GLI EUROMENTECATTI INVOCANO I LICENZIAMENTI

(Andrea Cavalleri)

L’alto iniziato Saint-Yves de Alveydre scrisse numerosi libri in cui teorizzò in modo piuttosto dettagliato il sistema del governo mondiale (il solito chiodo fisso dei massoni, che essendosi preclusi con incredulità, peccati contro lo Spirito Santo e scomuniche varie il regno di Dio per l’eternità, si devono accontentare delle illusioni di un regno dell’uomo nell’aldiquà, regno utopistico che peraltro non vedranno mai).

Tale governo sinarchico (potremmo dire corporativo) sarebbe stratificato in tre ordini di competenze:

  • Un Consiglio europeo delle Chiese nazionali
  • Un Consiglio europeo degli Stati nazionali
  • Un Consiglio europeo dei Comuni nazionali

Il primo consiglio rappresenterebbe la vita religiosa e intellettuale, il secondo quella politica e giuridica e il terzo dovrebbe rappresentare la vita economica, vale a dire la civiltà e il lavoro. (concetti esposti in “Mission des Souverains” 1882, successivamente l’Alveydre estese il concetto di governo europeo a una dimensione globale).

I lettori mi perdonino questo corposo preambolo che serve solo a qualificare le fonti della notizia che mi accingo a commentare, cioè una raccomandazione della Commissione europea riportata dal Sole 24 ore: si scrive “Commissione europea” ma si legge “Consiglio europeo dei Comuni nazionali” mentre il Sole 24 ore che, troppo modestamente, si proclama organo di Confindustria è in realtà l’organo italiano del Consiglio europeo dei Comuni nazionali.

E sentiamo un po’ come titola il quotidiano economico in lingua italica l’ultimo pronunciamento dei sovrani economici europei:

La UE boccia il blocco dei licenziamenti in Italia: «É controproducente e discrimina i precari»

Gli argomenti in base a cui vengono trinciati questi giudizi sono:

  • Il divieto di licenziamento «Più a lungo è in vigore e più rischia di essere controproducente perché ostacola il necessario adeguamento della forza lavoro alle esigenze aziendali».
  • «Politiche come il divieto generale di licenziamento tendono a influenzare la composizione ma non la portata dell’aggiustamento del mercato del lavoro. In pratica si avvantaggiano per lo più i lavoratori a tempo indeterminato a scapito di quelli a tempo determinato come gli interinali e gli stagionali».

Insomma se le aziende (tartassate da politiche folli di chiusura generalizzata delle attività e degli spostamenti) hanno poco lavoro, la soluzione secondo i sovrani illuminati non è quella di promuovere o supportare l’imprenditoria, né quella di creare aziende statali in base al principio di sussidiarietà, bensì di indurre o permettere alle aziende di liberarsi dei lavoratori.

Secondo i sovrani illuminati tutelare l’occupazione, (cioè il lavoro) sarebbe dannoso per la contabilità, che quindi secondo il loro pensiero è il fine dell’azione economica.

Occorre ricordare che tutta (e dico tutta) la ricchezza è prodotta dal lavoro?

Occorre ricordare che i soldi senza merci da comprare non servono a nulla?

Occorre ricordare che la contabilità è un puro espediente organizzativo, utile solo e fintanto che promuove un lavoro ben organizzato aiutando ad evitare gli sprechi?

Quanto alla discriminazione, dire che bisogna licenziare tutti e non solo i lavoratori meno tutelati, è un po’ come invocare l’eutanasia per tutti, non solo per i malati, che sarebbero discriminati rispetto ai sani.

Torna a proposito una citazione di Keynes, che non ritrovo, ma che richiamo a memoria.

L’economista britannico illustra il suo pensiero con l’esempio di un imprenditore che, vedendo diminuire le vendite, per mantenere inalterate le entrate alzi i prezzi.

E poiché l’aumento dei prezzi gli farà diminuire ulteriormente le vendite egli alzerà ancor più i prezzi e continuerà così finché non vedrà scritto zero da entrambi i lati del bilancio (raggiungendo così l’agognato pareggio).

Purtroppo i paradossi e gli esempi brillanti sono perle gettate ai porci quando vengono proposti agli stupidi e di una cosa possiamo essere sicuri: che tali sono i sovrani illuminati.

Lo conferma ad esempio una testimonianza di Varoufakis riguardo ai suoi colloqui con l’eurogruppo: “avanzate una tesi su cui avete lavorato duramente per assicurarvi che sia logica e coerente e poi vi trovate davanti degli sguardi vuoti”.

Sguardo “vuoto” tipico della gallina, capace solo di ripetere il suo coccodè senza nessuna variazione.

Con una differenza però: che la gallina vuole razzolare, nutrirsi e fare le uova, mentre gli euromentecatti ripetono solo i loro dogmi austeritari, non capiscono che l’economia debba essere nutrita per produrre le sue uova d’oro.

Non si rendono conto neppure di concetti elementari quali il fatto che la ricchezza condivisa sia superiore alla ricchezza esclusiva: basti pensare a una villa posta in un quartiere bello e sfarzoso e una villa identica posta in un quartiere brutto e malfamato, perché mai la prima costa molto di più?

Questi concetti non arrivano a capirli, perché a livello di comprensione sono fermi al coccodè -pareggio di bilancio- coccodè -austerità- coccodè -non vivere al di sopra dei propri mezzi-, però poi li mettono in pratica, come Patrisse Cullors.

E chi è Patrisse Cullors? Ma è una fondatrice del Black Live Matters, che si è recentemente acquistata una villa da 1,4 milioni di dollari nel quartiere bianco!

Quindi no, il lavoro non va promosso e tutelato, non ci arrivano.

Anzi non capiscono neppure che la gente vada nutrita e che la vita non è un bilancio a somma zero.

Ma questi neppure concepiscono che la vita sia un valore, intrisi come sono di cultura della morte (definizione quanto mai azzeccata di Giovanni Paolo II).

Come è possibile un simile stravolgimento della mente?

Lo spiega bene san Paolo.

Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; […] Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, […]  si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti [coccodè] e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile [vestito in grembiulino e appellato venerabile maestro], di uccelli, di quadrupedi e di rettili [e di banconote, di piramidi tronche, squadre compassi e tutte le puerili stupidaggini associate].

Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; […]  i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi [LGBT, gender, pedofilia, droga, alcolismo e ogni genere di perversione tanto cara alle euro-pluto-dementocrazie ] , ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia [ritratto preciso e impeccabile]. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa.

Per amor di verità devo dire che gli eurocrati hanno superato da un pezzo la fase di “approvare” chi commette ignominie, e stanno attivamente lavorando per “costringere” il popolo ad agire contro Dio, contro l’assennatezza, quindi contro il proprio benessere e, in definitiva, contro la propria vita.

Del resto sono un branco di malthusiani secondo cui la vita (degli altri) è sempre di troppo…

Ma la Bibbia ha una parola anche per costoro.

Ci fu l’esempio di un re, Antioco Epifane, che volle estirpare la conoscenza dell’unico Dio sostituendola con una fede politeista di cultura, ellenizzando le tradizioni di tutti i popoli soggetti alla sua influenza, compreso quello ebraico.

In questa impresa, narrata dai libri dei Maccabei, non risparmiò né bambini né anziani, perseguitandoli con crudeli tormenti pur di raggiungere il suo scopo.

E questo sforzo di costringere il popolo ad agire contro Dio non finì bene per il re: così narra la Bibbia:

Ma il Signore che tutto vede, il Dio d’Israele, lo colpì con piaga insanabile e invisibile. Aveva appena terminato quella frase, quando lo colpì un insopportabile dolore alle viscere e terribili spasimi intestinali, […] pieno ancora di superbia spirava il fuoco della sua collera contro i Giudei e comandava di accelerare la corsa. Ma gli accadde di cadere dal carro in corsa tumultuosa e per la grave caduta di riportare contusioni in tutte le membra del corpo. Colui che poco prima pensava di comandare ai flutti del mare, arrogandosi di essere un superuomo e di pesare sulla bilancia le cime dei monti, ora gettato a terra doveva farsi portare in lettiga, rendendo a tutti manifesta la potenza di Dio, a tal punto che nel corpo di quell’empio si formavano i vermi e, mentre era ancora vivo, le sue carni fra spasimi e dolori cadevano a brandelli e l’esercito era tutto nauseato dal fetore e dal marciume di lui. […] Allora finalmente, malconcio a quel modo, incominciò ad abbassare il colmo della sua superbia e ad avviarsi al ravvedimento per effetto del divino flagello, mentre ad ogni istante era lacerato dai dolori. Non potendo più sopportare il suo proprio fetore, disse: «È giusto sottomettersi a Dio e non pensare di essere uguale a Dio quando si è mortali!» […] Quest’omicida e bestemmiatore dunque, soffrendo crudeli tormenti, come li aveva fatti subire agli altri, finì così la sua vita in terra straniera, in una zona montuosa, con una sorte misera.

A conclusione trovo che gli euromentecatti non somiglino tanto al ricco Epulone, che se la passò bene quaggiù, per poi finire “all’inferno tra i tormenti”, quanto piuttosto ad Antioco Epifane.

Per questa ragione prevedo per loro una fine visibilmente orribile, che possa servire da insegnamento alle generazioni future.

Nella speranza che non se la scordino troppo presto…