I “migranti” cosa vengono a fare da noi? A pagare la pensione a te? Ma davvero?

Nella guerra mediatica in atto, con infiniti talk show ad ogni ora del giorni, e con servizi giornalistici che sono veri e propri imbonimenti della popolazione sotto occupazione militare con l’esercito occupante nascosto nelle campagne e con funzioni di governo demandate a collaborazionisti locali, si sente ora l’argomento pensioni. Finora l’argomento principe per convincere i riottosi, le “bestie”, era di natura etica, morale, religiosa, di carità cristiana… Ma come? Non ti commuovi? Così duro è il tuo cuore? E ti gettano un bimbo morto su una spiagga, una foto che tutti i media dell’Occidente si passano come il  pallone nel gioco del calcio… Per la verità, conosco tante altre foto ben più tragiche, ma che però non hanno avuto lo stesso trattamento mediatico. Sono qui tentato di inserire la foto del palestinese che alza al cielo il cadavere del suo bambino fosforizzato dall’esercito israeliano, il “più morale del mondo”, o sempre in Gaza le foto dei quattro bambini impallinati sulla spiaggia, mentre giocavano, sempre dal più “morale esercito del mondo”. E per restare alla Siria ho notato come per ben due volte (Ballarò, La Gabbia) il conduttore  stornava subito il discorso al Leghista che ricordava le sanzioni italiane alla Siria, dove a fare le spese sono sempre bambini cui venivano fatti mancare i medicinali… E si potrebbe scrivere un libro, una enciclopedia, se si volesse fare la raccolta dei casi innumerevoli.

 

Per convincere, ad “accogliere”, si usa ora anche l’argomento “pensioni”. Sembrerebbe che il problema degli esodati abbia trovato finalmente la soluzione: scendono dai loro barconi dei poveri disgraziati, con prole pure disgraziata, ma forse ancora inconsapevole della sua condizione e con tutta la forza della speranza (“ci pensa Dio”), scendono dunque e di botto ti risolvono il problema degli esodati o di chi la pensione proprio non ce l’ha… In un qualsiasi libro di scuola si legge che la pensione è salario differito, è una parte del proprio stipendio che viene accantonata e verrà restituita quando si sarà smesso di lavorare. Il patrimonio immenso che nel sistema Italia si è così accumulato nel tempo è stato utilizzato dalla classe come un salvadanaio cui attingere per gli impieghi più disparati. Si univa “previdenza” ed ‘assistenza” e si faceva politica clientelare. Questa era ed è la forma di governo vigente in Italia. Ma ora la cuccagna è finita…

 

Ed eccola giunta la Divina Provvidenza: i disperati che scendono dai barconi o giungono anche via terra dai binari. Non si tratta dunque della “carità” del Buon Samaritano ma di un lucroso e conveniente affare. Di ciarlatani che raccontano simili storie se ne sentono tanti… Basta seguire i programmi televisivi ad ogni canale. Le varianti possono essere numerose, ma lo schema resta lo stesso: l’«accoglienza» è un affare, non tanto per i Buzzi e Carminati, per gli albergatori che si ritrovano 37 euro per ogni camera vuota, ma per i comuni cittadini, in primis gli esodati o per quei giovani, pochi, la cui assunzione è agevolata – se non erro – proprio dallo sgravio per il datore di lavoro degli oneri contributivi e previdenziali.

 

Quanto al “clandestino” o “profugo” finalmente “integrato” in un mercato del lavoro come quello italiano che vede la stragrande maggioranza dei giovani disoccupati e senza nessuna speranza di reddito da lavoro, figuriamoci una pensione, è normale che voglia pensare alla sua di pensione se mai avrà un lavoro regolare con annesso diritto alla propria pensione. Credo sia facile una decostruzione della “bufala” mediatica, che ove avesse un qualche fondamento si proietta tuttavia nell’arco di un più generazioni… Quella attuale che è in “emergenza” ha tutto il tempo per togliere il disturbo… I “cicli” quando davvero sono descrittivi della realtà economica, sociale e politica, non tengono mai conto che difficilmente un essere umano messo sott’acqua sopravvive oltre i cinque minuti di immersione.

 

Antonio Caracciolo

Civium Libertas

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