Macron ha indicato il Nemico: la Cina

Il Ministero della Difesa Francese ha emanato la sua nuova dottrina: “Revisione Strategica Nazionale”

Indicando come pericolo mortale per la Francia – avete indovinato – la Cina. Del resto da mesi ha mandato navi da guerra francesi (come la Merkel, tedesche) a pattugliare lo stretto di Taiwan – è curioso che l’aggressiva Pechino non mandi qualche gioiello della sua flotta militare davanti alle coste della Normandia.

Il giornalista Bruno Guigue, fra il trasecolato e il sarcastico, ha spulciato il testo questa “revisione strategica nazionale” che fissa la dottrina ufficiale della difesa francese:

Prima frase:

“L’obiettivo del Partito Comunista Cinese (PCC) e dell’Esercito di Liberazione del Popolo (PLA) resta quello di soppiantare gli Stati Uniti come prima potenza mondiale”.

Imperdonabile davvero, commenta Guigue. Perché la Cina non fa come noi, cantare le lodi del Grande Egemone Illuminato del mondo libero? Invece di continuare a salire in potenza – scandaloso – dovrebbe rinunciare ai propri successi per lasciare allo Zio Sam, questo benefattore dell’umanità, la guida che gli spetta di diritto.

Altra sentenza: “Prosegue l’ammodernamento dell’apparato militare cinese che consente all’Armata Popolare di sostenere una strategia sempre più assertiva, anche a livello militare, sia nella regione indo-pacifica, in particolare per quanto riguarda lo status quo nello Stretto di Taiwan, ma anche in altre regioni del mondo dove la sua diplomazia gli crea clienti, in particolare in Africa”.

La Cina ha in Africa clienti, invece la Francia ha lì ex colonie che non vogliono più vederla nemmeno dipinta. Giustappunto il Mali ha cacciato definitivamente il francesi, non senza l’aiuto del gruppo Wagner. Emmanuel Macron ha annunciato ufficialmente la fine dell’operazione Barkhan, la più grande operazione militare in Mali degli ultimi anni. La Francia ha lasciato il Mali a settembre, abbandonando tutte le sue basi e strutture militari dopo anni di presenza in Africa.

Continuaimo l’esame della Dottrina Strategica macroniana

“Il regime cinese vede il potere americano e il modello occidentale in declino. Crede che la leadership occidentale sull’ordine internazionale sia indebolita e che possa indebolirla ancora di più approfittando della sua nuova influenza.

“Visti i danni causati dall’egemonismo occidentale, questa è una buona notizia”, commenta Guigue.

“Questa rimessa in causa coinvolge il campo politico (propaganda sul declino dell’Occidente), economico e tecnologico (predazione, guerra commerciale), militare (crescita dell’arsenale nucleare, ammodernamento dell’Esercito popolare di liberazione, punti di appoggio all’estero) e diplomatico ( atteggiamento più assertivo nei forum internazionali, ricorso a equilibri bilaterali di potere o formati multilaterali alternativi, come 14+1 (14 paesi europei, di cui nove paesi dell’UE) o il Forum sulla cooperazione Cina-Africa)”.

In effetti. Sembra addirittura – inaudito – che la Cina sia un Paese sovrano, che abbia una diplomazia indipendente, che guidi il suo esercito e non chieda alla potenza straniera l’autorizzazione a formare partenariati. Come fa con gioia il governo italiano – sinistra o destra non cambia, l’abitudine al servaggio qui viene naturale come respirare – che chiede a Ursula Von der Leyen , a Stoltenberg e a Biden che politica estera gli è permessa. Il fatto che questa frase si trovi in un documento strategico di Parigi fa temere che questa mentalità di sottomissione abbia contagiato le centrali della Difesa francese, storicamente non solo gelose della loro autonomia, ma che si erano dati i mezzi (Bomba e centrali atomiche) per esercitarla. De Gaulle si rivolterà nella tomba.

Ma la frase più stupefacente della “Dottrina Macron sul Nemico” è probabilmente la seguente: 

“L’esame a lungo termine della coesione occidentale e l’impatto di sanzioni ed embarghi sulla Russia forniranno alla Cina preziose indicazioni anche sulla portata degli strumenti di coercizione economica che potrebbero opporsi ad essa in caso di grave crisi”.

Guigu traduce: “L’analisi rigorosa del terrificante fallimento delle sanzioni occidentali contro la Russia aiuta sicuramente a illuminare i dirigenti cinesi”. Il masochismo auto-inflitto e suicida dell’UE nella vicenda ucraina rimarrà senza dubbio una materia scolastica di scienze politiche per molto tempo. Qui sotto il gollista Asselineau mostra gli effetti delle fulminanti sanzioni. Che come le nostre, sembrano (sono?) fatte apposta per colpire il nostro popolo, non Putin

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La guerra in Ucraina “apre la prospettiva di una maggiore sfida interna agli organismi internazionali, diretti contro l’espressione degli obiettivi occidentali e offrendo opportunità di allineamento politico contro l’Occidente e gli Stati Uniti in particolare”.

Sarebbe sorprendente il contrario. I pensatori del Ministero della Difesa immaginavano che la Cina si sarebbe allineata su qualcosa di diverso dalla percezione ragionata dei propri interessi?

E che dire di questa?

“La convergenza strategica tra Cina e Russia si manifesta in una guerra dell’informazione ampiamente utilizzata dalle due potenze, che lanciano azioni ibride per “sfidare dall’interno l’architettura della sicurezza internazionale”.

Nel campo della “ guerra dell’informazione” e psy-war, l’Occidente ha da tempo frantumato tutti i record, nota Guigue. Nonostante i loro meritevoli sforzi, né la Cina né la Russia raggiungeranno il livello dei loro avversari.

Queste operazioni di guerra dell’informazione russa e cinese, continua il testo cercano”di indebolire i nostri sistemi politici e la nostra coesione nazionale, mentre alimentano o addirittura creano effetti di allineamento contro di noi, come evidenziato dalla guerra in Ucraina”.

Curioso ragionamento. Se non ci si allinea servilmente alla politica occidentale, significa che si cerca di minare la coesione nazionale dei paesi occidentali. Per dei regimi che si dichiarano democratici, questo è paradossale. Come se il pluralismo che si esprime sulla scena internazionale fosse una calamità da scongiurare, conclude il giornalista.

Ma noi siamo ottimisti sulla perpetuità della superiore Civiltà Occidentale. Perché sappiamo che la vera superiorità degli Stati Uniti, cui dobbiamo la nostra volontaria adesione di massa in Europa, non dipende dal suo spropositato armamento, ma è essenzialmente culturale: i modelli e i canoni di stile che l’America propone, vengono da noi europei imitati non per imposizione, ma spontaneamente.

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Discriminano con la loro presenza

Dopo due millenni e mezzo in cui ci siamo assoggettati alla statuaria greca, a Fidia e Prassitele, stufi, adottiamo il nuovo Canone del Bello che ci viene suggerito dagli USA. La nuova Miss America segna la strada che percorreremo:

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Brian Nguyen, un uomo transgender, ha vinto il concorso di bellezza regionale di Miss America nel New Hampshire.

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Credete di no? Già nascono corsi di mutamento del gender per bambini nelle scuola italiane, e mica perché obbligati, ma per imitazione: L’Impero del Male Assoluto, del Falso e Impostura, domina precisamente come Impero del Brutto Totale, e lo fa amare ai predestinati, che sembrano la maggioranza assoluta. Come amerete gli insetti nella dieta..

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