… E Pechino accelera la de-dollarizzazione

Solo giorni fa Yanet Ellen, la segretaria al Tesoro di Biden, era andata a Pechino per ordinare a Xi come deve comportarsi nell’ordine globale “basato su regole” (nostre): esportare meno in Usa, ridurre la sua “eccessiva capacità” produttiva…Poiché la Cina non ha dato segno di voler obbedire all’Egemone i think tank americani si sono lanciati in articoli dove, praticamente, dichiarano la guerra alla Cina – ne daremo un esempio più sotto.

Ma, indipendentemente dalle vacue ingiunzioni della Yellen,La Cina ha lanciato un progetto evidentemente di elaborazione da tempo. Come titola DWN:

https://deutsche-wirtschafts-nachrichten.de/708253/abkehr-vom-dollar-china-plant-ein-grosses-netz-an-swap-abkommen-fuer-den-globalen-sueden?src=undefined

 La Cina ha annunciato un importante programma di swap valutario del valore di 550 miliardi di dollari con 29 paesi emergenti. L’attuazione del programma è prevista per quest’anno.

L’emancipazione del Sud del mondo dal dollaro USA sta entrando nella fase successiva. 

Allontanarsi dal dollaro: la Cina sta pianificando una vasta rete di accordi di swap per il Sud del mondo

Lo swap valutario facilita le opportunità di scambio e investimento creando una rete di sicurezza di liquidità per tutte le valute nazionali. Ciascuna banca centrale degli Stati partecipanti può quindi, se necessario, cambiare la propria valuta nazionale con quella cinese (e viceversa) e quindi il commercio bilaterale può avvenire a condizioni migliori, nel senso di tassi di cambio meno instabili.

E’ chiaro a cosa mira il Regno di Mezzo con gli accordi di swap: vogliono consentire o semplificare l’elaborazione degli scambi all’interno dell’allargata alleanza BRICS e dell’intero Sud del mondo, escludendo le valute terze come il dollaro e l’euro.

La Cina sta promuovendo l’uso dello yuan come valuta commerciale. Il commercio bilaterale con la Russia si svolge ora in gran parte in yuan e rubli e, in piccola parte, in euro: qui il dollaro è stato completamente eliminato. In futuro, le importazioni di petrolio dall’Arabia Saudita verranno fatturate solo in valuta cinese. Ci sono sforzi simili tra India ed Emirati Arabi Uniti.

Il processo di emancipazione monetaria del Sud del mondo dal dollaro statunitense è stato accelerato dal congelamento delle riserve valutarie della Russia da parte dell’Occidente.

Il biglietto verde rappresenta il 46,6 % delle transazioni di pagamento SWIFT internazionali. La quota corrispondente dello yuan è aumentata rapidamente dal 2010, ma attualmente è solo relativamente bassa, pari al 3,7 %. Tuttavia, queste cifre sottostimano in qualche modo l’importanza della valuta cinese. Molti paesi BRICS utilizzano in parte sistemi di comunicazione finanziaria alternativi perché il sistema SWIFT serve anche a far rispettare gli interessi americani ed europei. La Russia, come la Cina, ha introdotto anni fa il proprio sistema per facilitare l’elusione delle sanzioni occidentali “.

La segretaria del Tesoro americana Janet Yellen a Pechino - Primopiano ...

Quale la risposta USA? Complessa, sottile, elaborata? Foreign Affairs consiglia : “guerra”. Un articolo notevole per la combinazione di ferocia e velleitarismo…

Nessuna alternativa per la vittoria

La competizione dell’America con la Cina deve essere vinta, non gestita

“Gli Stati Uniti non devono gestire la concorrenza con la Cina ; devono vincerlo. Pechino sta perseguendo una serie di iniziative globali progettate per disintegrare l’Occidente e inaugurare un ordine antidemocratico. Sta sostenendo dittature espansionistiche in Russia, Iran, Corea del Nord e Venezuela. Ha più che raddoppiato il suo arsenale nucleare dal 2020 e sta rafforzando le sue forze convenzionali più velocemente di quanto abbia fatto qualsiasi altro paese dalla Seconda Guerra Mondiale.

Come sarebbe vittoria? Che i governanti comunisti cinesi rinuncerebbero a cercare di prevalere in un conflitto caldo o freddo con gli Stati Uniti e i suoi amici. E il popolo cinese, dalle élite al potere ai cittadini comuni, trovi ispirazione per esplorare nuovi modelli di sviluppo e governance che non si basino sulla repressione interna e sull’ostilità compulsiva all’estero.

Gli Stati Uniti devono accettare che il suo raggiungimento richiederà maggiori attriti nelle relazioni USA-Cina . Washington dovrà adottare una retorica e politiche che potrebbero sembrare scomodamente conflittuali ma che in realtà sono necessarie per ristabilire i confini che Pechino e i suoi accoliti stanno violando. Ciò significa imporre dei costi al leader cinese Xi Jinping per la sua politica volta a favorire il caos globale. Significa parlare con franchezza dei modi in cui la Cina sta danneggiando gli interessi degli Stati Uniti. Ciò significa aumentare rapidamente le capacità di difesa degli Stati Uniti per ottenere inequivocabili vantaggi qualitativi rispetto a Pechino. Ciò significa recidere l’accesso della Cina alla tecnologia occidentale e frustrare gli sforzi di Xi per convertire la ricchezza del suo Paese in potenza militare. E ciò significa perseguire un’intensa attività diplomatica con Pechino solo da una posizione di forza americana, come percepita sia da Washington che da Pechino.

I leader cinesi stanno già conducendo una guerra fredda contro gli Stati Uniti. Piuttosto che negare l’esistenza di questa lotta, Washington dovrebbe appropriarsene e vincerla. Dichiarazioni tiepide che fingono che non esista una guerra fredda corteggiano perversamente una guerra calda; segnalano compiacenza al popolo americano e conciliazione ai leader cinesi. Come l’originale Guerra Fredda, la nuova guerra fredda non sarà vinta con mezze misure o timida retorica. Per vincere è necessario ammettere apertamente che un regime totalitario che commette un genocidio, alimenta i conflitti e minaccia la guerra non sarà mai un partner affidabile”.

Guerra fredda!