Francesco santo amputato

di Giulio Giampietro

Quando si cita un testo altrui, è buona norma o di citarlo integralmente, oppure di evidenziare che si tratta di una citazione parziale.

Nell’enciclica papale intitolata Laudato Si’, al capoverso n.87 è posta la citazione del Cantico che dà il nome a tutta l’enciclica; ma è una citazione priva delle strofe sia di apertura sia di chiusura, senza che ciò sia specificato.

Ognuno vede che il testo così mutilato non permette di cogliere il pensiero e il sentimento di San Francesco – anzi, ognuno per modo di dire, perché già gli italiani se ne possono accorgere a patto di avere una qualche cultura, e quindi ci si chiede quanti tra i lettori stranieri potranno farlo.

TESTO COMPLETO DEL CANTICO DELLE CREATURE DI SAN FRANCESCO D’ASSISI

CITAZIONE NELL’ENCICLICA PAPALE

[rad-hl]«Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.[/rad-hl]
Ad te solo, Altissimo, se konfàno et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle, in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dai sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte, et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
[rad-hl]Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke ‘l sosterrano in pace, ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate et benedicete mi’ Signore’ et ringratiate et serviateli cum grande humilitate »[/rad-hl]
87. Quando ci si rende conto del riflesso di Dio in tutto ciò che esiste, il cuore sperimenta il desiderio di adorare il Signore per tutte le sue creature e insieme ad esse, come appare nel bellissimo cantico di san Francesco d’Assisi:
«Laudato sie, mi’ Signore,
cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte».[64]

Difficile pensare che l’amputazione sia casuale. Un testo teologico è trasformato in un testo naturalistico di 270.000 caratteri, tra i quali l’unico carattere da cercare col lanternino è quello cattolico.