DALL’IPER-DEFLAZIONE ALL’IPER-INFLAZIONE?

Deflazione. La parola che sembra trascurata dagli economisti stimabili e che incombe come spettro sul lockdown mondiale che ha devastato insieme la domanda e l’offerta, è evocata – e paventata – da Jeremy Warner, uno dei migliori commentatori economici del Telegraph.

“La Gran Bretagna sta scivolando in una spirale della morte deflazionaria”, titola. E quel che dice, se vale per il Regno Unito, vale anche di più per l’Italia, con un Pil paragonabile – con una differenza a nostro sfavore: loro hanno la moneta ed una burocrazia pubblica efficiente, patriottica e competente, che ha immediatamente fornito praticamente a tutti i cittadini la liquidità di sopravvivenza per superare la chiusura, ciò che Gualtieri ha negato agli italiani disperati, lesinando, non emettendo BTP per risparmiatori italiani per esempio fino a ieri, allo scopo di costringere ad accettare il MES di diritto lussemburghese ; e sulla nostra burocrazia pubblica strapagata, ostile al popolo e inadempiente, non occorre dilungarsi.

La Rolls Royce, prima industria britannica, produttrice di grandi motori d’aereo commerciali, ha annunciato che si libererà di 9 mila posti di lavoro. Novemila stipendi quasi certamente alti perché di lavoratori qualificati, scompaiono. Questo significa che la RR ha rinunciato alla speranza di un rapido rimbalzo dell’economia. I viaggi aerei sono stati praticamente interrotti nel mondo intero; se riprenderanno, saranno in misura incomparabilmente più piccola rispetto a solo sei mesi fa. La scelta strategica e “innovativa” della RR – di produrre motori per grandi aerei, a farli pagare in base alle miglia di volo effettuate (poiché la RR faceva profitti non vendendo semplicemente i motori, bensì sui “servizi” che dà – non solo manutenzione a terra, ma sorveglianza di ogni del funzionamento in volo in tempo reale ) è stata colpita dal Covid in modo particolarmente duro. E’ evidente che la RR sta progettando una massiccia ristrutturazione operativa. Un centro d ‘eccellenza nazionale  rimpicciolisce e cambia; competenze specifiche vengono abbandonate  e non torneranno, perché anche se ci sarà una ripresa del settore, riguarderà essenzialmente l’Asia.

L’altro prodromo di spirale della morte deflattiva, Warner lo vede nel fatto che, per la prima volta nella storia, il Regno ha venduto i suoi titoli di debito pubblico a tassi negativi. Apparentemente sembra una buona notizia: i mercati si fidano della solvibilità dello stato, nonostante il gigantesco deficit che costa e costeranno gli interventi di sostegno ai redditi. Ma è invece proprio l’indizio della deflazione che si instaura. La spiegazione è geniale.

Quando titoli del debito pubblico vengono venduti a tasso zero o sottozero, dice Warner, vanno pensati come moneta liquida. Proprio come le banconote fisiche, che non rendono alcun interesse. Il fatto che gli investitori li comprino a bizzeffe e la domanda sia elevata nonostante le emissioni colossali, è solo il sintomo che, essendo ogni altra occasione di spesa nell’economia generale crollata, chi ha i soldi non ha da spenderli. Ed è come se si riempisse le tasche di banconote infruttifera, parcheggiando la sua liquidità in non-impieghi.

Le chiusure della compagnie aeree come dei ristoranti, degli uffici, dei concessionari d’auto come dei pub ha collassato i consumi; sono crollati di un terzo in Gran Bretagna solo ad aprile. In Italia, parimenti, del – 32% , con punte del – 57% per l’abbigliamento e del – 54%  per le calzature e pelletteria.

Ancor più che i privati, le imprese: hanno sospeso ogni investimento; hanno quindi denaro – quello che non hanno speso – e lo tengono in quel modo improduttivo che sono i gilts (i BTP inglesi) a tasso negativo – perché almeno sono facilmente esitabili.

E’ un cattivo investimento, ma l’economia che affonda rende le alternative tutte peggiori. In fondo, almeno, il governo britannico usa quei soldi nel modo migliore, per sostenere la domanda in un’economia in cui un terzo della forza-lavoro non lavora più.

“Il crollo imposto dalla domanda sta preparando le perdite di posti di lavoro del tipo cui stiamo assistendo a Rolls Royce. Molti lavoratori in cassa integrazione si troveranno disoccupati nel momento in cui il regime di assistenza terminerà.

“Inoltre, anche le aziende non direttamente colpite dal lockdown stanno scoprendo che possono funzionare altrettanto bene con meno personale, meno spazi per uffici, meno viaggi e spese aziendali ridotte.”

“Dal punto di vista della singola azienda, ha perfettamente senso razionalizzare, automatizzare, lasciare i lavoratori al lavoro a casa ( attuare lo smart working) o ripensare radicalmente il modo in cui opera l’azienda. Tuttavia, se tutti lo fanno allo stesso tempo, ciò infligge enormi danni alla domanda aggregata, lasciando vuoti e non-affittati e invenduti grandi spazi di proprietà commerciale e portando a un’economia permanentemente più piccola e più povera”.

Nonostante il calo dei tassi della Fed (sottozero blu) la velocità della moneta cala tragicamente invece di aumentare.

Così si crea quel circolo vizioso, la spirale discendente verso la morte descritta da Irving Fisher nel ’33: la perdita dei salari, ossia del potere d’acquisto e quindi dei consumi, porta al crollo dei profitti delle aziende produttrici; il loro debito aumenta in termini reali; esse non chiedono più prestiti per investire, anche nonostante le banche centrali regalino miliardi a debito sottozero, perché non ha senso produrre di più se la domanda non cresce; le immobiliari svendono i loro spazi da ufficio vuoti per rientrare, aggravando la perdita di valore di tutti gli immobili, anche delle case private su cui la classe media confida come patrimonio solido; in attesa di ulteriori cali di immobili e delle merci e beni intermedi, chi i soldi li ha non li spende, li tesaurizza in impieghi infruttiferi, banconote e Btp, ciò che fa ulteriormente diminuire la velocità di circolazione della moneta: siccome circola meno denaro, i prezzi diminuiscono ancora, e così i salari… e così via discendendo a spirale.

E questo sta avvenendo nel Regno Unito che pure ha la sua moneta sovrana e sta contrastando la recessione aiutando con liquidità a fondo perduto il suo popolo.  In Italia, la deflazione è realtà instaurata da quasi un decennio, per l’austerità imposta da Berlino, aggravata dalla deliberata distruzione della domanda interna voluta da Mario Monti, che ha fatto esattamente (il “competente”) ciò che Irving Fisher sconsigliava caldamente per evitare la spirale della deflazione da debiti. Il calo dei prezzi degli immobili, il calo dei salari, la svalutazione del lavoro, la chiusura di aziende e la perdita del 25% del tessuto industriale – e il parcheggio di liquidità in modi infruttiferi sono qui da vedere, per non vuol essere cieco.

Questo governo di neo-primitivi malevoli, negando il potere d’acquisto di mera sussistenza a milioni di italiani mal occupati e malpagati già prima, farà della discesa a spirale una picchiata.

Ma una insidia ancor peggiore minaccia. L’oceano di trilioni  vuoti creato dalle banche centrali per salvare il sistema finanziario corrotto, ha avuto l’effetto di creare il boom spettacolare delel Borse e dei titoli azionari: Wall Street, dal 2007 è salita del 130 per cento, ossia il triplo della crescita del PIL e 6,5 volte l’aumento dei ricavi aziendali. E continua ad aumentare anche oggi nonostante ormai 40 milioni di americani abbiano chiesto il sussidio di disoccupazione.

La Borsa cresce mentre il PIL cala. Il Pil misura la produzione di ricchezza reale di ogni paese. Il trucco funziona finché la gente (e gli speculatori) prendono la crescita delle borse come un indicatore di crescita dell’economia reale.

Ora,  la divergenza fra economia reale e la Borsa diventa sempre più visibile.

La fatale divergenza fra economia reale (Pil reale, crescita delle vendite) e trionfi di Wall Street (in arancio)

E’ precisamente questa divergenza che obbliga le banche centrali a creare dal nulla sempre nuova liquidità, con l’effetto di far entrare la Fed, la BCE e le altre banche centrali nella tipica “trappola della liquidità”:

Una trappola della liquidità si verifica quando le persone accumulano liquidità perché si aspettano un evento avverso come deflazione, domanda aggregata insufficiente – o guerra”, scrive Lance Roberts di RealInvestmentadvice. 

“Le caratteristiche distintive di una trappola della liquidità sono i tassi di interesse a breve termine prossimi allo zero. Inoltre, l’aumento della base monetaria non si traduce in aumento generali dei prezzi. 

Non occorre dire che questa situazione di deflazione è aggravata per noi dalla dottrina tedesca di lesina austeritaria , che ha imposto a tutti quelli dell’euro. Alcuni economisti tedeschi stanno persino strillando che tutti i trilioni creati dalla BCE provocheranno inflazione,  anzi che è già qui! che non si deve dare niente a fondo perduto ai paesi-cicala, ma solo a prestito, perché quelli sprecano…

Il governo 5Stelle-PD dà ai dottrinari tedeschi la scusa perfetta, con la idea grillina di decrescita felice, di instaurare un reddito di cittadinanza generale, per gli improduttivi ed anche quelli che non vogliono lavorare; di sostituire una economia produttiva con una economia di soli consumi.

Ma naturalmente, da neo-primtivi, non conoscono il principio del moneta che suona così: “La moneta comanda lavoro” La distribuzione di moneta che non “comanda lavoro”, e magari estesa a tutti i 600 mila clandestini regolarizzati, che effetto può avere? I grillini credono che i petti di pollo, le bistecche, i pomodori e gli spaghetti crescano da sé, e basterà alla gente che non lavora comprarli col reddito che loro distribuiranno a spese dello Stato.

Ovviamente, si crea così la situazione in cui troppi soldi competono per acquistare poche merci. Il rialzo dei prezzi. Una curiosa e maligna forma di pseudo-inflazione che già vediamo nei rincari di frutta, verdura, caffè che i neo-primitivi lamentano. Ma le verdure,chi le deve raccogliere, se la moneta “non comanda lavoro”?

Ecco perché i rincari, che si aggraveranno più moneta verrà fornita.

La deflazione instaurata, in paesi come l’Italia di scarsa produttività, può accompagnarsi con aumenti dei prezzi che possono (in malafede o da neo-primitivi) essere scambiati per inflazione.  Ma l’inflazione “sana” è quando l’economia si espande organicamente, e “domanda” capitali a credito perché deve investire per aumentare la produzione, perché è aumentata la domanda Allora l aumento della produzione porta a salari più alti, che a loro volta favoriscono una domanda più aggregata. All’aumentare del consumo, aumenta anche la capacità dei produttori di applicare prezzi più elevati (inflazione) e ai finanziatori di aumentare i costi di finanziamento.

Ovviamente, i tassi zero o negativi dei trilioni che le banche centrali segnalano che manca la prima condizione: il desiderio di capitali da investire. Ciò convive con “  un aumento dei costi della vita che indebolisce la spesa dei consumatori: affitto, assicurazione, assistenza sanitaria) ”  visibile in USA – e in Italia aggravato dalle tasse  che il governo continua ad esigere dalle micro-imprese che non hanno avuto reddito, e rincari alimentari da mancato raccolti o riduzione drammatica di produzione, perché i clandestini hanno “lavori” più lucrosi che raccogliere fragole.

Ma questo ci porta sull’orlo del momento in cui il denaro così miracolosamente moltiplicato, cessa d’aver valore,e non “comanda” più alcun lavoro agli occhi dei lavoratori veri. Basta che le centinaia di trilioni che gli straricchi tengono a Wall Street o in titoli pubblici a tasso negativo, vogliano scendere nell’economia reale a comprare gli alimentari dei poveri, sempre più scarsi.

Allora la iper-deflazione può rovesciarsi istantaneamente in iper-inflazione?  Qualche economista può rispondere?