Per non dimenticare
Nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1918 i bolscevichi compirono il massacro della famiglia Romanov, incluso l’ultimo zar Nicola II, sua moglie e i loro cinque figli.
Cesare Sacchetti
Il massacro della famiglia reale: un rito talmudico?
La storia della strage della famiglia reale però non è stata raccontata al grande pubblico poiché essa nasconde un lato ritualistico e occulto che i media la storiografia liberale non vogliono far conoscere.
Il massacro fu voluto da Lenin in prima persona e dal citato Sverdlov, ebreo, e probabilmente dallo stesso Trotskij, anche se questi nei suoi diari negli anni’30 scrisse che non era stato informato nemmeno dopo i fatti nonostante ci fosse stata una riunione subito il giorno dopo tra i vertici bolscevichi, alla quale lui prese parte, e questo inficia di molto la sua testimonianza e il racconto del suo diario.
Il giorno prima del massacro, il 16 luglio del 1918, venne in gran segreto un treno speciale da Mosca a Ekaterinenburg, sul quale viaggiava un rabbino che si premurava di coprirsi il volto per non farsi riconoscere.
Il rabbino, come racconta l’autore inglese Mike Walsh, venne accolto con il massimo riguardo, a dimostrazione che i bolscevichi erano molto lontani dall’essere “asettici” in termini di fede, quando al contrario, molti di essi, erano ebrei praticanti e osservavano anche le prescrizioni del Talmud, come nel caso di Iona Yakir, comandante dell’armata rossa che sotto la sua divisa portava la tipica veste ebraica chiamata Tzittzit.
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Iona Yakir
Il rabbino venne per uno scopo preciso, ovvero quello di scrivere quegli strani simboli cabalistici ed esoterici che sono stati trovati sul muro della stanza nella quale è stato massacrato lo zar con la sua famiglia.
A parlare di questi simboli è stato, tra gli altri, uno dei primi ad indagare sulla strage, il giornalista britannico Robert Wilton, che riferì, già nel 1919, che sul muro della casa di Ipatiev dove avvenne il massacro erano presenti questi simboli ““1918 года” , l’anno 1918, assieme alla sequenza numerica “148467878 р” and “87888”.
Oltre a questa sequenze numeriche sui muri sono state trovate anche queste scritte che sono una citazione del poeta tedesco di origini ebraiche, Henrich Heine.
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Le scritte trovate sui muri dove avvenne il massacro della famiglia reale zarista
“Belsatzar ward in selbiger Nacht / Von seinen Knechten umgebracht”.
Questa frase si traduce in “Belsatzar è stato, la stessa notte, ucciso dai suoi schiavi” e ciò appare essere un chiaro riferimento a Baldassar, il re babilonese di cui si narra anche nella Bibbia e al quale venne annunciata la propria disfatta attraverso un messaggio sul muro.
Gli assassini dello zar volevano mandare un messaggio simile, a quanto pare. Nicolas II era il re che andava ucciso ai loro occhi in quanto colpevole di aver oppresso gli ebrei in Russia.
La lettera N nel messaggio è stata scritta, come si può vedere nell’ingrandimento, in tre lingue differenti, quali l’ebraico, il samaritano e il greco.
Ad aiutarci meglio nella decodifica di queste lettere e dei suoi significati esoterici è l’autrice Leslie Fry che nel suo libro “Waters Flowing Eastward: The War Against the Kingship of Christ “ dedica un capitolo alle scritte rinvenute sul muro della casa di Ipatiez.
Leslie Fry spiegò che attraverso l’interpretazione della cabala e del Talmud ebraico, il messaggio che viene ricavato dalla lettura di quelle lettere è il seguente.
“Qui il re è stato colpito al cuore come punizione per i suoi crimini.”
Non c’è dubbio che chiunque abbia scritto quel messaggio avesse una conoscenza profonda dei citati testi “sacri” dell’ebraismo moderno che hanno sostituito la torah, ovvero la legge mosaica dell’Antico Testamento.
Gli assassini che diressero il massacro sono Yakov Sverdlov, Philippe Goloshchyokin, Pyotr Voykov, Beloborodov Alexander Georgievich, Konstantin Myachin e Georgy Safarov.
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Da in alto a sinistra verso destra: Yakov Sverdlov, Philippe Goloshchyokin, Pyotr Voykov, Beloborodov Alexander Georgievich, Konstantin Myachin e Georgy Safarov
Gli esecutori materiali invece sono Peter Ermakov, Mikhail Medvedev, Pavel Medvedev, Yakov Yurovsky e Grigory Nikulin.
Dopo che l’intera famiglia venne sterminata a colpi di pistola e baionetta, e dopo che la stanza divenne un mattatoio talmente era il sangue che scorreva dai corpi delle vittime, gli assassini si incaricarono di smembrare i corpi e di depositarli in una cava mineraria, non prima di aver cosparso acido solforico per distruggere quanto restava di essi, proposito non del tutto riuscito perché dei resti della famiglia reale sono stati successivamente trovati.
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La stanza nella quale avvenne la strage dello zar e della sua famiglia
La storia di questo massacro, come si vede, contiene elementi certamente politici e finanziari, in quanto le potenze che volevano liberarsi dello zar erano quello del movimento sionista mondiale, ma ci sono anche fortissimi elementi esoterici e occulti che rendono del tutto evidente che in quella stanza nella casa di Ipatiev, a Ekaterinenburg, è stato consumato un rituale di magia nera.
La Chiesa Ortodossa russa lo aveva annunciato già qualche anno fa ed è per questo che si era formata una commissione d’inchiesta apposita, composta anche dal vescovo Tikhon, molto vicino a Vladimir Putin.
La verità sul massacro dello zar e sui mandanti di quella strage è certamente importante per la Russia ma lo è anche per il mondo intero.
Gli architetti del caos e della rivoluzione permanente sono gli stessi da secoli.
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Un’altra memoria:
Dalle memorie del principe Yusupov: “Vi racconterò solo di una strana scoperta fatta dall’investigatore Sokolov nel seminterrato di Casa Ipatiev. Ne ho sentito parlare da lui stesso. Sul muro del seminterrato c’era un’iscrizione in ebraico: “Qui hanno giustiziato il capo della Fede, del Popolo, della Patria. L’esecuzione ha avuto luogo”. Queste iscrizioni furono realizzate dallo stesso Yakov Schiff, arrivato a Ekaterinburg in una carrozza separata. ➖ “Quanto a me, qualunque siano le ragioni dell’esecuzione, non posso giustificare l’omicidio di bambini per nessun motivo. Questo è un crimine”, osserva Oleg Tsarev (https://t.me/olegtsarov/31224). t.me/RVvoenkor
Jacob Schiff è stato un banchiere, imprenditore e filantropo tedesco naturalizzato statunitense, di origini ebraiche, ha contribuito a finanziare, tra molte altre cose, gli sforzi militari giapponesi contro la Russia zarista nella guerra russo-giappone