La società che non crede e non pensa

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Marcello Veneziani

In che razza di società viviamo? Siamo nella società che non crede, che non pensa, che non sa, che non ama e ha perso la fiducia nel mondo, nel futuro e nelle classi dirigenti. Un tempo si riteneva che, dissolte le credenze, si sarebbe sviluppata la società matura al lume del pensiero autonomo che avrebbe sostituito la fede con la ragione. Invece siamo qui a constatare un esito ben diverso: la nostra società che non crede e anche una società che non pensa […] Perduta la devozione popolare verso presunte superstizioni religiose, è cresciuto il buco nero dell’ignoranza, il varco per le superstizioni e la scarsa voglia di approfondire, di pensare criticamente, con giudizi autonomi. I santi sono stati rimpiazzati dai santoni, dopo i predicatori arrivano gli influencer, disertate le istituzioni religiose ci si affida alle agenzie della rete globale. Un mix di ignoranza e presunzione. L’ignoranza nelle società dominate dalla fede e dall’autorità era perlomeno accompagnata dall’umiltà e dal rispetto verso chi sa, più esperienza, più cultura. Oggi tutti giudicano tutto in virtù di una malintesa sovranità dei cittadini; ignoranza e arroganza si sposano e trinciano giudizi sprezzanti e comportamenti conseguenti nel nome sacro della libertà e dei diritti. La perdita della fede si è abbinata alla perdita del sapere, al disprezzo per la cultura, al rifiuto della conoscenza che è un cammino difficile, spinoso, in cui si formano le inevitabili gerarchie di comprensione. Una società deperisce se non crede in niente, non pensa, non studia, non rispetta le differenze e i ruoli e i livelli di conoscenza. Un filosofo “laico” come Piero Martinetti notava che “la religione è il cardine stesso della vita” e “la vita morale non ha termine e consistenza vera che nella credenza religiosa”

(Marcello Veneziani, La Cappa – per una critica del presente, Marsilio, 2022, pag. 141

loquenzi
Giornalista RAI. Nazista senza saperlo

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