Governo Meloni: pure pro-aborto

Oltre che pro-guerra, pro-NATO, pro-UE e austerità.  E attraverso uno dei suoi sottosegretari, tale Andrea Del Mastro, contro Nordio. Ci si domanda che differenza ci sia col governo di Letta PD.

Qui i fatti  riguardanti la ministra abortista:

Le agenzie hanno battuto le dichiarazioni del ministro Roccella (di Fratelli d’Italia) contro il disegno di legge del senatore Menia (di Fratelli d’Italia) che prevede il riconoscimento della capacità giuridica del bambino concepito. Secondo il ministro “si tratta di un’iniziativa personale che non avrà alcun seguito”.

Dopo poco arriva un secondo comunicato del ministro che specifica che il DDL “non mette a rischio la 194”. Il senatore Meina replica giustamente che non spetta al ministro decidere quel che fa il parlamento, ma ecco come intendono il loro decisionismo i ministri missini: ingerirsi del Parlamento.

Simone Pillon, della Lega, senatore fino al 2022,  ha scritto alla ministra neo-abortista  e ingerente questa lettera aperta:

Cara Eugenia

possiamo comprendere, sia pure a fatica, i leader che, dovendo conciliare tensioni interne, parlano di piena applicazione della 194, specialmente nella parte che prova a prevenire l’aborto. Non crediamo invece sia giustificabile che un ministro che dovrebbe in teoria essere espressione del mondo cattolico (sei stata portavoce del family day del 2007, ricordi?), si affanni a smentire un collega di partito che presenta un DDL di contenuto identico a quello oggetto della campagna “uno di noi” ideata dal compianto Carlo Casini e che raccolse milioni di firme in tutta Europa.

Essere pro-life non significa certo lanciare vacue invettive o peggio appiccare il fuoco alle cliniche abortiste, ma neppure chinare la testa davanti ad una legge iniqua e oppressiva, che ha provocato 6 milioni di morti solo in Italia negli ultimi 45 anni.

Dio solo sa quanto avremmo avuto bisogno, in questo inverno demografico, di quei 6 milioni di italiani, dei loro talenti, del loro lavoro, dei loro figli.

Cara Eugenia, possiamo e dobbiamo costruire un processo culturale e politico che inverta il trend abortista, e porti al riconoscimento dei diritti di ogni essere umano, in ogni fase della vita. La scienza ci è amica, e mostra che quel “grumo di cellule” è uno di noi, e merita rispetto esattamente come sua madre.

Gli Stati Uniti, con la storica sentenza della Corte Suprema e le battaglie pro-life di Ron DeSantis ci mostrano che è possibile. Il primo passo è uscire dall’inferiorità culturale nella quale ci vorrebbe chiudere il pensiero unico “liberal” e dire con chiarezza che la vita è vita, sempre.

Certo, costa fatica. Per ora non arrivano applausi e incarichi ma attacchi, derisioni, isolamento. Pazienza. Ne vale la pena. Tra ormai non molti anni la storia giudicherà con orrore questa generazione che ha ucciso e uccide miliardi di esseri umani prima ancora della nascita.

Se poi ritieni che il tuo ruolo ti imponga prudenza assoluta, e che si tratti di competenze che riguardano il ministero della salute e non quello della famiglia, puoi sempre evitare di intervenire sul tema.

Questo, beninteso, se credi che l’aborto sia un male da fermare.

Ma davvero la pensi diversamente? Davvero credi, come ripeti continuamente, che la 194 non vada toccata?

Se cosi, ci auguriamo di cuore che tu cambi idea.

Buon lavoro.

Sul Meloniano Del Mastro, sottosegretario alla Giustizia  contro Nordio e a favore dello strapotere dei procuratori, gongola ovviamente il giornale degli Intoccabili in toga, Il Fatto Quotidiano:

Intercettazioni, ora Fratelli d’Italia corregge le dichiarazioni di Nordio: “Troppe e costose? Non avremo meno registrazioni”

La lenta virata del governo sulle intercettazioni è quasi compiuta. Piano piano, progressivamente, la “rivoluzione copernicana” sembra trasformarsi: il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva detto che ce n’erano “troppe inutili e costose“, ma oggi in Senato ha spiegato che “non si è mai inteso toccare le intercettazioni che riguardano il terrorismo, la mafia e ovviamente quei reati che sono satelliti di questi fenomeni perniciosi” (e di solito tra questi c’è per esempio la corruzione). E il fascio di luce più luminoso su cosa (non) accadrà lo proiettano le parole del sottosegretario di Nordio, Andrea Delmastro Delle Vedove, voce autorevole di Fratelli d’Italia in materia di giustizia, pronunciate davanti alle telecamere de ilfattoquotidiano.it: “Non c’è nessuna revisione della spesa, c’è una razionalizzazione della spesa ai sensi di un decreto ministeriale del 2017 e noi ci attendiamo di non avere un numero inferiore di intercettazioni”. Cioè le cose non cambieranno rispetto a oggi?, chiede il cronista. E l’esponente di Fratelli d’Italia risponde per 8-9 volte no.

Su questo, dunque, si conferma l’asse formato da Lega e Fratelli d’Italia che mettono in minoranza le spinte di Forza Italia. Ieri erano stati il coordinatore del partito meloniano Giovanni Donzelli e la presidente della commissione Giustizia del Senato, Giulia Bongiorno, a tirare una prima volta il freno a mano. “Sono fondamentali anche per la corruzione, che non è un reato minore” aveva detto l’esponente leghista.

E allora cosa rimane della “rivoluzione” di Nordio? Per ora poco, la riforma di cui ha parlato il ministro potrà essere posticipata a chissà quando. Nel frattempo sul tavolo resta solo la questione, su cui si è molto soffermato oggi il ministro guardasigilli nel suo intervento al Senato, della pubblicazione delle intercettazioni sui giornali. Che, però, già oggi è vietata per effetto della riforma Orlando. Gira e rigira perfino Forza Italia sembra battere in ritirata e riallinearsi: “Il tema non è tanto se permetterle per indagare su certi reati e vietarle per altri – dice Flavio Tosi – ma gli abusi della loro diffusione ai mass media, con i fascicoli che escono illegalmente da certe procure e finiscono solo per infangare cittadini che spesso non sono nemmeno sotto inchiesta”.

Insomma Nordio –  la sola scelta di livello della  povera Giorgia –   viene spinto alle dimissioni dal suo sottosegretario pseudo-missino,  secondo un gioco sporco di servitù al potere forte per eccellenza in Italia, “la magistratura Palamara” ;  è l’ultimo tocco di adesione  ovina   a ogni Vincolo Esterno che pretenda di comandarci, dopo la servitù agli Usa  limiti di bassezza mai raggiunti nemmeno dal governo tedesco ma solo dai polacchi, e la firma al MEF….. Non c’è più differenza  con  un governo Draghi, peggio, un governo Letta.

L’unica consolazione è che la Meloni s’è a tal punto incartata, che durerà poco.

Consolazione magrissima, perché significa che a governarci sarà “la UE”. Più precisamente l’olandese Marc Riutter, come mostra questo articolo di Scenari Economici:

La verità sulla pensioni italiane. Ovvero gli stranieri parlano senza sapere