Infanzia e crescita del Femminicida

 

Dopo che “tutta la città ne parla”,  e poi la società passa ad altro senza una diagnosi, aspettiamo il prossimo “femminicidio”: già il termine mette fuori strada, serve come falsa diagnosi ideologica (un “delitto di genere”, ho sentito persino dire) che assolve la “cultura” corrente, quella della  liberazione sessuale, e della società che si gloria di non essere “repressiva”.

A  costo di ripetersi, bisogna richiamare l’idea della “invasione verticale dei barbari”.  Ogni nuova generazione di neonati è una invasione di barbari  che invadono non dall’esterno, ma dall’interno e dal basso  la società; la società ha il compito di educarli,  disciplinarli, renderli civili prima che diventino adulti. Il che significa anche – soprattutto – fargli subire dei sacrifici e delle sconfitte esistenziali, in modo da far maturare i loro caratteri.

Come  sicuramente avete avuto modo di constatare, un  bambino fra i 3 e i 5  anni è  un mostro morale: strillante, imperioso, spaccatutto, pieno di rabbia, del tutto soggetto ai suoi impulsi immediati,  è  pronto ad uccidere, bruciare e distruggere  se non li soddisfa.   Il treenne mette a segno infatti numerosi tentativi di omicidio – di fratelli, di papà e mamme, di cani e gatti, di oggetti che lo ostacolano  in  qualunque modo  e non pochi atti di autolesionismo criminale (ingoiare autmobiline…).  Se poche  delle sue stragi vanno a buon fine, è perché   non ha  tanti mezzi per far danni; non ha  l’autonomia economica, né la patente di guida e ancor meno la disponibilità di una pistola (quando riesce a metter le mani su  un’arma incustodita, il caro piccino non esista a far fuoco sulla sorellina: e  allora  ne parlano i giornali). E’ per questo che i genitori tengono fuori dalla sua portata  coltelli,  accendini, materie esplodenti, alcol, medicinali; e controllano il piccolo mostro continuamente. A poco a poco imparerà a sue spese   che né gli altri esseri viventi né  il mondo  sono  al suo servizio   per soddisfare le sue voglie, prenderà zuccate e ceffoni, prima dal papà poi dal capufficio, dal caporale,  dalla società in generale, e apprenderà quel che Freud chiamava “il principio di realtà”.  Stroncherà la sua infantile violenza, insomma lo civilizzerà – perché “civiltà è  il grande sforzo collettivo di ridurre la violenza ad ultima ratio”.

Femminicida per età mentale
Femminicida per età mentale

Ora, pensate a uno di questi piccoli mostri che entra in una società che si gloria di essere adulta e matura,  di avere abolito ogni forma di “repressione”, che ogni giorno celebra la propria liberazione  da tutti i pregiudizi, quindi da ogni gerarchia e di tutti i tabù moralistici, tipo l’antipatica distinzione fra “bene” e “male” (cosiddetti); dove i genitori   prendono  ogni cura per risparmiargli ogni  “frustrazione”, ogni pressione dell’ambiente, tensione, sforzo e ogni dovere;  scansano  ogni ostacolo che si trovi davanti,  vogliono essere suoi amici invece che suoi superiori.  Lo mandano in una scuola che si vanta di essere “non repressiva”, di non bocciarlo mai e poi mai,  che si sforza di “farlo divertire”, anzi   prova a confondere il confine tra “studio” e “divertimento”; una scuola che sostanzialmente  lo incita a “esprimere  le proprie  inclinazioni, ed  opinioni”, ossia (a quello stadio) le proprie narcisistiche emozioni. Ben presto egli apprende di essere cittadino di una repubblica, quindi che lui ha per nascita solo dei “diritti”,  specie quello ad essere felice, mentre l’insieme degli organi di comunicazione e propaganda gli   instillano nella piccola testa omicida l’idea che non ha dovere alcuno, verso nessuno, se non verso se stesso: “Soddisfa la tua sete!”, “Sei nella società dei consumi, nell’abbondanza senza sforzo!” “Tutto ti è permesso, a nulla sei obbligato!” …Nel frattempo il  mostro non è più tanto piccolo, diventa grande e grosso, mette su il pelo, gli si ingrossano gli organi sessuali, aumenta il  testosterone: è Conan, sempre treene ma ora temibile. A quel punto, per legge, la società lo considera adulto (guai se non lo facesse) anziché bisognoso di controllo,  e lo ammette alle gioie dello stato adulto, – che oggi consistono  soprattutto nella liberazione sessuale.  E’ un punto cruciale: quando aveva tre anni, almeno,  il piccino era sì una belva pronta  a tutti i delitti pur di soddisfare le sue voglie, ma era “innocente”;  non  conosceva ancora le voglie della libidine, incoercibili se non ti insegnano a regolarle, sublimarle e (eh sì) reprimerle. Reprimerle? Non sia mai! Anzi è glorioso dar loro sfogo, siamo una società liberata! Nessuno lo avvisa che il sesso, lungi dall’essere “facile”,  è un abisso oscuro e tempestoso, di lampi e sconfitte e ripugnanze radicali, che confina col demoniaco e  sconfina spesso nel satanico  – il luogo in cui a un bambino dovrebbe esser vietato entrare.

Siccome ha il pelo  pubico e  la voce di un adulto maschio, anche le ragazze credono che sia un adulto; ci si fidanzano – il che significa che ci vanno a letto. Poi lo  lasciano, perché lui è noioso  e non ha nulla dentro,  “si fidanzano” con un altro, perché anche le ragazze hanno diritto alla felicità sessuale.

Rimasto a tre anni di età morale  e mentale, non sa  – non può ammettere – che la sua fidanzatina ha una volontà propria, diversa dalla sua.  Non riesce proprio a capire come quella “cosa” bionda prima stava con lui egli faceva quelle cose, ed ora le fa’ a un altro: è “sua”!  Prova un dolore acuto – il maschio abbandonato – che non sa cosa sia. Sa solo una cosa: è la cosa bionda che glielo provoca, e se lui la elimina, il dolore sparirà.

Il fatto è che adesso, lui – siccome in qualche modo “funziona” nella società (che si  contenta davvero di poco)  –  ha un lavoro uno stipendio, persino il porto d’armi, e guida l’auto. E nessun genitore tiene fuori della sua portata  l’accendino e la bottiglia dell’alcol.

L’età infantile del mostro, del barbaro lasciato crescere senza civilizzarlo, è  mostrata da un fatto evidente:  non pensa nemmeno un attimo alle conseguenze del suo omicidio, la prigioni, la carcerazione per decenni.  Ha premeditato l’assassinio quel tanto che basta, s’è portato la bottiglia di alcol; ma non  ha alcuna capacità di prevedere “oltre”,  non riesce a immaginare il dopo, imprevidente come appunto un barbaro selvaggio negroide. Non si è preordinato alcun alibi, ha negato l’evidenza: “No..non sono stato io!”. La scusa del piccino di 2 anni   che ha rotto   la finestra a sassate.

Così succede, una quarantina di volte quest’anno. E’ la società “liberata” che non sa più civilizzare i suoi barbari verticali, è la società progressista che  non sa (né vuole) trasmettere il Progresso; ad ogni generazione cade in un gradino più basso della barbarie, perché gli  “educatori” sono essi stessi di una generazione precedente che non è stata civilizzata.  E lo chiamano “femminicidio”.

E’ inutile che vi dica come dovrebbe essere una società capace di civilizzare i barbari  verticali,   che sappia renderli virilmente adulti, continenti,  cavallereschi, dotati di senso della dignità e dell’onore  –  ossia   della vergogna di compiere atti bassi contro i più   deboli.  Inutile che vi canti le lodi del “controllo sociale”, del giudizio sociale  che premeva su molti dei  peggiori e  li faceva essere meno pessimi; strillereste che voglio la società bigotta, insopportabilmente repressiva, ormai superata dal progresso e dalla libertà; una società dove  un giovane e una giovane “si parlavano” sul divano di casa, alla presenza (orribilmente noiosa) della nonna o della sorellina…. Sicché tocca a voi, ragazze.

Abbiate almeno la coscienza  di  intuire che la “Libertà sessuale”   vi ha reso delle schiave sessuali; che vi spinge a proporvi solo come oggetti di seduzione, e senza la nonna sul divano che vi  evita l’irreparabile. Sappiate almeno riconoscere i  sintomi del piccolo criminale infantile nel torsolone palestrato e col pelo pubico, il Conan non civilizzato nel tizio con cui andate a letto.  Vorrei dirvi: negategliela, a questi qui;  siate come le dame del tempo che fu, che si negavano a chi non fosse “prode e cortese”, e civilizzarono i maschi germani facendone dei cavalieri obbligandoli a procrastinare, a sospirare il piacere – che poi non arrivava mai, magari.    Ma so che chiedo troppo.

Al prossimo femminicidio, non vi accontentate della diagnosi  falsa e ideologica, ipocrita, con cui la società si auto-assolve. Almeno questo, ragazze.

 

34 commenti

  1. Piero61

    salve
    …mi immagino il “frastuono” che provocherei facendo leggere questo articolo a tante “mamme” di mia conoscenza; quelle mamme che smisero di salutarmi perchè rimproveravo e mandavo in castigo il nostro primogenito maschio, perchè non ero suo amico ma facevo (e faccio tutt’ora) il padre che educa, aiuta e che dice NO quando è il caso di dirlo (lo faccio anche con la femmina, sia chiaro)…il tutto con l’aiuto e il sostegno di mia moglie.
    fascista, fascista e violento, mi dicevano alle spalle…oserei affermare, per eccesso, che questi omicidi di donne (non vedo altro termine da usare) siano anche colpa delle donne stesse.
    saluti
    Piero e famiglia
    ps: dimenticavo, mio figlio maschio gioca a rugby e quindi le solite mamme: vedi, gli fa pure fare uno sport violento è proprio un fascista; il rugby, per la cronaca, è tutto fuorchè violento

    1. MattioliLorenzo

      non posso che sottoscrivere. oltretutto a “educare” oggi non si rischia soltanto le malelingue ma anche gli assistenti sociali , quando un bel ceffone servirebbe, ancor più in pubblico perchè metterebbe la vergogna che è ben più perseverante del dolore nell’istillare un po di educazione.
      se poi si portasse questo articolo a certe psicologhe di corsi “sull’affettività” con cui indirizzano dodicenni a tutta la conoscenza del sesso, sono sicuro avrebbero le stesse reazioni di un treenne.

      fortuna che ho una buona voce, e mi basta una parola per farmi sentire fino al paese vicino in caso serva, e ancor più fortuna che col sostegno di mia moglie (ecco perchè si vuol distruggere la famiglia) almeno in mia figlia che compie entro poco undici anni, simo riusciti a plasmare una mente già in parte adulta, consapevole dei rischi, lungimirante sulle conseguenze. Con l’aiuto di Dio forse riuscirà a stare lontana dai pericoli e dagli assassini treenni.
      il maschio di sei anni sarà invece una bella gatta da pelare, dato che è roso dal desiderio qualsiasi esso sia.

      speriamo.

    2. Maurizio Blondet

      …sì, è tipico. Su un altro sito, molti commenti sono del tipo: ecco. Blondet è fascista; ecco, la sua società idealeè l’Arabia Saudita, l’Iran. Sono riflessi condizionati dell’uomo-massa che “non intende ragioni”.

  2. Il Navigante

    Egregio Blondet,
    “Chapeau”! tanto di cappello!
    Purtroppo condivido in toto quanto da lei scritto, oggigiorno le famiglie producono “barbari” e “ragazze di facili costumi” in casa propria.

    Giovani maschi “prodi e cortesi” e giovani dame “pudiche e morigerate” non sono più di moda…

    Gentile Piero 61 è sempre un piacere leggerla: uomo di poche parole ma con sani valori, e la capisco. Anche io e mia moglie abbiamo sentito le parole di condanna dietro le spalle per voler dare una educazione ai nostri figli, ma erano…parole e le abbiamo lasciate dietro le spalle continuando il nostro lavoro di Genitori responsabili, saluti.


  3. Spiace leggere ma forse è solo una mia idea, di questa velata assoluzione per le donne o ragazze vittime di questi crimini barbari.
    Le donne ma soprattutto le ragazze ( io ne ho due 31 e 27 educate come dice piero 61) sono sullo stesso piano dei loro maschi.
    Non esiste alcuna differenza.Sono essere stesse delle barbare mandate nel mucchio.
    Per uno spaccato di quanto affermo, basta vedere per un momento la trasmissione condotta dalla Defilippi che se non sbaglio si chiama “Uomini e donne”.
    Il direttore l’ha già citata diverse volte in altri suoi pezzi.
    Quella trasmissione dove ci sono appunto i c.d. tronisti che devono essere conquistati da ragazzine senza arte ne parte.
    Ormoni che girano all’impazzata senza alcun freno morale, anzi, posso quasi dire che si tratta di pornografia pubblica.
    Sono trasmissioni pornografiche, posto che il termine significa pressapoco “la rappresentazione di sesso esplicito”.
    Infatti, si baciano pubblicamente ( quando non copulano ) davanti alle telecamere e davanti a milioni di persone che li guardano.
    Caro direttore, queste sono solo future “zoccole”.
    Dunque, la TV, che nel dopoguerra insegnava a scrivere con programmi dedicati, adesso veicola pornografia bella e buona.
    La famiglia ( quale? ) che doveva educare, adesso non esiste più e dunque,come dice Lei correttamente addio trasmissione di valori.
    Ieri sera in TV c’era la Boldrini che pontificava su quest’ultimo omicidio dichiarando che quello che serve è l’educazione scolastica.Che si deve insegnare ai maschi che le donne non sono un oggetto.
    Ma quale educazione vuoi insegnare a questi barbari e loro sodali femmine che copulano già all’eta di 13/14 anni come animali?
    E, non solo copulano senza nemmeno capire la drammaticità di quello che fanno ma il problema è molto più serio, perché mettono in atto una serie continua di atti genitali con partners diversi già nell’adolescenza.
    Questa che i comunisti e liberisti ( morali) chiamano liberazione sessuale, non sarà che la loro prossima tomba.
    La tomba che preparano a se stessi è l’impossibilità futura di una relazione stabile.
    Infatti, tutti coloro che non sono sono felici nell’abbondanza, ovviamente non possono esserlo nella scarsità.
    Mi verrebbe da scrivere altro ma mi taccio per pudore.

    1. Maurizio Blondet

      Non c’è nessuna velata assoluzione delle ‘donne’, mi pare. C’è la denuncia di una società diseducante di maschi e femmine.


  4. Un articolo che non leggeremo mai sul Corriere della Sera o su Repubblica.

  5. rino

    Devo ammettere che anch’io sono cresciuto come un energumeno vissuto nella costante ricerca (anche se per fortuna il più delle volte non realizzata) del piacere sessuale, magari travestito dall’innamoramento. Quanti danni ho fatto a me stesso (e alla mia famiglia..)!? Spero che almeno mi possano servire per educare i miei figli.
    Ma forse qualcosa di sano mi è rimasto se ogni giorno non vedo l’ora di leggere il prossimo articolo di Blondet.
    Qualcuno dall’alto mi deve voler bene!

    1. MattioliLorenzo

      bellissimo…del resto il pastore non lascera le novantanove pecore incostudite per andare a cercare quella smarrita?


  6. Aggiungiamo un piccolo particolare della triste vicenda, non da poco.
    Le prime dichiarazioni della madre della sventurata ragazza.
    “Era un ragazzo geloso, ma era anche gentile e premuroso. Ha vissuto a casa nostra per quasi due anni: era il figlio maschio che non ho mai avuto”. http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11914753/sara-di-pietrantonio-madre-fidanzato-figlio-maschio-che-non-avevo.html
    Dunque, costei si è allevata in casa un barbaro senza cervello.
    Deve anche ritenersi fortunata, perché alla madre di Erika ( la famosa vicenda di Novi Ligure) è andata , come tutti sappiamo, anche peggio.
    Scorticate lei ed il piccolo fratellino.
    Naturalmente i pargoli [ lei 22 anni, attualmente ] avranno anche avuto la loro cameretta per esercitare il sesso sicuro.
    Poverini, vuoi mandarli in macchina ?
    Non sia mai!!!
    La camera a disposizione per conoscersi meglio.
    Sesso a go-go e sicuro.

  7. jafar

    2 piccoli aneddoti riguardanti l’educazione che viene impartita negli asili pubblici:
    1)la nipote di un mio amico è tornata a casa dall’asilo dicendo che da grande avrebbe voluto “sposarsi”, “stare” con una donna e quando i genitori innocentemente le hanno detto che così non avrebbe potuto avere bambini lei serafica ha risposto che “oggi è possibile”.L’educatrice dell’asilo mi riferiva sempre questo amico mette musica tipo bella ciao durante le ore che si passano nell’asilo.
    2)il fratello della piccina un giorno è tornato a casa spiegando che l’educatrice parlava di un uomo tedesco cattivo che uccideva i bambini…
    E’ tuttal la cultura del ’68 la generatrice dei mostri di cui ha parlato il direttore nell’articolo è che è portata avanti da insegnati ,educatori, assistenti sociali ecc. i quali sembrano veramente essere persone votate al male,alla distruzione dell’uomo,alla dissoluzione di qualsiasi regola…


  8. Mi meraviglio che una persona colta e avveduta come lei utilizzi il termine femminicidio in maniera distorta.
    L’uccisione di una donna si chiama sempre omicidio perché il termine deriva da humus fatto con la terra e i resti umani sono identici per maschi e femmine: sono cenere.
    Il femminicidio va riferito all’uccisione del feto femmina, nel qual caso l’intenzione di eliminare il feto è legata al solo fatto che si tratti di una femmina indesiderata.
    Una domanda: se uno decide di dar fuoco a un amico per una qualsiasi ragione, il crimine è forse diverso o meno grave?
    Se nel mondo postmoderno l’uomo è considerato un animale al pari degli altri, allora bisogna ricordarsi che nel regno animale è in vigore la legge della giungla: il più forte elimina il più debole.
    E’ bene che le femministe accese tengano presente il fatto che una legge non cambia la realtà delle cose: l’uomo è in genere più forte della donna. E’ sempre bene tenerne conto, si tratta di quel famoso principio di realtà da cui è bene non discostarsi anche se vengono emanate leggi sempre più severe che non saranno mai in grado di intervenire nel caso specifico a meno che non ci sia una scorta armata per ogni giovane donna in circolazione.


  9. “Mi meraviglio che una persona colta e avveduta come lei utilizzi il termine femminicidio in maniera distorta.”
    Mi spiace contraddirla ma il direttore, quand’ anche avesse voluto usare quel termine che si usa comunemente nei media, non è sbagliato.
    La violenza di genere, compreso l’omicidio è stata coniata nell’ordinamento italiota, con la LEGGE 15 ottobre 2013, n. 119.
    Gli dia un’occhiata e vedrà che il termine utilizzato da Blondet è giuridicamente pertinente.

  10. C.Fidelium Terni

    «Come convincere un popolo intero del fatto che è poco intelligente e non si salverà finché non se ne persuada? Quando la massa degenera fino a questo punto, sono inutili il ragionamento e la predicazione. La sua infermità consiste precisamente nel rifiuto di lasciarsi influenzare dai migliori, nel non essere disposta alla umile attitudine di ascoltare. Per guarire, è necessario che soffra nella propria carne le conseguenze della sua deviazione morale. Cosa che succede sempre» Ortega y Gasset
    Direttore ,io la inviterei a tenere conferenze nelle scuole.
    Obbligatorie.
    e di questo articolo farne tazebao

  11. Massimo

    Credo anche io che allo stato attuale, Blondet sia una delle rarissime sentinelle in grado di cogliere le deformità radicali della nostra attuale “cultura”. Di quella letamaia con la quale le elites hanno nutrito e nutrono le nostre generazioni, quelle nate dalla “resistenza”…Perché non darci appuntamento, incontrarci pubblicamente e tentare di lavorare per far uscire dalla rete, il lavoro di Maurizio? Lo dico io, che ritengo questo un tempo di catacombe…Ma il tempo stringe e forse…sarebbe Bene. Che ne pensa Lei direttore e voi “lettori”?

    1. Piero61

      salve
      a me sta benissimo…ditemi dove e quando o, se volete, posso informarmi io per fare un incontro a Genova, che so, per la fine di settembre ?
      saluti
      Piero e famiglia

      1. Massimo

        Ottimo per la fine di settembre. Io vivo in Umbria, può essere più raggiungibile per i frequentatori di questo sito? (Ho visto che c’è qualcuno anche a Terni). Si può ipotizzare un’incontro di due giornate, cercando un luogo piacevole, che alla fine di Settembre non dovrebbe essere difficile trovare…

        1. Milo Dal Brollo

          E cosa intenderesti fare?

          1. Massimo

            …personalmente da cristiano, sento che sarebbe meglio tornare di nuovo nelle catacombe…Viviamo un tempo di totale rovesciamento, spirituale e culturale. E’ un tempo finale. Ogni tradizione lo afferma…se si hanno orecchie per intendere… Ma ho tre figli adolescenti e convergere le forze, per quanto possibile, nel tentativo di salvare il salvabile, credo che sia l’unica cosa degna per coloro che sentono ancora amore per la Bellezza e la Verità…


  12. una volta nella passata societa che descrive probabilmente c erano piu omicidi per gelosia di oggi… oggi la situazione e piu confusa ma diversa, lei dice ” si fidanzano il che vuol dire ci vanno a letto…” non e nemmeno piu cosi …una volta si vivevano le ” storie d amore” oggi ” le storie e basta” la parlola storie e un contenitore di concetti liquidi privi di consistenza e significato proprio se non quello che ognuno gli attribuisce… spesso in modo asimmetrico nella stessa coppia… per uno e amore per l altro solazzo…non ci si fidanza nemmeno piu si vivono “storie” generiche . faccio un esempio una storia vera: arriva la mia cuginetta con un ragazzo in moto ovviamente senza casco sono davanti a me e chiedo loro ” ma voi siete fidanzati?” mi guardano sorpresi da una domanda cosi sconcertante si guardano fra loro non sanno nemmeno cosa rispondere muovono un po il capo poi lei guarda lui cerca una conferma e accenna un timido si col capo … era 2 due anni che ne era innamorata in segreto senza dichiararsi e piu di un anno che stavano assieme… ha consegnato a lui che riteneva l uomo della sua vita la sua verginita li ama alla follia stanno assieme ma non sanno rispondere se sono fidanzati… poi viene il compleanno di lui … lei prepara una sopresa una torta fatta a mano…prende un permesso dal lavoro e la porta a casa sua di cui ha le chiavi dev essere una sopresa (non dice nulla del permesso fuori orario … ) e infatti lo e! lo trova a letto con un altra… non e che si fidanzano il che vuol dire che ci vanno a letto… tempo fa era cosi…oggi ci vanno a letto senza nemmeno sapere se sono fidanzati o no … sono “storie” non si dice piu d amore ma Storie e basta… per uno l amore della vita per l altra una cosa usa o getta… guai a chiarirsi in modo esplicito…tutto e scontato implicito…poi le incomprensioni sono ovvie poi la sofferenza e la violenza… di chi da fuoco a un altro… di chi la rovina con l acido… di chi ha colto la sua verginita l ha fatta innamorare poi se ne disfa come un panno sporco… di chi dopo questo si butta dal balcone o si tuffa nell alcool tutta violenza e sofferenza…

    1. Milo Dal Brollo

      I tradimenti, le storie extraconiugali, gli amanti e i puttaneggiamenti ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Solo che una volta c’era l’etica pubblica, il costume, che si rifletteva anche sui singoli che dunque dovevano rendere conto, coi doveri, anche agli altri, cioè proprio al pubblico. Tutto nasce dal rifiuto libertario del principio di autorità personale.


  13. Problemi completamente sconosciuti in Iran e Arabia saudita, non esiste sesso libero, pornografia, gay e lesbiche, trasmissioni televisive ambigue, droga alcool e tanto altro , i pochi stupratori con il atto si auto condannano a morte visto che conoscono la pena

  14. Milo Dal Brollo

    Buongiorno signor Blondet, forse il problema sta anche nel fatto che bisogna trovare un equilibrio tra piacere e dovere senza disprezzare l’uno ed osannare l’altro.

    Sinceramente, parlo da giovane ma non troppo, sentirei di avere un intruso fra me ed una mia corteggiata se ci fosse anche sua nonna. Esiste anche l’intimità fra le persone, esiste anche l’osare personale, e i vecchi, mi spiace dirlo, ragionano da vecchi e proiettano tutte le loro legittime paranoie personali sugli altri. Io farei dare i nipoti ai nonni non più di un giorno alla settimana, e coi miei figli lo farò, proprio per educarli a rimanere frizzanti. Piuttosto, a casa a fare i compiti finché mamma o papà non ritornano, vi insegniamo a farvi da mangiare da soli, vi diamo due soldi e guai a lamentarvi se li avete spesi in cazzate, eccetera. Non vedo perché non dovrebbero esserlo. Bisogna prendersi le proprie responsabilità anche riguardo alle proprie energie. Il problema mammesco, vede… diventa l’abbandono di minore.

    Certamente se esistesse ancora la famiglia come nucleo educativo primario, e se non avessimo rigettato il principio di autorità personale dando tutta la colpa “alla società”, i ragazzi introietterebbero fin dalla nascita comportamenti, afflati, un certo spirito educativo nel quale si troverebbero a nuotare, che dovrebbero respirare. Spesso gli individui sono solo come sassi che rotolano, ma non è colpa loro, è colpa proprio dei genitori e degli educatori di vario tipo (maestri, professori, allenatori) che categoricamente si rifiutano di educarli, anche solo di abituarli con l’esempio. Non è una questione di mera forza coercitiva del più maturo rispetto al meno maturo: è che esiste la convinzione generale che nasciamo e dobbiamo rimanere liberi, come se fossimo “già maturi”, e scoprire questo benedetto principio di realtà non significa altro che impratichirsi con le cose da fare, NON maturare, NON capire cosa sia la realtà, NON riflettere sul perché e il percome sia in un certo modo, NON relazionarsi adeguatamente, NON scoprire il mondo; ogni esempio (altro che imposizione di forza) è plagio. Semplicemente restringere l’ambito della conoscenza del mondo, per allargarlo piano piano all’educando, viene considerata violenza e plagio – anche quando per ignoranza il “violentato” non soffre né può soffrire dal momento che non sa cosa c’è dopo.

    Il piacere è un salto che bisogna fare, necessariamente, altrimenti si rischia di non prendersi la responsabilità delle proprie energie vitali e di disprezzarle invece che di controllarle, andando in realtà in cortocircuito. Tutti, ripeto tutti, quelli che ho conosciuto e disprezzavano il sesso in realtà hanno dei problemi relazionali e sessuali di qualsiasi tipo, e diventano dei “rosicanti”. Cosa c’è di satanico in sé nel sesso? Perché non avrei diritto di ritagliarmi il mio momento di piacere, piacere nobile perché vicendevole? Questi assassini semplicemente si saranno impratichiti nelle cose da fare, fra cui il sesso, perché non ci vuole molto a capire come “ficcare” (mi passi il termine), ma NON sanno relazionarsi adeguatamente con la donna né con il piacere. Di satanico c’è solo la loro bassezza morale. Si può fare sesso, del gran sesso, del sesso esplosivo, del sesso ad arte, ma non per darsi piacere, ma per darle piacere, in uno scambio di dolcezza senza fine. Sì, è un fondo senza fine, signor Blondet, ma glielo garantisco io: può benissimo non essere nero, ma rosso.

    Inoltre, non possiamo negare che la nostra energia più animale sia direttamente collegata al sesso, dal momento che il sesso è una prestazione di forza prima di tutto.Per questo può essere amorevole, oppure diventare stupro, pur essendo meccanicamente la stessa cosa. Il buon uso di questa forza è un imperativo morale che dovrebbe esserci quantomeno inculcato dalla cultura, dalla famiglia, per maturarlo dentro di noi durante la vita. Ma è la Natura che ci chiede di andare avanti in questo modo, e non sto affatto facendo un discorso scientista: non confondo la Natura con l’ambiente circostante, con la biologia, eccetera. Sopprimere il piacere significa bloccare un impetuoso fiume che tanto devia da un’altra parte.

    A meno che non si nasca santi. Signori si nasce, non si diventa. Ma valli a trovare… direi che i più di noi sono normali uomini dai quali non si può pretendere l’oltreumano in ogni momento.

    1. Il Navigante

      “Considerate la vostra semenza:
      Fatti non foste a viver come bruti,
      ma per seguir virtute e conoscenza.”
      (Dante Alighieri- Inferno, canto XXVI vv.112-120)

      Parafrasi:
      Riflettete sulla vostra origine:
      non siete stati creati per vivere come “bruti” (privi di ragione, come gli animali),
      ma per giungere alla conquista della virtù e della conoscenza.

      Poi ovviamente ognuno (se vuole) fa quello che può…

      1. Milo Dal Brollo

        Non nego assolutamente la virtù e la conoscenza, perché quelli sono i doveri. Che però non possono sopprimere i piaceri, per il semplice fatto che è la vita che continua attraverso il piacere, cioè l’attrazione, cioè – detta come va detta – il sesso. Del sesso si può fare un uso virtuoso, che va ben al di là della sensazione momentanea corporale, glielo garantisco. E’ degradante se lo si intende degradato. E’ orribile se lo si intende orribile. Il mondo è come lo crediamo.

        1. Il Navigante

          Appunto, “fare un uso virtuoso” del desiderio sessuale, desiderio connaturato nell’uomo e nella donna, e perciò naturale e da non condannare.
          Il senso dell’Articolo di Blondet, se ho capito bene, è come lui ha scritto: “La denuncia di una società diseducante di maschi e femmine”. Non c’è condanna del sesso, ma sulla mancanza dell’educazione dei giovani a diventare adulti sani e responsabili delle loro azioni, e che queste non procurino danno agli altri.


  15. Dopo la liberalizzazione del sesso, considerata una conquista culturale, si è stati costretti a tollerare pornografia, prostituzione, aborto, diritto gay e lesbiche, la libertà sessuale ha provocato tante vittime quanto una guerra, il velo islamico interviene all’inizio con l’obiettivo di bloccare le cose che si dovrà per forza tollerare più tardi, non è un dispetto verso le donne, anzi


  16. Caro Maurizio,
    sappiamo bene noi tradizionalisti che Conan è ben altro. È un uomo vero. Conan non farebbe mai cose del genere.
    Un eroe erculeo si batte contro mostri e minacce, massacra in battaglia e ama la donna.
    Chi agisce da matrizzato omicida è l’ultima feccia degli edipici, non un Barbaro.

    Forza e Onore!


  17. Articolo sicuramente interessante per certi versi ma perché usare il termine “negroide”? seconda cosa la violenza verso le donne (verso uomini e verso bambini) c’era anche nel passato, al tempo dei cavalieri. Altra cosa che non si considera è che spesso i violenti sono sì narcisisti ma perché cresciuti in un ambiente dove da un lato magari venivano trattati come esposto nell’articolo ma dall’altro erano soggetti a violenza o la vedevano. Quindi rimangono sì bambini ma perché non hanno potuto esserlo davvero. Nel mio caso ho avuto l’esperienza di bullismo fatto però da un ragazzo che da un lato veniva glorificato e viziato dalla madre ma dall’altro veniva picchiato tutte le sere dal padre. Quindi non è questione di non ricevere frustrazioni, è un problema anche di regolazione emotiva. Un bambino ha anche istinti violenti, rabbiosi e onnipotenti ma non solo e oltretutto non è questione di cattiveria o peccato ma sono sempre dovuti alla paura di perdere sicurezza, spazio, cibo, amore e così morire. Quanto più un bambino non ha sicurezza e amore e vero contenimento, tanto più la paura è presente e rimane nell’età adulta.


    1. Tutto giusto il possibile movente ma ciò non giustifica in alcun modo un omicidio così efferato.
      Altrimenti se iniziamo a dare le colpe ai padri, ai nonni e poi alla società…si finisce che sono tutti innocenti.
      E, nessuno paga e va in carcere.
      Questo emerito “pirla”, tra l’altro una guardia giurata, era o non era libero quando copulava con la sua zoccola?
      Presumo di si.
      Sono uomini e donne libere, fino a prova contraria.
      Condizionati – qualcuno direbbe – certamente ma non al punto da non essere capaci di intendere e volere al momento del gesto.
      Per questo, qualche volta, si ricorre alle perizie psichiatriche.
      Se sono liberi, sono necessariamente responsabili delle proprie azioni.
      Non penso sia questo il caso, come non lo sono stati tanti altri, vedi per esempio Erika ed Omar.
      Perfettamente lucidi , vissuti in una famiglia per bene, e, però, son stati in grado di massacrare la madre ed il fratellino piccolo di pochi anni.
      Un bagno di sangue senza apparente motivo.
      Sono esclusivamente figli di questa società perduta e non posso che dare ragione a Farouq il quale ha perfettamente inquadrato la vicenda culturale.
      Quando una ragazzina, ancora studentessa, che rincasa alle 3 di notte con la macchina del babbo, fa sesso con una o più persone è già pronta per diventare una futura zoccola.
      Zoccola se di ceto basso, invece si dice che ha avuto diversi amori, se è una VIP.
      La sostanza non cambia.
      Questa, a mio avviso è la cruda verità e realtà.


    2. I maschi dominano la società con la loro forza costruendo case strade ponti ecc.. ma le donne dominano i maschi perché hanno un grande potere sulla chimica dei maschi poi se al maschio fanno dei figli allora il dominio diventa assoluto, hanno anche potere assoluto sui bambini, futuri uomini e donne, il ruolo della donna è primario e il suo comportamento e condotta plasma le società

      1. Milo Dal Brollo

        Ben detto, infatti è sempre la donna che ha l’ultima parola. Ma proprio perché è l’ultima dovrebbero essere estremamente consapevoli loro per prime. Tutto ruota intorno al ruolo della famiglia che, basilarmente, è un argine alla competizione sessuale fra maschi. Morta la famiglia, la competizione diventa anarchica e senza limiti, fino a fare succedere queste cose per frustrazione da perdita, come se fosse agonismo. Per questo una autorità deve celebrare e saldare l’unione, sempre nel rispetto reciproco. Non a caso la formula del matrimonio i coniugi recitano: prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita. Perché è un patto necessario, pena la rovina. Altrimenti basterebbe il primo acciacco o problema per mollarsi e ridare il via alla competizione animalesca, finché arriva una certa età in cui non si possono dare più certe garanzie e ci si ritrova soli, isolati, frustrati – morti in un certo senso. Il matrimonio è estremamente serio, che lo si ritenga necessario o meno alla propria personale vita.

        Un altro fatto è che uomini donne sono estremamente diversi, non per capacitò intellettive o pratiche, ma perché hanno diverse sensibilità e approcci. Si parla tanto di educazione sessuale, ma bisognerebbe fare educazione relazionale, solo dopo quella si può parlare di qualsiasi altra educazione.


        1. Hanno anche il poter di scegliere il seme, la madre di un stupratore o assassino ha scelto bene il seme?

          1. Milo Dal Brollo

            Bè, detta così mi sembra una esagerazione. Che relazione di casua-effetto ci sarebbe tramite il seme? Tale padre tale figlio, ma non è matematico, dal momento che l’educazione è centrale.

Comments are closed.