La Comunione Spirituale: Padre Pio (e altri santi)

Per Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, la Comunione spirituale era l’unico sollievo al dolore acuto che provava nello stare chiusa in casa, lontana dal suo Amore, specialmente quando non le era concesso di fare la Comunione sacramentale. Allora saliva sul terrazzo della casa e guardando la Chiesa sospirava fra le lacrime: “Beati coloro che oggi ti hanno ricevuto nel Sacramento “, Gesù.

Fortunate le mura della Chiesa che custodiscono il mio Gesù. Beati i Sacerdoti che sono sempre vicini a Gesù amabilissimo”*. *E solo la Comunione spirituale poteva placarla un po’.*

Ecco uno dei consigli che P. Pio da Pietrelcina dava a una sua figlia spirituale: “Nel corso del giorno, quando non ti è permesso di fare altro, chiama Gesù, anche in mezzo a tutte le tue occupazioni, con gemito rassegnato dell’anima, ed egli verrà e resterà sempre unito con la anima mediante la sua grazia e il suo santo amore. Vola con lo spirito dinanzi al Tabernacolo, quando non ci puoi andare col corpo, e là sfoga le ardenti brame ed abbraccia il Diletto delle anime meglio che se ti fosse dato di riceverlo sacramentalmente”.

Quanto sia preziosa la Comunione spirituale lo disse Gesù stesso a S. Caterina da Siena in una visione. La Santa temeva che la Comunione spirituale non avesse nessun valore rispetto alla Comunione sacramentale. Gesù in visione le apparve con due calici in mano, e le disse: “In questo calice d’oro metto le tue Comunioni sacramentali; in questo calice d’argento metto le tue Comunioni spirituali. Questi due calici mi sono tanto graditi”.

✨ PREGHIERA PER LA COMUNIONE SPIRITUALE ✨

*Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento.*

*Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’ anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.*

*Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te; non permettere che mi abbia mai a separare da te.*

*Eterno Padre, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in sconto dei miei peccati, in suffragio delle anime del purgatorio e per i bisogni della Santa Chiesa.*

Per  i tempiche stanno venendo.

Il cardinale Sarah denuncia una liturgia devastata

Celebrando la messa pontificale a Dakar (Senegal), il cardinale Robert Sarah, già prefetto del Dicastero per il culto divino, si è espresso contro la «distorsione» della messa in Occidente e contro le celebrazioni troppo «africane». Un intervento a margine di un convegno sulla liturgia, mentre la Costituzione Sacrosanctum Concilium ha appena festeggiato le sue sessanta candeline.

«Siamo testimoni oggi, soprattutto in Occidente, di uno smantellamento dei valori della fede e della pietà. (…) E ad una distruzione delle forme della messa», ha denunciato; e aggiunge: «cospargiamo la liturgia di elementi africani e asiatici, distorcendo così il mistero che celebriamo, e le nostre celebrazioni a volte durano sei ore», ha lamentato.

«Le nostre liturgie sono spesso troppo banali e troppo rumorose, troppo africane e meno cristiane». Un’accusa di cui si è affrettata la stampa cattolica progressista, che ha contrapposto la figura tradizionale dell’ex patrono della liturgia in Vaticano, a quella di papa Francesco, opposizione che il cardinale Sarah ha sempre respinto.

Le pareti bianche della cattedrale di Dakar hanno risuonato, per l’occasione, di canti in latino, e non nella lingua wolof come di consueto. «Se consideriamo la liturgia come una questione pratica di efficienza pastorale (…), rischiamo di farne un’opera umana, un insieme di cerimonie più o meno riuscite», ha avvertito il presule guineano.

Una constatazione di cui non possiamo che rallegrarci, anche se non vi troviamo una ricerca dei principi che hanno portato all’attuale declino liturgico, principi i cui semi sono stati gettati nella costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium sulla liturgia, promulgata il 4 dicembre 1963, esattamente sessant’anni fa.

Mons. Strickland annuncia un nuovo canale YouTube per insegnare le verità della fede cattolica

Nel episodio di questa settimana di The Bishop Strickland Show , il vescovo Joseph Strickland parla del suo nuovo canale YouTube , di come la devozione eucaristica influenza il modo in cui i sacerdoti celebrano la Messa, della partecipazione attiva alla liturgia , della decisione del governo socialista spagnolo di fermare una manifestazione del Rosario e altro ancora. .

10 DICEMBRE 2023

Mons. Viganò annuncia una casa di formazione per formare sacerdoti che resistano agli “errori del Vaticano II”


Mons. Viganò ha annunciato il suo progetto per un nuovo seminario sotto la sua supervisione, insistendo sul fatto che «sono necessari sacerdoti buoni e santi, che non subiscano il ricatto di dover accettare gli errori del Vaticano II o le deviazioni di Bergoglio per esercitare il loro ministero. ‘

Il 2 dicembre il Presidente di Exsurge Domine ha offerto ospitalità a Torrita di Siena per la celebrazione della Messa del Primo Sabato del mese, seguita da un ricevimento al quale hanno partecipato numerosi amici e sostenitori. È stata l’occasione per conoscerci di persona – o rivederci – e per farvi conoscere la decisione di intraprendere l’erezione del Collegium Traditionis , la casa di formazione clericale che accoglierà le giovani vocazioni tradizionali e le accompagnerà con discernimento verso il Sacerdozio: vi invito a leggere la mia omelia per avere un quadro più completo. Inutile dire che questo ambizioso progetto risponde ad un’evidente esigenza pastorale dei fedeli – soprattutto in Italia – e al mio dovere, come Successore degli Apostoli, di assicurare un approdo dottrinalmente e moralmente sicuro per nuove e sante vocazioni: solo con un lungo A breve termine, proiettato verso il futuro dei nostri figli, saremo in grado di creare le basi per la rinascita di una società autenticamente cristiana. Senza operai, lo sapete bene, la Vigna del Signore non porta frutto.

Adeamus cum fiducia ad thronum gratiæ, ut misericordiam consequamur, et gratiam inveniamus in auxilio opportuno . (Eb 4:16)

Cari fratelli e amici, in questo primo sabato di dicembre, l’introito della Messa votiva in onore del Cuore Immacolato di Maria è un invito a rivolgerci alla Mediatrice di tutte le grazie, a Colei che è Onnipotente per grazia, mentre il mondo e la Chiesa sono assediati da un attacco che sembra travolgere tutto nell’apostasia generale.
Avviciniamoci con fiducia al trono delle grazie, per ottenere misericordia e trovare grazie che ci aiutino al momento opportuno . Sono le parole conclusive del capitolo quarto della Lettera agli Ebrei, in cui l’Apostolo ci parla di Cristo Sommo Sacerdote: Non c’è creatura che gli resti nascosta, ma tutte le cose sono nude e aperte ai suoi occhi, e a lui dobbiamo rendere conto (Eb 4,13). E subito dopo: Avendo dunque un grande Sommo Sacerdote che ha attraversato i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, rimaniamo fermi nella professione della nostra fede (E

Il motivo per cui la Chiesa ha voluto proporre nell’ambito della Messa del Cuore Immacolato un brano della Scrittura relativo al suo Divin Figlio risiede innanzitutto nel ruolo di Corredentrice della Vergine Madre. Ego sum ostium (Gv 10,7) ha detto il Signore – “Io sono la porta” – e quella porta della grazia è il Sacratissimo Cuore di Gesù, spalancato per accogliere ciascuno di noi. Ma invochiamo Maria Santissima anche come Ianua Cœli , la Porta del Paradiso. Cristo Signore è Mediatore universale, in virtù della sua Incarnazione, Passione e Morte; La Madonna è Mediatrice, in virtù della Sua Divina Maternità e della Sua Compassione davanti alla Croce di suo Figlio. La devozione al Sacratissimo Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria è per noi un potente rifugio, soprattutto quando la Passio Christi continua nella Passio Ecclesiæ : non solo nei suoi singoli membri, ma nell’intero corpo ecclesiale. È in queste ore di oscurità e di apostasia, quando tutto sembra perduto, che il Cuore trafitto del Salvatore si apre nell’immolazione d’amore all’anima pentita, e il Cuore della Vergine, trafitto dalla spada, batte all’unisono con quello di Suo Figlio.

Il nostro è un mondo senza amore, perché è senza Dio. Un mondo in cui Dio è stato bandito dalla società e, per quanto orribile possa sembrare, in cui gli stessi nemici che imperversano nel mondo secolare vorrebbero cacciarlo anche dalla Chiesa, trasformandola in una setta massonica asservita al Nuovo Ordine mondiale. La Civitas Dei sembra essere un lontano ricordo di un’epoca passata, mentre la Civitas diaboli è radicata in quasi tutte le nazioni un tempo cristiane. Ma dimentichiamo che la Civitas Dei non è un’utopia che ha ingannato i nostri padri, bensì la necessaria realizzazione delle parole dell’Apostolo: Oportet autem illum regnare, donec ponat omnes inimicos sub pedibus ejus . È necessario che Nostro Signore regni finché non abbia posto tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi (1 Cor 15,25). Ci sono, quindi, dei nemici – e oggi sappiamo bene chi sono – destinati a essere umiliati dal Re dei re, e il loro destino è segnato; è solo questione di tempo. Nemici che oggi si sono uniti – consilium fecerunt in unum (Sal 70,10) – in un’alleanza infernale tra il deep state e la deep church , per affrettare il loro delirante piano di dominio globale. Un progetto che è l’esatto contrario di quel regnum veritatis et vitae; regnum sanctitatis et gratiæ; regnum justitiæ, amoris et pacis di cui parla il Prefazio della festa di Cristo Re. Il regno dell’Anticristo è un regno di menzogna e di morte; un regno di perversione e dannazione; un regno di ingiustizia, odio e guerra. E se nell’economia della Redenzione tutto ciò che ci viene da Dio è donato gratuitamente e frutto della sua generosa magnificenza, dove regna Satana tutto è monetizzabile, tutto si compra e si vende, tutto ha un prezzo.

La restaurazione della Divina Regalità di Nostro Signore non può essere raggiunta, tuttavia, senza prima restaurare il sacerdozio cattolico, dal quale dipende la sopravvivenza del Santo Sacrificio della Messa, della Santissima Eucaristia e della grazia sacramentale mediante la quale le anime sono santificate. E come un corpo non può sussistere senza un cuore, così anche la Chiesa cattolica non può vivere senza il sacerdozio, attraverso il quale si perpetua sui nostri altari il Sacrificio eucaristico, cuore pulsante del Corpo mistico.

A prova di questa realtà soprannaturale possiamo vedere lo stato pietoso in cui si trova oggi la Chiesa, vittima della distorsione del sacerdozio e della falsificazione della Messa: il crollo disastroso delle vocazioni sacerdotali e religiose da un lato, dall’altro dall’altro, la deformazione dei giovani dei pochi seminari sopravvissuti, ormai corrotti dottrinalmente e moralmente. Dopo la grande riforma del Concilio di Trento avevamo assistito ad una rinascita degli ordini religiosi e del clero, aiutati in questo da una sapiente disciplina che forgiava i santi. Dopo la cosiddetta “riforma conciliare” abbiamo visto svuotarsi chiese, seminari, conventi e scuole cattoliche. Per la smania di piacere al mondo, di seguire le mode e di non sembrare reazionaria, la Chiesa postconciliare è stata ridotta a insignificanza, dopo aver privato i fedeli e il clero di quel patrimonio inestimabile che si è rivelato valido ed efficace nel corso dei secoli. È difficile non vedere nel Concilio Vaticano II la palese contraddizione di duemila anni di fede.

L’opera provvidenziale di mons. Marcel Lefebvre, a partire dall’immediato postconciliare, ha avuto l’indiscutibile merito, da un lato, di denunciare l’allontanamento dall’immutabile lex credendi , e dall’altro di comprendere la minaccia a cui era esposto il sacerdozio con l’introduzione della liturgia riformata e con essa le inquietanti modifiche al rito del conferimento dell’Ordine sacro. I sacerdoti della nuova chiesa divennero “presidenti dell’assemblea” e il loro ruolo ministeriale fu progressivamente messo a tacere e dimenticato, proprio perché non doveva più esserci un alter Christus che immolava l’Ostia Immacolata sull’altare all’Eterno Padre, ma piuttosto un mero delegato del popolo che presiedeva un’agape fraterna attorno ad un tavolo. Per questo non c’era più bisogno di un Sommo Sacerdote, di un Re, di un Profeta. Ecco perché il Regno di Cristo deve essere ristabilito anche e innanzitutto in seno alla Chiesa, riconoscendo che ormai da sessant’anni la Gerarchia modernista ha metodicamente cancellato e negato ogni riferimento alla dottrina della regalità sociale di Cristo, riaffermando solo una qualche decennio prima – nel 1925 – da Pio XI. D’altra parte, gli Innovatori avrebbero potuto ottenere ben poco se non si fossero adoperati per eliminare questo ostacolo alla laicizzazione della società e, paradossalmente, della Chiesa stessa. Ormai è evidente: Cristo Re e Sacerdote è lo scoglio del neomodernismo conciliare e ancor più dell’ultimo decennio del “pontificato bergogliano”.

L’Italia, benedetta da Dio, che ha provvidenzialmente voluto che la sede del Papato fosse situata a Roma, segue ora la rovina di altre nazioni cattoliche divenute apostate e ribelli a Cristo. Anche la Chiesa italiana è andata in rovina, e la Conferenza episcopale italiana è totalmente asservita al nuovo corso bergogliano. I vescovi delle diocesi italiane o tacciono oppure sono convinti sostenitori di Bergoglio. La maggior parte dei parroci, dei sacerdoti e dei religiosi seguono il vento sinodale come banderuole, e i pochi dissidenti non osano reagire pubblicamente.

Per questo credo sia giunto il momento di dare nuovo impulso a Exsurge Domine , l’Associazione che ho fondato qualche mese fa. Ho voluto riservare questa particolare occasione che ci vede riuniti oggi nella casa del Presidente di Exsurge Domine per annunciare che il Villaggio Monastico presso l’Eremo della Palanzana a Viterbo, inizialmente destinato ad aiutare le Suore Benedettine di Pienza, diventerà, a Dio piacendo, , una casa di formazione per il clero che prenderà il nome di Collegium Traditionis , poiché le suore hanno recentemente deciso di dissociarsi dal progetto che Exsurge Domine aveva loro proposto.

Il Collegium Traditionis sarà la prima e unica realtà tradizionale italiana destinata a seminario, dotandosi di docenti e guide spirituali di sicura ortodossia e solida spiritualità, sotto la mia supervisione.

Questo passaggio ricalca in qualche modo l’iniziativa del venerato arcivescovo Lefebvre, ma se ne differenzia per il suo sapore italiano e romano, e anche in considerazione del diverso contesto ecclesiale odierno rispetto alla situazione degli anni Settanta. Avremo quindi vocazioni e ordinazioni per l’Italia, per restaurare il sacerdozio cattolico nella patria di sant’Ambrogio e san Carlo Borromeo, di san Roberto Bellarmino, di san Pio V e di san Pio X, e di tutti i Santi di cui i nostri amati L’Italia è onorata.

Sono ben consapevole della sfida che questo progetto rappresenta, ma sono altrettanto fiducioso che, laddove l’intenzione è giusta, il Signore non mancherà di benedire il nostro impegno al servizio della Chiesa e di proteggere Exsurge Domine dagli attacchi ai quali sarà certamente sottoposto. Tuttavia, il mio impegno e quello dei miei confratelli avrà bisogno dell’aiuto e della collaborazione di coloro che, come scrive san Giovanni Crisostomo, il Signore ha dotato di mezzi materiali per renderli cooperatori e strumenti della Provvidenza. Le cose buone appartengono al Signore , dice il grande Dottore della Chiesa, e i ricchi sono coloro che hanno il privilegio di amministrare le ricchezze che Dio ha concesso loro di utilizzare per il bene . Per questo, cari Fratelli e Amici, vi esorto a diventare voi stessi ministri della Provvidenza in questo ambizioso progetto, nella consapevolezza che questa vostra opera di carità – accompagnata ovviamente da uno sguardo soprannaturale – servirà innanzitutto all’Italia, anzi al italiani, data la totale assenza di un seminario tradizionale in questa regione. I vostri figli e i figli dei vostri figli meritano non solo di crescere e di essere educati in una famiglia cristiana, ma anche di avere Ministri di Dio che non tradiscano la loro vocazione e che continuino, anche nei tempi di apostasia, a fare ciò che Cristo ha comandato agli Apostoli e loro Successori, rimanendo fedeli a ciò che la Santa Chiesa ha sempre insegnato.

La gioia di collaborare alle urgenti necessità della Chiesa va di pari passo con l’orgoglio di svolgere un’opera meritoria anche per il nostro Paese, perché è solo attraverso l’azione santificatrice dei Sacramenti e della Santa Messa che il popolo italiano potrà poter riscoprire la fierezza della propria fede e trovare il coraggio di resistere al progetto eversivo ormai in atto. Ma perché ciò sia possibile occorrono preti buoni e santi, che non subiscano il ricatto di dover accettare gli errori del Vaticano II o le deviazioni di Bergoglio per esercitare il loro ministero. Se si pensa al poco clero degli ex Istituti Ecclesia Dei , o ai sacerdoti secolari e regolari sparsi nelle Diocesi e negli Ordini religiosi, si comprende facilmente perché oggi un istituto di formazione clericale indipendente sia più che mai indispensabile: non perché l’indipendenza è da perseguire in sé, ma perché l’abuso di autorità da parte del Vaticano e dei Vescovi diocesani impedisce di fatto ogni attività pastorale autenticamente cattolica e veramente tradizionale.

A questo rito oggi sono presenti quattro sacerdoti di Familia Christi e due seminaristi. La loro storia passata dovrebbe servire da esempio di questa persecuzione sistematica che la Chiesa bergogliana porta avanti contro chiunque si discosti dalla linea dichiaratamente antitradizionale di questo “pontificato”. Questi preti hanno avuto modo di comprendere in prima persona l’assoluta falsità della presunta parresia tanto decantata da Bergoglio. E posso testimoniare che la persecuzione subita ha dato loro l’opportunità di comprendere che nessun compromesso può essere accettato, tanto meno in materia dottrinale, morale e liturgica. Ma quanti altri sacerdoti, quanti parroci, quanti monaci e frati, quante giovani vocazioni restano isolate e sterili, perché non c’è un rifugio che le accolga e le assista?

Per questo sono certo che tutti voi saprete cogliere l’opportunità che vi verrà data, ciascuno secondo le proprie possibilità, sia spirituali che materiali, per contribuire all’opera di Exsurge Domine . A questo proposito, san Giovanni Crisostomo ammonisce anche coloro che il Signore ha arricchito, ricordando loro il compito che hanno di rendersi cooperatori della magnificenza di Dio, di essere in qualche modo amministratori dei suoi beni, creati e concessi per non alimentate l’egoismo e la brama di potere, ma in armonia con l’ordine divino, per la gloria della Santissima Trinità e per il Bene delle anime .

Questa sera, con i Primi Vespri della Prima Domenica di Avvento, la Santa Chiesa si prepara a celebrare la Nascita del Redentore. La prima e l’ultima domenica dell’anno liturgico ci istruiscono sul Vangelo degli ultimi tempi, mostrandoci come tutto inizia e si compie in Cristo, Re e Sommo Sacerdote, Alfa e Omega, Principio e Fine. Ci troviamo in un interregno tra la venuta nell’umiltà del Verbo incarnato e il suo ritorno nella gloria; una gloria eterna: cujus regni non erit finis , come recitiamo nel Credo. Ebbene, in questo tempo di prova e di misericordia che ci prepara all’Avvento liturgico come alla venuta finale del Signore, abbiamo la possibilità di meritare la beatitudine del cielo compiendo la Volontà di Dio, nella Fede animata dalle opere buone.

Una prospettiva escatologica ci porta a credere che viviamo ormai negli ultimi tempi e che è giunto il momento di guardare con realismo alla lotta a cui siamo chiamati. Non præteribit generaio hæc donec omnia hæc fiant. Non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga (Mt 24,33), ci avverte il Signore. Dobbiamo comprendere il privilegio che abbiamo ricevuto di essere testimoni delle fasi finali della guerra epocale tra Dio e Satana; una guerra già vinta da Nostro Signore sulla Croce, ma che attende di essere sancita dal trionfo di Cristo e dalla sconfitta definitiva dell’Avversario. È un privilegio che consiste soprattutto nell’essere testimoni di questa vittoria, proprio quando l’apparente successo dei nemici lascia intendere che tutto è perduto e che la Chiesa è stata sconfitta e rovesciata. Ma non fu così anche dopo la morte del Salvatore, dopo la sua sepoltura, quando gli Apostoli avevano abbandonato il Signore e si erano rinchiusi nel Cenacolo? La Passio Ecclesiae non è dissimile dalla Passio Christi , e non c’è gloria della risurrezione attraverso di essa senza prima soffrire le sofferenze del Calvario. In questo si compiono le parole dell’Apostolo: Instaurare omnia in Christo (Ef 1,10) significa proprio restaurare tutte le cose in Cristo , comprendendo che la Croce è il trono dal quale regna il Re divino, e che la Chiesa, suo Corpo mistico , dovrà anche riscoprire la propria identità e missione salendo anche sul Golgota.

Viviamo così affinché il Re Bambino, che presto adoreremo insieme ai pastori e ai Tre Re Magi, illumini questa valle di lacrime, scaldi i nostri cuori e infiammi le nostre volontà: affinché al suo trionfante ritorno come Rex tremendæ majestatis ciascuno uno di noi può essere chiamato alla sua destra: voca me benedictis .

E la Beata Vergine – il cui Cuore Immacolato è stato scelto dal Figlio eterno del Padre per essere la domus aurea , il palazzo del Re dei re – si degni di offrire tutto ciò che abbiamo restituito in questa vita a Nostro Signore, nella fiducia che riceveremo indietro il centuplo. L’imminente Festa dell’Immacolata Concezione ci sproni alla fiducia nella Beata Vergine, che sola ha vinto tutte le eresie e che nella sua umiltà – modello per tutti noi – ha meritato di poter schiacciare la testa dell’antico Serpente. All’Immacolata Concezione, nostra Madre, Signora e Regina, affido in modo del tutto speciale l’ Associazione Exsurge Domine e tutti coloro che la sostengono con l’aiuto spirituale della preghiera e con l’aiuto materiale della carità. Chiediamo a Lei di rispondere alla nostra supplica e di renderci degni delle promesse di Cristo. E così potrebbe essere.

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

2 dicembre 2023
Ultimo giorno dell’anno liturgico e primo sabato del mese