione ed innalzando il tricolore in nome di una patria sociale. Vi si precipitò immediatamente il giovane leader socialista di nome Mussolini per sostenere quella lotta operaia effettuata non contro ma in nome della nazione. (Luigi Copertino)

Gli oltre 1000 professori universitari contro il “greenpass” aderiscono allo sciopero generale del 15 ottobre

Fincantieri Ancona, 500 non vaccinati: impazza la protesta

Unarma, Associazione sindacale Carabinieri

GREEN PASS DOVERE ISTITUZIONALE E COMUNITARIO. DISAPPLICAZIONE DEL CD DECRETO GREEN PASS.

Dal comunicato di Unarma:

In merito al primo punto, il nostro ordinamento con l’ultimo Decreto-legge sembrerebbe esprimere un modello divergente e dicotomico da quanto rappresentato nel su citato quadro ordinamentale europeo, pertanto sulla base degli artt. 11 e 117, comma 1 Cost. e della giurisprudenza della Corte costituzionale, tale d.l. andrebbe disapplicato dal Giudice, ovvero in subordine, attivato il meccanismo del rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia.

Infatti, non si tratterebbe di una divergenza minore e superabile nel quadro di un libero esercizio di discrezionalità politico-legislativa, ma saremmo in presenza della configurazione di un altro modello di governance della pandemia, fondato su forme discriminatorie, piuttosto che estensive dell’esercizio dei diritti (vedasi In tema Causa C-378/17 – Sulla disapplicazione del diritto nazionale da parte di un organismo non giurisdizionale, sentenza del 4 dicembre 2018, in Osservatorio sulle fonti, 3, 2018; si veda anche C. AMALFITANO, Il rapporto tra rinvio pregiudiziale alla Corte Di Giustizia E rimessione alla Consulta e tra disapplicazione e rimessione alla luce della giurisprudenza “Comunitaria” e Costituzionale, in Rivista Aic,1, 2020, pp. 220 ss.)

In sostanza, la certificazione verde finirebbe per costituire l’imposizione, surrettizia e indiretta, di un obbligo vaccinale per quanti intendano circolare liberamente e/o usufruire dei suddetti servizi o spazi.

Ne conseguirebbe la violazione della libertà personale, intesa quale legittimo rifiuto di un trattamento sanitario non obbligatorio per legge, o comunque di continue e quotidiane pratiche invasive e costose quali il tampone. Resta sullo sfondo la questione se il Green pass, nella versione precettiva introdotta dal Decreto-legge n. 105/2021, possa costituire valido strumento per imporre quelle limitazioni alla libertà di circolazione per motivi di “sanità” pubblica previste dall’art. 16 della Costituzione, che attenta dottrina tiene distinta dalla libertà personale ex art. 13 Cost., sebbene si tratti di libertà strettamente connesse. Se da un lato si può sostenere che la riserva di legge formale contenuta nell’art. 16 Cost. sia stata rispettata dall’adozione del Green pass con Decreto-legge, dall’altro occorre interrogarsi se il Green pass, per essere ragionevole e proporzionato in termini di costi/benefici, sia effettivamente l’unico strumento in grado di garantire la sicurezza sanitaria dei cittadini e dunque tale da imporre limiti legittimi alla libertà di circolazione, così come consente la Costituzione. Da un’attenta lettura dell’art. 3 del Decreto-legge n. 105/2021, sembrerebbe che s’intenda attribuire al Green pass la valenza di “lasciapassare” per l’accesso ai servizi (attività ricreative e/o sportive e/o culturali), riferendosi, dunque, più alla sfera della libertà personale, intesa quale diritto di svolgere attività che sviluppino la propria dimensione psicofisica (art. 2 in combinato disposto con l’art. 13 Cost.), piuttosto che alla sfera della libertà di circolazione. Infatti, quest’ultima non subirebbe limitazioni dall’introduzione del Green pass, ben potendo i non vaccinati circolare “liberamente” sul territorio nazionale, fintantoché l’indice regionale dei contagi lo consentirà. Ma anche a voler ritenere il Green pass uno strumento limitativo della libertà di circolazione, la questione si infrange sulla carenza del presupposto giustificativo della natura prescrittiva dello stesso, che non potrebbe collegarsi esclusivamente alla “sua” fonte di produzione (il decreto-legge), ma che andrebbe identificato nella preventiva imposizione dell’obbligo vaccinale con legge, nel rispetto del parametro del principio di legalità sostanziale e formale. La prova di resistenza, per testare la legittimazione giuridica del Green pass, è dunque costituita dall’assenza di obbligo vaccinale, per cui soltanto una legge che imponga la vaccinazione obbligatoria – ove sussistano i presupposti legali e scientifici – potrebbe costituire validofondamento giuridico al Green pass di tipo prescrittivo.

Si passa dunque da un modello europeo che propone di agevolare la libertà di circolazione in sicurezza, impostato su un concetto di responsabilità individuale e collettiva, ben riconducibile, nei suoi aspetti strutturali e funzionali, ad i modelli liberal-democratici, ad un modello prescrittivo e discriminatorio, nel quale la dimensione della doverosità, pur presente in Costituzione, si troverebbe priva di un fondamento giuridico costituzionale, ed in ogni caso apparirebbe sproporzionata rispetto alle esigenze tese a garantire l’esercizio responsabile di libertà individuali.

Per quanto sopra, si chiede pertanto in ossequio ai disposti di cui agli artt. 11 e 117, comma 1 Cost. e della giurisprudenza della Corte costituzionale, la DISAPPLICAZIONE di tale d.l., ovvero attivare il meccanismo del rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia.

Roma,08 ottobre 2021

SINDACATO ITALIANO MILITARE DELLA GUARDIA DI FINANZA.

Tra le altre cose:

“Chi ha deciso di non vaccinarsi non viola nessuna legge e nell’ordinamento giuridico italiano è pacifico il principio secondo il quale nessun trattamento sanitario possa essere compiuto, o proseguito, in difetto del previo ed esplicito consenso manifestato dal soggetto interessato.”

“l’integrità del corpo non è un valore che può prescindere dall’autodeterminazione individuale e diventare oggetto di tutela da parte di terzi in virtù di un concetto di salute estraneo al sentire del paziente.

“Noi abbiamo l’onere di difendere la Costituzione democratica che garantisce i valori della tradizione liberale e riconosce i diritti sociali ad ogni cittadino. Noi abbiamo l’onere di tutelare i diritti umani e di contrastare ogni pericolo alle libertà individuali sancite dalla Costituzione. Noi abbiamo l’onere di combattere le mafie e i drammi prodotti dai totalitarismi per garantire la libertà dei cittadini e dello Stato.”

https://www.difesa.blog/il-senso-del-green-pass/

FERROVIERI PER LA COSTITUZIONE

“(..) per noi, è una scelta morale obbligata. Non per irresponsabile insensibilità nei confronti del bene comune, non per una irrazionale e antiscientifica paura del vaccino (alcuni di noi, peraltro, sono vaccinati), non per il rifiuto categorico di sottoporci a un trattamento sanitario. È “soltanto” perché non possiamo farci estorcere col ricatto l’avallo a un lasciapassare discriminatorio per esercitare un diritto fondamentale costituzionalmente garantito (e – attenzione – potenzialmente estendibile ad altri ambiti). Non possiamo permetterlo, almeno in quella che è formalmente una Repubblica democratica fondata sul lavoro.”

Green pass, militari cacciati dagli alloggi. Sindacato: scenderemo in piazza

Si ribella anche il SIAM

Il SIAM (Sindacato Aeronautica Militare) ha indetto per venerdì 15 ottobre 2021 alle ore 07.00 il primo storico “sit-in” della storia aeronautica davanti ai cancelli d’ingresso della base militare di Sigonella contro l’obbligo del green pass “a pagamento”. “Dalle ore 7:00 alle ore 7:25″ dichiara il Segretario della Sezione di Sigonella e dirigente Nazionale Alfio Messina, “scende in strada con i suoi iscritti con un presidio pacifico per invocare la libertà di entrare liberamente nel luogo di lavoro senza dover mettere mano al portafoglio e di poter usufruire di tamponi gratuiti che dovrebbero essere garantiti, semmai, dallo Stato, così come garantisce il vaccino a chi lo desidera”. “Infatti, è bene ricordare che non vi è nessun obbligo di legge al momento che imponga il vaccino ai militari e, pertanto, i tamponi devono essere gratuiti nell’interesse stesso dell’amministrazione che deve garantire servizi essenziali per lo Stato e livelli di operatività imprescindibili”, aggiunge in una nota il Segretario Generale del SIAM Paolo Melis.