Ieri Rubio ha affermato su X che le figure europee non possono più entrare negli USA a causa della censura applicata in Europa (vedi DSA). Già oggi negano il visto all’ex commissario UE Breton ed a altri quattro cittadini europei, tutti accusati di censura ed azioni contro gli interessi americani
Breton è stato l’artefice principale di una delle più feroci macchine censorie mai concepite: il Digital Services Act (DSA). Questa normativa liberticida, imposta dall’UE nel luglio 2022, tiene sotto scacco ogni canale di informazione libera, con la ghigliottina della censura sempre pronta a calare su qualsiasi contenuto sgradito. Con questo strumento repressivo hanno di fatto abolito la libertà di parola sui social.
L’UE da oggi è completamente isolata.
Il proprio creatore, gli USA, l’ha abbandonata al proprio destino in autostrada, con la Cina i rapporti sono pessimi e con la Russia di Putin sono proprio i criminali tecnocrati UE ad aver troncato qualsiasi rapporto commerciale, per difendere la nazione del clown nano che non è, perlomeno ufficialmente, né nella NATO, né facente parte della UE.
Dicevamo, gli USA staccano la spina all’Unione Europea facendosi la foto mentre compiono il gesto.
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e il cosiddetto “Complesso Industriale della Censura” Lei non la chiama censura, ma “pre-bunking”. Le parole sono importanti. Questo tipo di inquadramento riecheggia la logica descritta in 1984 di Orwell: ridefinendo il linguaggio, si ridefinisce ciò che le persone percepiscono come accettabile o addirittura reale. Ciò che molti ignorano è che il Digital Services Act ( #DSA ) ha effetti extraterritoriali.
Le grandi piattaforme online che operano a livello globale sono tenute a rispettare le normative dell’UE in tutto il mondo. In pratica, ciò significa che i contenuti pubblicati dagli utenti negli Stati Uniti possono essere limitati o rimossi a livello globale se ritenuti in violazione delle normative dell’UE, anche quando tali contenuti sono legali ai sensi della legge statunitense e protetti dal Primo Emendamento.
Di conseguenza, le tutele della libertà di parola negli Stati Uniti possono essere indirettamente compromesse, non dai tribunali statunitensi, ma dalla pressione normativa dell’UE sulle piattaforme tecnologiche globali.
Allo stesso tempo, il DSA incentiva anche le piattaforme a sopprimere o declassare preventivamente i contenuti critici nei confronti delle istituzioni o delle politiche dell’UE, per timore di sanzioni o conseguenze legali. Questo sposta il potere dai cittadini alle autorità di regolamentazione e alle grandi aziende, che agiscono da guardiani della libertà di parola. Sempre più spesso, l’Unione Europea non è più al servizio dei cittadini; al contrario, li governa decidendo quali opinioni sono accettabili, quali narrazioni sono “sicure” e quali voci dovrebbero essere messe a tacere. La mancanza di libertà di parola è il vero pericolo per una democrazia sana.