“Il motivo della sconfitta di Roma 2030”

Tranquilli, nel 2030 non ci sarà alcuna Expo 2030, forse più nessuna Ryad, e temo, il petrolio che la fa ricca sarà sostituito dai carri trainati da buoi e asini. Questa è, la fine dei tempi per questa generazione, e ho paura che la generazione prossima parlerà di noi come Platone parla di Atlantide.

Premesso questo, resta il ridicolo tentativo dei media di accollare la “figuraccia” alla Meloni. Non sapendo come criticare su scelte serie il governo “fascista” più atlantico e più subalterno alla UE di quanto sarebbero loro, si attaccano a scandalizzarsi del ministro che ha fatto fermare un treno a Ciampino (la vera domanda sarebbe perché non sia prevista una fermata di treni a Ciampino, dopotutto c’è un aeroporto), al supposto “patriarcato” della Meloni et similia.

Il motivo per cui l’Expo-che-non-verrà se la sono aggiudicata i sauditi lo ha detto l’ambasciatore Massolo che più chiaro non si può: Ryad ha pagato mazzette colossali, comprando i voti con tangenti titaniche, dalla sua cassa piena di trilioni e fantastiliardi contro cui non si poteva competere. Massolo ha fatto capire che la monarchia saudita sta pensando di comprarsi con lo stesso metodo il seggio al consiglio di Sicurezza dell’ONU. In questa fine dei tempi tutto nell’Ordine basato su Regole è in vendita … in liquidazione. Intuiscono di avere poco tempo-.

Premesso ciò, posto un artcolo che spiega i motivi per cui ci si può rallegare della “sconfitta”, scontato un lieve eccesso di ottimismo riguardo a Ryad…

IL MOTIVO DELLA SCONFITTA DI ROMA 2030

La sconfitta di Roma per organizzare Expo 2030 è un altro pezzo di un magnifico puzzle che si sta componendo, e che culminerà con il fallimento dell’Agenda 2030 e della élite del Globalismo.

La candidatura di Roma era capitanata dall’unioneuropeista Gualtieri, uomo del WEF, ed erano in molti a confidare che dovesse vincere per forza, quantomeno al ballottaggio, anche perché le altre due città in competizione erano Busan (Korea del sud) e Riyad (Arabia Saudita), che con tutto il rispetto erano simbolicamente un bel po’ piccine rispetto alla grandezza di Roma, soprattutto in considerazione dell’anno finale dell’agenda 2030. Inoltre il Governo italiano annovera proprio una romana verace che sicuramente aveva a cuore un successo politico per Roma e per l’Italia.

Ed invece Caput Mundi di Gualtieri e Meloni è stata battuta sonoramente ma non al secondo turno, addirittura al primo! In uno scenario internazionale all’insegna di un’Agenda globalista che condanna gli idrocarburi per ‘salvare’ il Pianeta, ha vinto la capitale della famiglia Saudi, i primi produttori di petrolio al Mondo, capeggiati da Bin Salman. Lo sceicco al vertice della dinastia Saudi è un amico personale di Donald Trump, che è al potere e non all’Altromondo solo perché fu salvato da un complotto omicida ordito dalla CIA e da un suo zio nel 2017. Bin Salman inoltre è il grande leader della svolta saudita che ha portato la sua Nazione nei paesi BRICS mettendo l’universo sunnita in pace con quello sciita di cui l’Iran è primo riferimento. La vittoria saudita ad Expo 2030 è una cartina al tornasole che ci spiega cosa sta accadendo e per quale motivo dobbiamo cacciare tutti quelli che comandano in Italia.

Giova infatti ricordare che Bin Salman ha dato il colpo di grazia al dollaro della FED e al sistema finanziario a moneta a debito, perché da qualche mese non è più richiesto di transare il petrolio in dollari. L’essenza politica dei tempi in corso si sintetizza così: l’Arabia Saudita è stata premiata da un consesso mondiale dominato da Trump, Putin e Xi, mentre Roma e l’Italia, ostili ai tre leader patriottici, e riverenti al Papa Gesuita e alla Mafia Khazara, sono stati pesantemente umiliati.

L’Arabia Saudita ha vinto con 129 voti mentre seconda si è classificata Busan con 29 voti.

Roma è arrivata terza con enorme distacco. Roma ha preso i voti che doveva evidentemente prendere: 17, non uno di meno, né uno di più.

Questi ad esempio “non avranno parte nel mondo a venire”

89-per-cent