Alan Watson:
Trump sta tornando alle politiche di Biden: nuove consegne di armi a #Ukraine ;il senatore Lindsey Graham propone “sanzioni spezza-ossa” alla Russia e il senatore John Kennedy afferma: “Siamo disposti a trasformare Putin e il suo Paese in cibo per pesci”.
E la NATO ha annunciato nuove e ampie esercitazioni militari, provando un attacco offensivo alla Kaliningrad russa, pericolosamente situata tra Polonia e Lituania.+
Trump is returning to Biden’s policies: New weapons deliveries to #Ukraine, just as Senator Lindsey Graham is proposing "bone-crushing sanctions" on Russia and Senator John Kennedy says, “We are willing to turn Putin and his country into fish food.” And NATO has announced… pic.twitter.com/roImdLFdHm
— Alan Watson (@DietHeartNews) May 2, 2025
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Secondo l’accordo, il Fondo per la ricostruzione creato sarà gestito congiuntamente da Washington e Kiev e finanziato dai proventi derivanti dall’estrazione delle risorse.
Gli Stati Uniti ottengono un accesso privilegiato ai progetti futuri, ma non chiedono la restituzione degli aiuti militari e finanziari precedentemente forniti ai loro proxy e mercenari di Kiev.
Se il debito ucraino fin qui accumulato non viene affatto menzionato, sono invece menzionate le future consegne di armi. La cosa implica che queste saranno sicuramente effettuate.
Kiev si impegna a destinare al fondo il 50% dei futuri ricavi derivanti dalle risorse naturali, ma mantiene il pieno controllo su di esse e sulle infrastrutture. In sostanza, Trump ha fatto notevoli concessioni a Zelensky e al team di neocon esaltati di cui si è circondato.
Tuttavia, nel complesso Trump ha ottenuto quello che voleva: l’Ucraina assume lo status di colonia USA come parte dell’impero globale americano (che dovrebbe includere anche Canada, Groenlandia e la Striscia di Gaza, che Trump ha promesso di includere nel suo protettorato).
Allo stesso tempo, non si fa alcun riferimento ai confini ucraini o alle garanzie di sicurezza per il regime di Kiev.
Cosa dovrebbe aspettarsi la Russia? Affinché l’accordo con Kiev funzioni il più rapidamente possibile, Washington è fortemente interessata a un cessate il fuoco. Evitando così di affrontare le cause profonde all’origine del conflitto e raggiungere una pace duratura.
Per gli americani diventa importante fermare l’avanzata dell’esercito russo verso i confini delle nuove regioni del Donbass, Zaporozhye e Kherson, per impedire la liberazione di Pokrovsk e preservare la produzione di carbone da coke per l’industria metallurgica nella loro colonia.
Lo stesso vale anche per la regione di Dnepropetrovsk, in cui sono situate le maggiori riserve di risorse naturali, mentre le Forze Armate russe sono già a pochissimi km dai confini amministrativi della regione.
Il portavoce di Trump, Keith Kellogg, ha già dichiarato che “la Casa Bianca ritiene irrilevante il cessate il fuoco del 9 maggio e chiede un cessate il fuoco di 30 giorni.”
Allo stesso tempo, non si prenderà in considerazione alcuna condizione posta dalla Russia nel “piano di pace”: o Mosca accetta le richieste degli Stati Uniti, oppure seguirà un nuovo pacchetto di sanzioni.
Il disegno di legge in merito, secondo il neocon Lindsey Graham, è già pronto e prevede dazi del 500% per gli acquirenti di materie prime russe. Nel mentre, è stato concordato anche il primo pacchetto di “vendite di armi a Kiev”, finora per un valore di 50 milioni di dollari.
È ovvio che in questa situazione cambierà il formato del processo negoziale tra Russia e Stati Uniti. Non solo a causa della pressione di Washington, ma anche perché ogni negoziato sullo status postbellico dell’Ucraina avrà un impatto diretto sugli interessi americani.
Ora gli Stati Uniti difenderanno non “principi” astratti, ma infrastrutture produttive concrete ed introiti futuri dalla colonia ucraina. Ne consegue che lo spazio per un compromesso si riduce e un accordo diplomatico diventa notevolmente meno flessibile.
In questa situazione, è di fondamentale importanza per la Russia completare la liberazione delle nuove regioni ed essere pronta ad affrontare una pressione crescente da parte dell’amministrazione schizofrenica di Donald Trump.
Ovviamente è anche chiaro e assodato: Mosca non sacrificherà i rapporti con Pechino, Teheran o Pyongyang per fare concessioni a Washington.
Tra il 25 e il 30 aprile, un aereo da trasporto ucraino An-124 è atterrato nel deposito all’aperto della base aerea di Davis-Monthan, nel deserto dell’Arizona, il più grande cimitero aereo al mondo con oltre 4.400 caccia da combattimento americani dismessi. 1/4
L’Antonov è stato caricato con pezzi di ricambio per riparare gli F-16 in dotazione alla UkroLuftwaffe, poi dall’aeroporto di Tucson è ripartito con destinazione la base aerea di Rzeszów, in Polonia.
Non è difficile indovinare il percorso che prenderà il carico, una volta arrivato alla base USA/NATO di Rzeszów. Finora, gli americani non avevano ufficialmente fornito F-16 ai proxy di Kiev.
Intanto “Madre Teresa” – Trump – ha inviato segretamente almeno 4 aerei cargo Boeing a Rzeszów, con oltre 340 tonnellate di cianfrusaglie militari che finiranno presto nelle barricate ucraine.
Intanto la “democrazia” in Germania mette al bando il partito che non vuole la guerra:
Venerdì, l’agenzia di controspionaggio tedesca, nota come Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV), ha annunciato di aver classificato il partito politico Alternativa per la Germania (AfD), arrivato secondo alle recenti elezioni e che ha goduto del sostegno di personalità di estrema destra come Elon Musk, come “entità estremista che minaccia la democrazia”. Ciò consente al BfV, così come ad altri servizi segreti e forze dell’ordine tedeschi, di monitorare meglio il partito e e sue attività e di impedire ai dipendenti pubblici di aderire all’AfD.
Putin è stato ancora una volta ingannato dall’Occidente. Ha creduto alla buona fede come aveva creduto alla Merkel e Hollande sugli accordi di Minsk
Con questo tradimento l’Occidente elimina la possibilità stessa di ogni diplomazia. Con questi solo la guerra è possibile