Non avremo il PNRR

Un paese che per “nuove infrastrutture” da farsi finanziare con i fondi UE non sa pensare ad altro che nuovi stadi invece che nuovi centri di ricerca tecnico-scientifca, denuncia l’abisso della propria incultura e mancanza di ambizione. Scopre che gli manca anche una classe dirigente intermedia, capace di realizzare concretamente (“Mettere a terra” è la parola di moda ignorante) i progetti delle favoleggiate “infrastrutture”: del resto è un paese che incamera e vuole e reclama centinaia di migliaia di immigrati senza qualifica da occupare nei lavori agricoli stagionali, mentre rende emigrati tre milioni e più di italianissimi laureati, figli sui; e ha un altro 3,2 milioni di “giovani che né studiano nè lavorano” fra i 15 e i 34 anni, i quali ultimi nemmeno più giovani sono, ma semplicemente inoccupabili per analfabetismo e ignoranza delle elementari nozioni del vivere nella modernità.

E’ facile capire che realizzerà la profezia di Gustavo Rol, nel 2025 il 40% della popolazione italiana sarà di colore, e nemmeno avrà i favoleggiati 200 miliardi del PNRR dall’occhiuta euro-oligarchia. Ma è incapace di prevedere le conseguenze future a lungo termine della scelte che ha fatto da decenni. Un paese che si è reso volontariamente pizza-e-mandolino, discoteche e feste rave, un paese che griffato che veste in tuta da ginnastica (griffata) come appena uscito dalla palestra dove va per formarsi la tartaruga. E’ il paese che, come dicevamo ieri, ha abbandonato e distrutto la scuola di Giovanni Gentile – che mirava appunto a formare una classe dirigente preparata – ed ha scelto il facilismo, il vincere senza sforzo e senza eccellenza alcuna perché è più comodo. Ultima e tragicomica manifestazione di ignoranza, superficialità e imprevidenza, i suoi media (confezionati da nei-primitivi)  accusano il governo Meloni di queste arretratezze e falle, effetto di 30 anni di governi progressisti dove tutte le cariche di sottogoverno sono state occupate dal PD, e pretendono che il governo “fascista” vi metta rimedio immediatamente, e ciò con toni rabbiosi da guerra civile – guardate le prime pagine dei giornali e vedrete. Sicché non solo non avremo il PNRR, ma avremo la guerra civile.