Perché avrebbe potuto fare questo
28.X.MCMXXII, una rivoluzione Nazional-Popolare risollevò l’Italia dalle nebbie della mediocrità e del servilismo. Il regime fascista modernizzo’ l’Italia attraverso le grandi opere pubbliche, come la fondazione di 5 città in 5 anni e numerosi altri paesi e borghi, infrastrutture come porti e aereoporti, l’acquedotto più lungo d’Europa, ospedali e cliniche modernissime, centri antitubercolosi, lotta alla malaria, l’Istituto per la Maternità e l’lnfanzia, le riforme pensionistiche creando o potenziando Istituti come INAIL e INPS, l’introduzione della contrattazione collettiva con efficacia erga omnes, la tutela sindacale che era gradualmente in marcia verso forme ampie di cogestione aziendale e partecipazione dei lavoratori agli utili imprenditoriali, la più ampia attenzione all’assistenza ai lavoratori, agli invalidi, alle ragazze madri e agli orfani.
Quindi a tutte quelle fasce sociali più deboli e vulnerabili. Uno sforzo notevole fu rivolto alla lotta contro l’analfabetismo che rafforzò la modernizzazione della nazione. Nè fu trascurato lo sviluppo industriale, incanalato sul programma dirigista dell’Istituto per la Ricostruzione Industriale.
Senza dimenticare la Legge Bancaria del 1936 che nazionalizzò la Banca d’Italia attribuendole il monopolio della emissione e del governo della moneta sotto diretto controllo dello Stato. In tal modo si assicurava alla nazione la sovranità monetaria togliendola alle consorterie private degli speculatori e dei banchieri.
Nacquero negli anni ’30 lo Stato imprenditore e lo Stato sociale che la repubblica post-fascista si limitò ad ereditare e sviluppare a seconda dei tempi (vedasi l’Eni di Enrico Mattei, partigiano bianco ma già fascista della prima ora, che fu nient’altro che l’ampliamento e lo sviluppo dell’Agip fascista).
Mussolini aveva toccato troppi interessi “mafiosi” in Italia e all’estero perché non fosse abbattuto da quei poteri coalizzati. Ma, dato che non si poteva smantellare ciò che aveva modernizzato la nazione, pena il regresso economico e sociale, gli antifascisti del dopoguerra hanno dovuto mantenere le realizzazioni del regime e le “mafie” della speculazione sono state costrette a venire a patti con esse.
Ora il Vincolo Esterno è molto più tranquillo, e si spertica in lodi per Gioooggiaa… eGiorgettti.