Covid e Ucraina: l’esportazione della demonocrazia

Marco Toti

Come da noi implicitamente sostenuto in altra occasione, Putin e Kirill, ben più che l’Ucraina, temono a ragione l’happy hour e tutti i connessi parafernalia di Occidente: il capitalesimo è una forza infera, onnivora, che tutto divora e corrode, rivomitandolo poi come il suo opposto (Chiesa cattolica, comunismo, sodomia organizzata). D’altra parte, lo stesso K. Marx, autentico demonologo, indicava nell’unico bene di proprietà della collettività, nei regimi capitalistici, il debito pubblico; e non dimenticava di sottendere che il capitalismo, in quanto radicale parassitismo, costituiva sostanzialmente una evocazione di demoni.

Come tutte le evocazioni a regola d’arte, anche questa è rituale: e la forma del rito specifica del capitalesimo, sul piano “exoterico”[1], è lo spettacolo, ossia, etimologicamente, l’atto del guardare una rappresentazione. Lo spettacolo, in ambito politico, è la dialettica parlamentare, forma del dominio borghese che prosegue nel talk show (“Porta a porta”, ad esempio, fu soprannominata “terza camera” del Parlamento), e che oggi è particolarmente spregiata dall'”incappucciato della finanza”, che predilige forzature al limite della costituzionalità e le consulenze della Mckinsey, che gli scrive (non solo a lui) anche le sceneggiature da rappresentare poi sulla scena mediatica. La teatralizzazione del covid (le bare di Bergamo trasportate dai camion militari, le immagini di sofferenza che in sé non provano nulla, se non la sofferenza medesima, quelle degli “eroi”, medici ed infermieri, l’emotività eretta a criterio di giudizio) e la sostituzione repentina dei virologi con i militari e dei cd. “novax” coi “putiniani”, stante la identica struttura del format, confermano questa interpretazione.

L’opera di ristrutturazione antropologica degli occidentali sembra ormai compiuta: non si può fumare in un locale pubblico, ma si può abortire senza motivo (anche al nono mese, e forse oltre); qualche tempo fa si poteva entrare in tabaccheria per acquistare generi di conforto che, secondo lo Stato che ne ha il monopolio, “uccidono”, ma senza lasciapassare verde non si poteva lavorare, ritirare la pensione o farsi visitare da un medico; oggi si devono assolutamente “salvare le vite” di immigrati e ucraini, ma non degli italiani che muoiono sotto casa, magari per aver perso il lavoro a causa di un’influenza mal gestita (?). In questo senso, il covid è stato funzionale al rafforzamento di un “totalitarismo libertario” globale fondato sul terrore di morire da soli, ed ha costituito una “guerra percepita” prodromica a quella reale in Ucraina (iniziata però nel 2014!), le cui responsabilità non paiono poter essere attribuite a Putin[2]. In ultima analisi, si deve convivere col “virus” (e con la guerra): i termini ubiqui “resilienza” e “riduzione”, “contenimento” lo attestano chiaramente. La nostra è divenuta una società fondata sulla idolatria della sopravvivenza, una riedizione “sanitarizzata”, con la pietà del grasso umanitario, dell’hobbesiano homo homini lupus.

In questo senso, la “guerra” in Ucraina, oltre che geopolitica, è anche culturale e spirituale: ma, a ben guardare, è una guerra politico-economica contro ciò che resta dell’Europa e “metasociale” contro la Russia, rea di aver approvato quasi dieci anni fa una legge contro la propaganda dei rapporti sessuali “non tradizionali”, che ha “lo   scopo di proteggere i minori dalle informazioni che promuovono la negazione dei valori tradizionali della famiglia”. I diritti LGBT, tutelati da Zelensky (ma non sappiamo quanto dai ministri ucraini neonazisti e dalla loro appendice militare, il famoso battaglione Azov), sono non a caso funzionali all’emissione dei fondi del “Recovery Plan” da parte dell’UE: l’omosessualismo, come ben detto dal patriarca Kirill, è il test di verifica dell’appartenenza all’impero. L’Ucraina può costituire anche un “laboratorio sociale” per il giudeomassonismo a trazione statunitense: neopaganesimo/satanismo e mondialismo sono le diverse facce di un’unica medaglia “tecnolibertaria”.

Anche Zelensky, che non è un’aquila ma prosegue con un certo successo la sua carriera di saltimbanco, ha espresso icasticamente il suo punto di vista: “la Russia è il covid, e le armi sono il vaccino”. C’è una continuità, non solo “ideologica”, tra i due fenomeni della cosiddetta “pandemia” e della cosiddetta “guerra”. É noto che il Pentagono stilò un contratto in Ucraina per la ricerca sul covid-19, che faceva parte di un accordo molto più ampio per un “Programma di riduzione della minaccia biologica in Ucraina” , mesi prima che questo fosse “identificato” come tale[3]; Victoria Nuland, la lobbista ebrea regina dei neocon, ha ammesso al Congresso: “L’Ucraina ha centri di ricerca biologica […] di cui le truppe russe potrebbero prendere il controllo” (contraddicendosi, visto che ha anche affermato che tale ricerca era solamente “a scopi difensivi”; inoltre, tali scopi sottendono la guerra biologica, dato che la ricerca “implica la creazione di agenti patogeni più pericolosi con il presunto scopo di trovare trattamenti contro di essi”: tutto, in questo campo, è “a doppio uso”[4]); senza considerare che la stessa Nuland parlò di “bioarmi”[5], la vera ragione dell’invasione russa. Chi meglio di lei, che distribuì biscottini poco prima di un colpo di stato telecomandato da Washington?

Il fondatore di Metabiota, Nathan Wolfe – altro eschimese, che riceve finanziamenti, tra gli altri, dalla Cia, dalla Difesa americana e da Hunter Biden, ed è in corrispondenza di amorosi sensi con il World Economic Forum –, era amico di J. Epstein, che oltre ad essere un notorio organizzatore di traffici di pedofilia internazionale, desiderava anche creare una “razza sovrumana”. Metabiota si presenta, sul suo profilo Linkedin, come una società di assicurazioni che “support[s] decision makers across government and industry to make data-driven decisions. We work to estimate, mitigate, and manage epidemic risk, supporting global health security and sustainable development. We provide data, analytics, advice, and training to prepare for global health threats and mitigate their impacts”. Come nel caso dei computer, si crea il virus, quindi si appronta un antivirus che, a sua volta, sviluppa un virus “controllato”: ciò, con fine di lucro, di sperimentazione, di “gioco”, di controllo, di “distruzione creativa”. Si tratta di un’ideologia, di cui il bombardamento a tappeto, la chemioterapia, il “vaccino” sono manifestazioni concrete. L’esperto di armi biologiche Francis Boyle, che ha redatto il Biological Weapons Anti-Terrorism Act del 1989, ha sottolineato che la maggior parte dei laboratori BSL-4 (quelli a più alto livello di “biocontenimento”) sono a duplice uso: “prima sviluppano l’agente di guerra biologica offensivo e poi sviluppano il presunto vaccino”.

Wolfe fa anche parte, dal 2004, del comitato editoriale di EcoHealth Alliance, una ONG con la “mission” (dichiarata) di proteggere ambiente, animali e persone dalle malattie infettive emergenti; nel 2017, ha anche scritto uno studio sui coronavirus nei pipistrelli insieme al presidente di EcoHealth Alliance, Peter Daszak. EcoHealth Alliance ha lavorato a stretto contatto con il Wuhan Institute of Virology. È interessante notare che uno dei consiglieri politici di EcoHealth Alliance è David Franz, un ex comandante di Fort Detrick, la principale struttura di  “biodifesa” gestita dal governo USA. Inoltre, la collaborazione ucraino-americana per lo studio di agenti patogeni in grado di trasformarsi in armi è gestita dalla DTRA (Defense Threat Reduction Agency, un dipartimento della Difesa statunitense), che finanzia Metabiota, a sua volta gestita da un leader del World Economic Forum con stretti legami personali con l’unica persona – Daszak! – sospettata di essere un attore chiave nella creazione della SARS-CoV-2, un intermediario tra il NIH (National Institute of Health) ed il Wuhan Institute of Virology, oltre che un attore centrale nell’insabbiamento della teoria dell'”incidente” di laboratorio. Pure, Metabiota è finanziariamente sostenuta dalla società di investimento di Hunter Biden, che ha raggranellato uno stipendio a sei cifre da una compagnia del gas ucraina senza aver fatto nulla, se non fornire alla causa il suo “nome importante”[6].

Secondo J. Tritto – docente universitario, ricercatore e presidente della World Academy of  Biomedical Sciences and Technologies, istituzione sotto l’egida dello UNESCO: difficilmente lo vedremo da Myrta Merlino, adusa ai lacché, agli esaltati ed ai guitti[7] –, il virus è una “chimera”, un’arma batteriologica (cfr. la “gain of function” transumanista) contro cui si è voluto sviluppare un “non vaccino” (un farmaco) che induce un covid non letale[8]. Tritto ha recentemente annunciato in merito una denuncia per crimini contro l’umanità, che presenterà alla Corte dell’Aja [9].

Ora, la tesi di una relazione tra “pandemia” e “guerra”, il loro carattere “intenzionale” e soprattutto, nell’ambito dell’intento di questo breve articolo, della relazione tra provocazioni “biologiche” e “invasione” dell’Ucraina, assume una coerenza che ci pare solida. Temiamo però che, quando giungerà la grande carestia, il popolo italiano – se mai ne è esistito uno – continuerà imperterrito a compulsare, magari con mascherina e bandierina, i risultati dell’Isola dei Famosi.

MARCO TOTI


[1] Le “parole d’ordine”, che sono anche chiavi di accesso al sistema (sorta di “parole di passo”), hanno un significato invertito, dal punto di vista “esoterico”, rispetto a quello loro proprio ad uso delle masse. Ipotizziamo inoltre – non ne mancano prove! — che il rituale “segreto” delle élites globaliste non sia estraneo al peccato del nono cerchio.

[2] https://nationalfile.com/evidence-shows-people-begging-ukraine-president-zelensky-close-u-s-biolab-death-factories/.

[3] https://www.maurizioblondet.it/il-pentagono-ha-stilato-un-contratto-per-la-ricerca-covid-19-in-ucraina-3-mesi-prima-che-il-covid-19-esistesse-ufficialmente/.

[4] https://www.renovatio21.com/esiste-una-connessione-tra-i-biolaboratori-ucraini-finanziati-dagli-stati-uniti-e-il-covid-19/.

[5] https://www.renovatio21.com/virus-lombardo-guerra-russa-perche-il-segreto-militare-sulla-val-seriana/ (video).

[6] https://www.renovatio21.com/esiste-una-connessione-tra-i-biolaboratori-ucraini-finanziati-dagli-stati-uniti-e-il-covid-19/-

[7]  M.G. Maglie ha affermato che è “meglio il peggior presidente americano che il miglior autocrate russo”, mentre dei logismi disarticolati di E. Trevi noi non abbiamo mai capito nulla. Per inciso, Trevi ha vinto il Premio Strega nel 2021: lo stesso premio che vinse C. Pavese.

[8] https://www.youtube.com/watch?v=JC2c2xVetD8.

[9] https://www.youtube.com/watch?v=s-7Ng4uYsUA.