Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1313 pubblicata da Paix Liturgique l’8 dicembre, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), riflette sulla tendenza tradizionale del clero e dei fedeli cattolici statunitensi, soprattutto i giovani sacerdoti ed i giovani fedeli.
Lorenzo V.
Il Cattolicesimo statunitense sta diventando più tradizionale?
Le sentinelle continuano per la 220ª settimana le loro preghiere in difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (in rue du Cloître-Notre-Dame 10), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30
Cari amici, ho dedicato una recente Lettera alla tradizionalizzazione del Cattolicesimo, in particolare del Cattolicesimo francese [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]. Vorrei richiamare la vostra attenzione su un altro Paese in cui questo fenomeno è evidente: gli Stati Uniti d’America.
L’affermazione classica secondo cui gli Stati Uniti d’America sono una democrazia laica molto religiosa ha sempre meno rilevanza. La secolarizzazione sta causando gravi danni. Nel 2018, l’istituto di sondaggi Gallup ha rivelato un calo accelerato della frequenza settimanale delle chiese cattoliche. I giovani sotto i quarant’anni sono meno praticanti dei loro coetanei più anziani, sempre più individualisti, compresi gli evangelici che hanno costituito una parte non trascurabile dell’elettorato di Donald Trump e che sono sempre più, tra i giovani, evangelici di tradizione piuttosto che di pratica. Molti protestanti statunitensi abbandonano ogni religione, così come molti Cattolici, anche se il declino del Cattolicesimo è mascherato dall’arrivo di immigrati latini.
Tuttavia, i Cattolici statunitensi rappresentano circa il 6 per cento dei Cattolici nel mondo. Nel 2009 negli Stati Uniti d’America c’erano 68.115.001 Cattolici (pari al 22 per cento della popolazione statunitense).
Nel complesso, questi fedeli cattolici sono «classici», rimasti molto wojtyłiani, piuttosto che ratzingeriani. Il corpo episcopale era diventato classico e lo è rimasto nonostante le nomine di papa Francesco. Ne è testimonianza la recente elezione di un nuovo presidente della United States Conference of Catholic Bishops, mons. Paul Stagg Coakley, Arcivescovo metropolita di Oklahoma City, la cui vicinanza a Carlo Maria Viganò è nota [QUI; QUI su MiL: N.d.T.]. È inoltre possibile che questa elezione sia un discreto avvertimento rivolto allo statunitense Papa Leone XIV, di cui temono che sia un pacifico ma determinato continuatore di papa Francesco (vedi la preoccupante nomina del nuovo Arcivescovo metropolita di Vienna, mons. Josef Grünwidl, noto per la sua posizione a favore del diaconato e del cardinalato femminile e dell’ordinazione sacerdotale degli uomini sposati) [QUI; QUI su MiL: N.d.T.].
A proposito dei sacerdoti francesi, vi parlavo dei sorprendenti risultati di un’indagine condotta dall’Institut français d’opinion publique nell’ottobre 2025 tra i sacerdoti francesi (il 20 per cento dei sacerdoti preferisce una forma molto classica del rito, l’8 per cento di loro dichiara di celebrare esclusivamente secondo la forma straordinaria o in combinazione con l’altra ecc.) [QUI e QUI: N.d.T.].
Risultati abbastanza simili sui sacerdoti degli Stati Uniti d’America sono stati pubblicati il 14 ottobre 2025 (indagine di The Catholic Project della Catholic University of America di Washington, che riporta un’altra indagine dell’istituto Gallup, condotta nel maggio e giugno 2025) [QUI: N.d.T.].
Nel complesso, sembra che anche qui le giovani generazioni siano molto più conservatrici. La percentuale di sacerdoti che si dichiarano teologicamente «progressisti» è superiore al 70 per cento tra i sacerdoti ordinati prima del 1975, ma solo l’8 per cento tra quelli ordinati dopo il 2010 (il 70 per cento dei giovani sacerdoti si riconosce negli aggettivi «conservatori» o addirittura «molto conservatori», secondo l’indagine Gallup).
I giovani sacerdoti sono più inclini a insistere sulla devozione eucaristica e molto meno sensibili dei loro predecessori alle questioni ecologiche, migratorie o «sociali». Solo il 29 per cento dei sacerdoti ordinati dopo il 2000 cita la sinodalità come una priorità, contro il 57 per cento dei sacerdoti ordinati tra il 1980 e il 1999 e il 77 per cento di quelli ordinati prima del 1980.
Per quanto riguarda il ruolo delle donne nella Chiesa, più di due terzi dei sacerdoti ordinati prima del 1980 si dichiaravano «estremamente preoccupati» per la questione; solo il 20 per cento dei sacerdoti ordinati nel XXI secolo lo è.
E, soprattutto, solo l’11 per cento dei sacerdoti ordinati prima del 1980 ritiene che l’accesso alla Santa Messa tradizionale sia una priorità, contro il 20 per cento di quelli ordinati tra il 1980 e il 1999 e il 39 per cento di quelli ordinati negli anni 2010.
Non c’è da stupirsi che la crescita dei giovani fedeli continui nei luoghi di culto tradizionali, che le vocazioni sacerdotali e religiose siano in costante aumento, indipendentemente dalle tendenze tradizionaliste, dalla Fraternità sacerdotale di San Pio X, dalle comunità ex Ecclesia Dei e dagli ambienti diocesani. Lo ha notato il quotidiano La Croix del 30 giugno 2025 in un articolo di Matthieu Lasserre, Aux États-Unis, un monde traditionaliste de plus en plus influent [Negli Stati Uniti d’America, un mondo tradizionalista sempre più influente: N.d.T.], che ha analizzato «le ragioni del tradizionalismo americano, in costante crescita da diversi decenni» [QUI: N.d.T.].
Come stupirsi che i giovani convertiti della famosa generazione iperconnessa, detta generazione Z, affluiscano alla Santa Messa tradizionale secondo un articolo del settimanale The Catholic Herald del 13 novembre (Why Gen Z converts are flocking to the Latin Mass) [Perché i convertiti della generazione Z affluiscono alla Santa Messa tradizionale, QUI: N.d.T.]?
Care sentinelle, il futuro è nella Santa Messa tradizionale. Che i nostri pastori lo capiscano finalmente. È per l’apertura delle loro menti e dei loro cuori che preghiamo instancabilmente il Rosario, rue du Cloître-Notre-Dame 10, dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nella Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, nel XIX arrondissement), mercoledì e venerdì alle ore 17:00, davanti alla Église Notre-Dame-du-Travail (rue Vercingétorix, 59, nel XIV arrondissement), domenica alle ore 18:15, nella Basilique Sainte-Clotilde-et-Sainte-Valère (rue Las Cases, 23 bis, nel VII arrondissement), lunedì alle ore 12:45.
In unione di preghiera e amicizia.